La Bergamo-Rodomonti e il fortino assediato

moggiNelle scorse settimane abbiamo assistito all'ennesimo colpo di scena con la rivelazione della telefonata del designatore Bergamo all’arbitro Rodomonti, sorteggiato per la partita Inter-Juventus del 28-11-2004 (quella del “Metti dentro... Collina”).
Bergamo raccomanda a Rodomonti di aiutare l’Inter in caso di dubbio. “Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido”. Bergamo aveva ricevuto una telefonata dello stesso tenore dal Presidente Federale Carraro poco prima. Nell’ambito del processo penale queste telefonate e la successiva Bergamo-Fazi sono solo il colpo di grazia all’accusa di associazione a delinquere già demolita da tempo, sebbene qualche esuberante sostenitore della farsa abbia avuto l’ardire di inventare fantasiose interpretazioni coerenti col teorema accusatorio.
Personalmente non credo ad una controcupola che favorisse l’Inter: l’aspetto importante che invece mi preme sottolineare è che le istruzioni impartite da Carraro a Rodomonti via Bergamo sono la più chiara conferma che Moggi aveva ragione quando definiva la Juventus come un fortino assediato.
Assediato da chi? Certamente dal sentimento popolare orientato dall’esercito dei media antijuventini capitanati dal giornale rosa e dalla corazzata Mediaset. L'assedio sembra essere ripreso da quando la Juventus ha ricominciato a fare la Juventus e l'offensiva di questi giorni è particolarmente aggressiva con i casi di Del Piero e nuovo stadio (leggi qui).
Nel novembre 2004, dopo la partita Inter-Juventus in cui Rodomonti ascolta il consiglio di Carraro e aiuta l’Inter graziando il portiere interista Toldo da un “rosso pieno” (cit. Pierluigi Collina), Bergamo e Pairetto si confrontano al telefono con Collina e Rosetti e dimostrano di prestare molta attenzione all’interpretazione che trasmissioni televisive e giornali sportivi danno dell'episodio.
Da queste telefonate ci rendiamo conto che Bergamo, Pairetto e due degli arbitri considerati tra i migliori avevano capito che sono i grandi media a orientare l’opinione pubblica attraverso quella verità ufficiale creata con la selezione scientifica delle immagini e del modo di raccontarle. E ovviamente i due erano ben consapevoli che nella società di oggi chiunque ricopra un ruolo istituzionale ha estrema difficoltà ad esercitare il proprio ruolo e a conservare la propria posizione senza il consenso dell'opinione pubblica.
Già due anni fa su questo sito cercavo di spiegare come storicamente i media italiani abbiano amplificato gli episodi arbitrali favorevoli alla Juventus (veri o presunti) e minimizzato quelli contrari, contribuendo così a creare un gravissimo condizionamento finanche ai livelli istituzionali più alti (Presidente Federale e designatori arbitrali).
Nella stagione 2004-2005 la disparità di trattamento riservata al consulente del consorzio AssoBioDiesel Paparesta per Reggina-Juventus e al presunto sodale di Moggi Racalbuto per Roma-Juventus fu un chiaro esempio dell’influenza del sentimento popolare sulle carriere arbitrali.
Fortino assediato da chi? Probabilmente anche dall’Inter, che mandava arbitri in attività a "parlare di calcio" con il sostituto procuratore di Milano Boccassini e finanziava la FIGC con la sponsorizzazione di campionato e coppa Italia, ma certamente dal Milan, che si giocava il campionato con la Juventus e che beneficiò dell’errore di Rodomonti assai più dell’Inter. E’ importante far notare che la lettura fantasiosa della telefonata Bergamo-Rodomonti da parte degli ultras di Farsopoli giustificava l’atteggiamento di Bergamo con il fatto che, favorendo per una volta l’Inter fortemente distaccata in classifica, si mascherava l’appartenenza alla cupola moggiana senza danneggiare troppo la Juventus. Dell’errore di Rodomonti beneficia il Milan, ma non per questo penso che Bergamo “spingesse” direttamente per il Milan, credo invece che Bergamo pensasse a se stesso e a Rodomonti, consapevole che le loro carriere dipendevano anche da Mediaset, che nonostante le convinzioni di Auricchio qualche legame con il Milan aveva e ha. I tifosi juventini in questi anni se la sono presa soprattutto con l’Inter, ma a parere di chi scrive non hanno capito completamente il ruolo del Milan prima e dopo o scoppio di Farsopoli.
Tralasciando l’aspetto penale che qua non ci interessa, se il metro di giudizio per valutare le responsabilità sportive sono le prove usate a carico di Moggi nel dibattimento di Napoli, abbiamo elementi sufficienti per affermare che la Juventus ha vinto quel campionato contro tutto e contro tutti, ma soprattutto contro un Milan molto attivo in quella stagione, e in particolare nel mese di aprile 2005.
