Colpi bassi, rappresaglie e stile Milan

gallianiSarà una lunga settimana, quella che porta al terzo Milan-Juve di stagione (dai, facciamo il quarto così Allegri può sventolare felice il suo Trofeo Berlusconi). Ci siamo già espressi sul merito delle parole di Conte della scorsa settimana, e riteniamo che siano ancora valide e lo saranno ancora a lungo. Non basta certo una giornata tutto sommato tranquilla dal punto di vista arbitrale, proprio perché non erano gli episodi arbitrali il focus ma i condizionamenti che i media esercitano sulle ex giacchette nere proprio per il modo in cui trattano gli episodi che vedono protagonista la Juventus. Non c'era dubbio che proprio i media avrebbero fatto finta di non capire, utilizzando parole senza senso come "complotto" (quando mai Conte ha detto una cosa del genere?), "stile" e arrivando persino a paragonare Conte a Mourinho (peccato che Conte, per essersi espresso in maniera molto più civile ed educata sia stato attaccato con toni mai utilizzati verso il portoghese, verso il quali anzi si usavano le più fantasiose giustificazioni spacciando le sue volgari esternazioni per 'arte comunicativa').
Non dubitiamo che da parte bianconera la settimana sarà vissuta all'insegna dell'understatement, come da tradizione. Dall'altro lato, invece, vediamo molta agitazione e nervosismo, davvero strano se pensiamo che il loro Presidente ci ha da poco informati di come sia "convinto di essere superiore alla Juventus". Cos'è che li turba, allora?

I rossoneri sono avanti di un punto, ma sono quelli che la stanno vivendo peggio. Hanno fatto due vittorie consecutive in campionato senza Ibrahimovic ma giovedì insisteranno ancora (con delle motivazioni a mio avviso risibili) per ottenere la riduzione di una giornata che consenta loro di schierare lo svedese sabato sera. Viste le prestazioni di Ibra quando ha incrociato gli scarpini con la Juventus, sia con la maglia nerazzurra che con quella rossonera, verrebbe da augurarsi che gli concedano lo sconto.
Il loro allenatore ha propagandato nelle scorse settimane un presunto stile diverso e dichiarato come non sia loro costume innescare polemiche sugli arbitri. Domenica a Cesena è riuscito nell'impresa di ribadire l'intento di pensare solo al campo e poi, un secondo dopo, dubitare della regolarità del goal di Chiellini. Ora, a parte il record mondiale di riuscire a predicare in un modo e razzolare nell'altro nel giro di così poco tempo, ma vogliamo parlare di quanta eleganza e stile nel mettere becco in casa altrui, su episodi che non riguardano direttamente il Milan? Avete mai sentito Conte dire mezza parola sul bagher di Seedorf a Bologna o sul tuffo da antologia di Boateng col Siena?
Poi, sul Corriere della Sera, leggiamo di un Galliani adirato che "facendo capire che il livello di sopportazione è arrivato al limite" , scrive nell'articolo Monica Colombo, minaccia presunte "rappresaglie" alla prima polemica che alzi i toni (ma si riferiva forse ad Allegri?). Strano, pensavamo che, dopo le insinuazioni su Chiellini (prima per quanto successo in Coppa Italia, poi per il goal col Catania), la pazienza al limite fosse la nostra. Chissà se il termine "rappresaglia" è quello giusto per definire quanto letto su un sito web milanista, dove si utilizza un filmato che nulla dimostra per parlare di "netta gomitata" di Pirlo ai danni del catanese Gomez, addirittura meritevole di prova tv. Vi risparmio la fatica di andare a guardare: di gomitate non se ne vedono, Gomez dopo il contatto si rialza immediatamente e l'arbitro, vicinissimo all'azione, vede tutto e lascia proseguire. Esilarante caso di arrampicata sugli specchi con modi di solito consoni ai loro cugini e che denota, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto i rossoneri soffrano nel vedere la classe di Pirlo splendere nel centrocampo bianconero.

Ma perché tanta agitazione? I motivi credo siano due. Il primo: hanno già perso le prime due sfide (sì, Allegri, avete vinto il Berlusconi) e una terza disfatta rischierebbe di avere conseguenze psicologiche devastanti. Tanta presunta superiorità e poi nemmeno uno scontro diretto vinto? Il secondo: dopo sabato sera ho la sensazione che si sia impadronito del loro sonno un incubo di nome Andrea Pirlo. Mai finiremo di ringraziarli per aver preferito i muscoli di Van Bommel alla classe del regista bresciano, ma ci pensate se dovesse ripetere a San Siro la prestazione mostruosa che ha deciso la partita col Catania?
La Juve, dal canto suo, deve evitare trappole mediatiche e schivare eventuali "rappresaglie". Sperare di non incontrare il Rizzoli o il Copelli di turno per poi giocarsela a viso aperto come nelle due (sì, Allegri, tre) precedenti occasioni. A loro le chiacchiere e i colpi bassi, a noi il campo. Quella, da sempre, è la nostra forza.