Fatti, non pugnette!

ibraA mali estremi, estremi rimedi. John Elkann aveva chiesto ad allenatore e squadra di "parlare meno e pensare a vincere". Dopo il pareggio contro l'ultima della classe ne è arrivato un altro contro la penultima. Sono cinque partite che non si vince e si incassano in media più di 2 gol a partita. Il secondo posto, con il Milan 4 punti davanti, si allontana e si materializza in modo sempre più realistico il pericolo di vedersi sfuggire anche la terza piazza utile per la qualificazione diretta in Champions League, visto che la Fiorentina si avvicina ed è a soli 5 punti. Quando mancano 4 partite alla fine del campionato si può dirlo: la Juventus è a pezzi! Squadra e allenatore sono ormai due entità distinte, mentre la dirigenza, bersaglio di una pesante contestazione del tifo organizzato e non, vive il suo momento più difficile. Sarebbe stato troppo facile uscire da Calciopoli baciati dalla sorte e, senza meriti particolari, guidare la società di calcio più titolata d'Italia senza, prima o poi, pagare dazio. Un manager che oltre a fare l'amministratore delegato si prende la briga di fare il direttore generale, un presidente che arriva direttamente dalla liquidazione di una delle aziende del gruppo, un direttore sportivo che fino all'anno prima alzava i numeri delle sostituzioni e un allenatore che in un secolo di carriera non è riuscito a vincere "1 scudo 1" avendoci provato in tre campionati diversi. Mai così indegnamente rappresentati. E' tempo di pagare il conto di queste scelte così palesemente inadeguate alle esigenze di un blasone e di un'entità come quella bianconera, vissuta per 80 anni sotto l'egida della famiglia Agnelli. Non può pagare solo un allenatore di cui ormai ogni minuto in più sulla panca può essere deleterio per tutti, le responsabilità di certe scelte deve riguardare direttamente dirigenza e proprietà su cui pesano scelte superficiali di cui Ju29ro ha sempre denunciato limiti e contraddizioni.

Il 2-2 contro il Lecce è parente stretto delle ultime sconcertanti prestazioni, riuscendo anzi nell'impresa di peggiorare. Ranieri ci mette del suo schierando un 4-3-3 lungo e sfilacciato e per giunta con la solita difesa troppo alta contro un avversario che si affida al contropiede per le proprie rare sortite offensive. Si becca gol, si fa la rivoluzione fra il primo e il secondo tempo e si raddrizza la partita (sempre contro il Lecce, non il Barcellona!) e poi si scompare sopraffatti dal maggiore vigore atletico e agonistico dei pugliesi. Si rischia ripetutamente di capitolare fino al 93°, quando il 2-2 diventa amara realtà.

Davanti alla Juve il Milan va fortissimo e a Catania coglie la vittoria numero 6 nelle ultime 7 partite. Un gol per tempo e pure un paio di pali per la coppia Inzaghi (11 gol nelle ultime 8 partite) - Kaka (15 gol) a sancire uno 0-2 piuttosto eloquente. Nel cartellone del prossimo turno c'è un Milan-Juventus a cui oggi ci si può aggrappare soltanto sperando in una prova d'orgoglio. Il rossoneri si giocheranno addirittura qualche spicciolo di speranza di scudetto anche se, proprio dal prossimo turno, l'Inter potrebbe aggiudicarsi matematicamente il titulo (se Inter e Juve vincono entrambe). Proprio i nerassurri avevano chiuso la pratica di giornata già nell'anticipo serale del sabato liquidando una Lazio che pure nel primo tempo aveva dato la sensazione di poter fare risultato. Ma ci ha pensato Ibra (21 gol) con gol e assist a chiudere 2-0.

Dietro alla Juve pure si corre forte. La Fiorentina regola 1-0 il Torino e coglie la quinta vittoria nelle ultime 6 partite; il Genoa segue a un'incollatura grazie alla vittoria nel derby della lanterna (3-1) in cui il mattatore è stato Diego Milito (19 gol) autore di una tripletta. Partita di straordinaria intensità agonistica, quella fra Genoa-Sampdoria, scivolata in corrida nel finale in cui ci sono stati ben 3 espulsi (Ferrari e Thiago Motta per il Genoa e Campagnaro per la Samp) che si aggiungono a 11 ammonizioni sanzionate da Morganti nel corso dell'incontro.

La Roma non riesce a superare il Chievo che impone lo 0-0 e non solo perde le residue speranze di raggiungere la zona Champions, ma vede avvicinarsi pericolosamente, a un solo punto, il Palermo (5-1 al Cagliari!) per quel posticino utile per qualificarsi alla Coppa UEFA. Anche i sardi però fanno un pensierino alla qualificazione UEFA: per il prossimo turno c'è Cagliari-Roma, con una vittoria la squadra di casa si porterebbe a un punto dai giallorossi.

In quelle partite che ormai contano solo per le schedine e le scommesse l'Udinese batte 3-0 l'Atalanta e il Siena piega il Napoli 2-1. Quel che resta di interesse in un campionato di noia rara si gioca nella lotta per non retrocedere. La classifica si fa più corta grazie alla Reggina (27 punti) che, nello scontro diretto dell'anticipo del sabato, sbanca Bologna con un 1-2. Muove la classifica anche il Lecce (28 punti), mentre Bologna (29 punti) e Torino (30 punti) rimangono al palo. Nel prossimo turno c'è un Torino-Bologna, scontro diretto fra le due che sembrano stare peggio; il verdetto sa tanto di spareggio e per chi perde la serie B diventerebbe molto più di un'ipotesi.