Tronchetti Provera: senza trucco e senza inganno

TronchettiDopo la vittoria del primo scudetto “sul campo” dell'era Moratti, Marco Tronchetti Provera rispondeva, a chi gli chiedeva se fosse stato più facile vincere in assenza della Juve: “La Juventus? Vedremo l'anno prossimo senza trucco e senza inganno”. Senti chi parla...
Sentirlo rimproverare altri di trucchi ed inganni dovrebbe far intuire che lui è senza peccato e può scagliare la prima pietra. La trasmissione Anno Zero della Rai, dedicata alla Telecom di Tronchetti, di scatole cinesi, espedienti ed imbrogli ne ha fatti vedere non pochi traducendoli, nel finale di puntata, in vignette firmate dell’abilissimo Vauro: nell'ultima c'erano due personaggi ed al primo che diceva "Tronchetti Provera è un mago della finanza" il secondo rispondeva "Vero, ha fatto sparire tutti i miei risparmi".
Ma torniamo all'aspetto sportivo della dichiarazione di Tronchetti sulla Juventus. Vorremmo tutti essere sicuri, il prossimo anno, di giocare un campionato senza trucchi ed inganni ma sappiamo già da ora che non sarà così. Perchè? Perchè quando ad alcune squadre viene consentito di partire 200 metri davanti alle altre il sotterfugio sta già all’origine ed il risultato è frutto di un inganno. Ed è stato così anche nell'ultimo campionato: l'Inter di Moratti-Tronchetti ed il Milan avrebbero dovuto ripianare per una cifra di circa 100 milioni di euro per la vendita del marchio. Questa era la richiesta della Covisoc. Lo stesso Guido Rossi, in un’audizione alla Camera dove parlò di Calciopoli come del cancro del calcio italiano, non potè esimersi dall'ammettere che c'era un problema relativo ai marchi che alcune società avevano venduto, e che andava risolto. Erano giorni in cui tutti chiedeva e pretendevano rigore ed applicazione delle norme, dall'ultimo giornalista al ministro Melandri. Quale è stata la risoluzione del problema? All'Italiana: l'Inter ha rimpolpato le casse con soli 20 milioni di euro e con il congelamento di altri 20 milioni di liquidità derivante dal calciomercato. I soldi risparmiati sono stati investiti in una faraonica campagna acquisti che ha portato nella rosa, tra gli altri, Vieira e Ibrahimovic, poi rivelatisi decisivi per la conquista dello scudetto. Persino la Roma, concorrente (non penalizzata) principale dell’Inter, ha potuto beneficiare di uno sconto concesso dalla FIGC pari a circa 60 milioni? No, ha dovuto faticare con il bilancio per permettersi Vucinic da pagare, pure, in comode rate.
Nella sua apparente regolarità il campionato è stato, quindi, affetto da un peccato originale: ad uno dei contendenti, grazie allo sconto, è stato concesso di allestire una rosa superiore alle effettive possibilità. Da una "rosa falsata" – sono i giocatori infatti che scendono in campo e determinano i risultati - può conseguirne un campionato "regolare"? Secondo noi no. Secondo Petrucci e Matarrese è invece vero il contrario. Segno tangibile che i problemi legati agli aspetti economici, il famoso "doping amministartivo" più volte denunciato da Giraudo, non li si vuole risolvere.
Chi si permette di far notare queste cose ad un interista si sente rispondere: "Ma figurati! Moratti è pieno di soldi, se non avesse avuto lo sconto avrebbe messo i 100 milioni e tirato fuori gli altri per fare la stessa campagna acquisti”. La risposta viene spontanea: allora perchè non lo ha fatto? Perchè ha venduto il marchio per non mettere soldi veri? Perchè non ha ripianato nella misura richiesta dalla Covisoc? La Juventus, caro signor Tronchetti, non ha venduto il marchio a se stessa nè lo ha dato in pegno ad una banca per avere liquidità da investire sul mercato... Eccola partire, quindi, 200 metri indietro.
Beppe Grillo, all'indomani della conquista dello scudetto dell'Inter, scrive sul suo sito internet:

"Lo scudetto di ieri non lo ha vinto l’Inter. Infatti il marchio non gli appartiene più da tempo. Lo ha venduto, dopo una rettifica a questo blog, alla Inter Brand srl per 159 milioni di euro. La Procura sta indagando per l’ipotesi di “ buchi in bilancio per cui non ci sono indagati”. Sono sicuro che è un’ipotesi che si dimostrerà priva di qualsiasi fondamento. Massimo vince, ma senza rubare".

