L'uomo che vinceva sempre

ManciniE così, a quanto pare, l'allenatore più vincente della storia degli esauriti dopo Helenio Herrera (e già questo la dice lunga sul palmares centenario di questa casa di recupero per sistemi nervosi sfasciati che risponde al nome di Internazionale) viene esonerato.

Non è bastato, all'insaziabile presidente petropolitano ("altro che pirla: è che il Moratti è troppo signore", si diceva un tempo, dai bar di periferia fino ai salotti buoni della Tv), arrivare per ben due anni consecutivi nelle prime sedici regine d'Europa, né conquistare tre scudetti consecutivi fra i quali - perché lui non è mica un pirla, ma è un signore - non ha alcuna esitazione a porre in cima alla lista dei preferiti quello del 2005/2006, strappato alla concorrenza con i denti (!) e gli occhi iniettati di sangue (che per questo erano Rossi).

Pare che il prossimo domatore di cavalli a maneggiare il frustino presso il Centro di smistamento stampelle e scatoloni di Appiano Gentile sarà Josè Mourinho.

Faccia da vero schiaccia-tope modello Rocco Tano, carattere tutt'altro che accomodante - almeno secondo radio mercato -, The Special One, come viene soprannominato dagli esperti dopo la seconda bottiglia di assenzio tracannata al buio, sembra avere tutti i requisiti necessari per consentire ai bookmakers inglesi di quotare alla pari lo scoppio della prima rissa nello spogliatoio nerazzurro già durante il pre-campionato o - al più tardi - durante la prima trasferta in pullmann ai primi di settembre, che coinciderà con la prima, grande e insanabile spaccatura della squadra in due fazioni. I fedelissimi della sosta in Autogrill, prevalentemente comunitari, contro la banda dei sudamericani, inflessibili sostenitori del trancio chili e salsiccia da Spizzico.

Lo stipendio da sei milioni di eurelli belli belli a stagione da versare a Mancini fino al 2012, non sembra turbare più di tanto il petroliere Onesto, che alla proposta di chiudere la partita con una buonuscita secca di circa otto milioni di euro, sempre secondo radio mercato, si sarebbe sentito rispondere di andare affanculo lui, Mourinho, i sudamericani e lo Spizzico. Staremo a vedere.

Se non altro, però, da questa dura presa di posizione da parte del mito vivente di Jesi, sembrerebbero prendere corpo le prime conferme sui motivi del divorzio anticipato e dei dissidi con alcuni giocatori durante la stagione appena terminata.

Evidentemente anche il Mancio preferiva di gran lunga il Capri e il Fattoria ai sapidi triangoloni di pizza ipercalorica, preludio di intere notti passate a dormire (poco e male) su un fianco.

Quale sia il menù preferito da Moratti, invece, nessuno lo sa con certezza. Ma una certezza, sul petroliere, ce l'abbiamo eccome, e mica da oggi.

Deve avere davvero un bello stomaco, quell'uomo.