Su questo sito abbiamo pubblicato Milan Connection, una serie di telefonate che vi invito a riascoltare e che sono ben più gravi di quelle utilizzate dal procuratore Palazzi per sbattere la Juventus in B privandola di due scudetti.
Tuttavia qui voglio elencare, uno dopo l’altro, una serie di eventi che sono compatibili con la teoria di Moggi del fortino assediato (anche dal Milan).
- l’arbitro Paparesta e il segnalinee Copelli, “un nostro uomo” (cit. Meani) sfavoriscono gravemente la Juventus in Reggina-Juventus del 06-11-04 fermandone il tentativo di fuga nelle fasi iniziali del campionato.
- in occasione della morte del Pontefice Giovanni Paolo II, l’AD del Milan Galliani si vanta con il co.co.co. Meani di avere ottenuto lo slittamento del campionato al fine di recuperare infortunati importanti.
- nel corso dell’incontro Juventus-Inter del 20-04-05, le telecamere Mediaset scovano un abbraccio del bianconero Ibrahimovic ai danni del difensore interista Cordoba (che sembra accentuare visibilmente le conseguenze del gesto) e le trasmissioni delle televisioni di proprietà del presidente rossonero sono maestre nel creare il sentimento popolare che porterà la FIGC a squalificare per tre turni lo juventino, giusto quanto necessario per saltare la sfida scudetto poi risolta da un acciaccato Trezeguet.
- alla vigilia dell’incontro Fiorentina-Milan del 30-04-05 l’arbitro De Santis si vanta al telefono con Meani di avere "preso" due diffidati alla Juventus: e Ibra e Appiah saranno costretti a saltare la successiva insidiosa trasferta contro la Lazio a poche giornate dalla conclusione del campionato e raccoglie la raccomandazione e la minaccia del "fratello" Meani di non ammonire i diffidati rossoneri (in particolare Nesta) in vista della partita con la Juventus.
- l’arbitro De Santis non ammonisce nessuno dei diffidati rossoneri e ignora un evidente fallo di mano in area di rigore del difensore Stam che poteva costare al Milan due punti in classifica e uno squalificato per la sfida scudetto con la Juventus.
Le conseguenze di Calciopoli per il Milan sono praticamente nulle, viene penalizzato di quanto necessario a mantenere il piazzamento in Champion's League (che poi vincerà) e di 8 punti da scontare nella stagione successiva.
Fortino assediato da chi? Da tutti. C'è una circostanza importante che avvalora l'ipotesi che la Juventus della Triade fosse un fortino assediato da tutti. Ogni giorno assistiamo su giornali e TV a una lotta tra le forze politiche e i cosiddetti poteri forti che si schierano su qualunque argomento in discussione, cercando di esprimere una posizione sufficientemente autonoma pur di rimarcare la propria identità. Ebbene, sulla vicenda di Farsopoli, nessuno ha pensato di marcare la propria identità denunciando pubblicamente la farsa. Il presidente Berlusconi, che propone la legge bavaglio per bloccare le intercettazioni dei Lavitola e dei Tarantini, mai ha difeso Moggi e il modo in cui è stato trattato (seguito nell'approccio dai telegiornali Mediaset). E lo stesso Berlusconi, che certamente non è amico di Borrelli né del procuratore capo di Napoli Lepore, mai ha criticato il primo per la gestione della Farsopoli sportiva e il secondo per la gestione del processo penale a Napoli. Anzi, allo scoppio dello scandalo cercò di mettere subito il cappello sui due scudetti che sarebbero stati revocati alla Juve. E mai ha criticato gli assessori Narducci e Auricchio, assessori nella giunta De Magistris, per la gestione dell'indagine napoletana. La giustizia sportiva della Figc commissariata, nella quale Borrelli fu il capo ufficio indagini, ha avuto un occhio di riguardo nei confronti del Milan di Berlusconi in fase di processo sportivo e anche il Pubblico Ministero Narducci non sembra avere calcato la mano con Meani, oltre ad aver trascurato Galliani. La stampa amica di Berlusconi, che usa di tutto pur di screditare chiunque sia considerato un pericolo per il Cavaliere, persino i calzini blu del giudice Misiani e il perizoma della Marcegaglia, non si è però sognata di delegittimare l'assessore della giunta rossa Auricchio, evidenziando le gravi lacune della sua indagine. E allo stesso modo la stampa ostile a Berlusconi, che ha usato pesantemente le intercettazioni di Berlusconi per i casi Ruby e Tarantini, mai ha usato le telefonate di Galliani o di Meani per screditare il Milan e Berlusconi. Da anni sono d'accordo con la teoria del fortino assediato. Sono assolutamente convinto che Farsopoli non avrebbe potuto accadere senza il consenso di tutti coloro che avevano il potere di controllare l'informazione. Ma qualcosa è sfuggito: Internet. La rete, l'avevano sottovalutata, altrimenti forse il bavaglio lo avrebbero messo prima.