Ma non è la prima volta che il comico genovese ha toccato queste delicate corde giacché aveva avuto occasione di segnalare la "finanza creativa interista" già l'11 novembre 2005 in un articolo dal titolo “Calcio e cambiali”:

L'Inter di Moratti e del tronchetto dell'infelicità, quest'ultimo onnipresente sui giornali a spiegarci che la banda larga è il futuro dell'Italia quando negli altri Paesi è già presente, e nelle università ad ammorbare gli studenti con i suoi discorsi, ha avuto un lampo di genio. Ha avviato un'operazione di "alta tecnica finanziaria". Ma vediamo i fatti. L'Inter ha chiuso il bilancio in rosso per 118 milioni di euro. Mi immagino Moratti, Tronchetti, Buora e Facchetti chiusi nella stanza a chiedersi: "e adesso che si fa?" Facile, basta un po' di finanza creativa:
• Si cede in leasing per 10 anni il marchio neroazzurro ad una banca (Banca Italease)
• Italease dà in cambio 160 miloni di euro all'Inter
• L'Inter si impegna a riprendersi il marchio con dieci comode rate e una commissione. E paga subito il 20% a Italease pari a 32 milioni.
• 160 milioni incassati, 32 milioni di euro pagati, marchio ceduto in leasing e un po' di cambiali da pagare e il rosso dello scorso anno non c'è più.
E bravi Moratti, Tronchetti. Avete aperto la strada ad un nuovo miracolo italiano basato sulle cambiali.

A questo articolo Moratti risponde e Grillo pubblica sul suo Blog:
Massimo Moratti mi ha inviato questa lettera che pubblico e della quale lo ringrazio. "Caro Beppe, nel tuo Blog dell’11/11/05 ho trovato una notizia riguardante me, Tronchetti e l’Inter in generale, a proposito di una operazione di leasing con la Banca Italease. Mi permetto di risponderti personalmente per confermarti che abbiamo studiato questa possibilità, con la Banca da te citata, ma che non siamo arrivati a nessuna conclusione. Per quanto riguarda, invece, le perdite di bilancio dell’anno scorso, sono state già da me e dagli altri azionisti appianate e così anche quelle potenziali dei primi mesi dell’anno in corso. Rimane lo studio per valorizzare patrimonialmente il marchio dell’Inter, cosa che continuo a considerare una buona opportunità per la Società. Quindi, purtroppo, il miracolo finanziario a cui accennavi non è accaduto e non può accadere. A presto. Grazie. Massimo Moratti

Il Presidente degli "onesti" scrive che quanto affermato da Grillo “non può accadere”... ed invece accade!

Nel frattempo se ne era occupato anche Il Sole 24 Ore (10/01/2007)
Con un passivo di 181,5 milioni di euro nell’ultima stagione, l’Fc Internazionale stabilisce il primato delle perdite tra le società di calcio italiane. Il risultato emerge dal bilancio consolidato al 30 giugno 2006, predisposto per la prima volta dalla squadra presieduta da Massimo Moratti, ma non divulgato. Finora era noto il bilancio civilistico dell’Inter, approvato dai soci il 6 novembre. Questo documento dichiara una perdita netta di 31,14 milioni, un deficit contenuto rispetto alle consuetudini del club nerazzurro, reduce da una perdita di 118,7 milioni nel 2004/2005. Il precedente record negativo era del Parma Ac di Calisto Tanzi nel 2002/2003, finito in amministrazione straordinaria con 167,3 milioni di passivo.
Con l’analisi dei conti dell’Inter si apre un’inchiesta del «Sole 24 Ore» sui bilanci delle società di calcio. Conti sempre traballanti, nonostante vengano partoriti nuovi artifici contabili. Dopo la legge salvacalcio, varata nel 2003 e bocciata dall’Ue, le squadre più "intraprendenti" hanno escogitato la rivalutazione e cessione del marchio. Ma si tratta di operazioni in famiglia: la cessione a se stessi. Questo ha consentito di mettere una toppa (di carta) ai buchi della gestione nei bilanci civilistici, nei quali formalmente vengono ammesse plusvalenze anche se realizzate in famiglia e quindi, in realtà, fasulle.
Anche la Covisoc, la commissione della Figc che vigila sui conti delle squadre, dopo aver tentato l’affondo del rigore l’estate scorsa è stata tollerante sui conti taroccati. L’Inter ha dichiarato una plusvalenza di 158 milioni a fine 2005 "vendendo" il marchio alla controllata Inter Brand Srl. Nel bilancio civilistico questo guadagno è stato utilizzato per ridurre le perdite. I revisori della Kpmg però hanno storto il naso, con richiami o eccezioni su questa e altre voci del bilancio di Moratti.

Senza trucco e senza inganno?