Prove tecniche d'Europa

ChielliniCon la partenza di quasi tutte le più importanti leghe europee, facciamo un bilancio di quello che si è visto nell’ultimo weekend, per capire quali potranno essere le squadre che potrebbero lasciare un’impronta sulla stagione appena iniziata.
In Italia siamo ancora alle amichevoli, a parte Juve e Fiorentina che hanno superato brillantemente l’andata dei preliminari di Champions League, mettendo in mostra le buone cose che già avevano evidenziato nelle precedenti amichevoli. Per la Juve c’è la brutta figura rimediata al Trofeo Berlusconi, una sconfitta per 4-1, oltre i demeriti e gli errori della terna arbitrale, che non va sottovalutata per via dell’imbarazzante prestazione degli esterni difensivi e per l’approccio alla gara sicuramente svogliato della squadra, in grado di offrire un buon calcio fino al raddoppio rossonero e poi ritrovatasi solo verso il finale con l’arrembante ingresso dei giovani che fin qui hanno fatto tanto bene. Questo è un aspetto da non sottovalutare; alla stregua delle grandi squadre europee che danno spazio a ragazzini terribili, sarebbe buona cosa se la Juve iniziasse ad osare di più con i giovani. Essere la prima tra le tre grandi tradizionali (la Roma lo fa da anni) non sarebbe solo un motivo d’orgoglio: perché Arsenal, Manchester United, Real Madrid, Barcellona sì e noi no?
La gara lascia purtroppo degli strascichi pesanti sul piano degli infortuni, con l'infortunio di Chiellini, problema che come minimo lo toglierà di mezzo per circa due mesi. Una sciagura che indebolisce ulteriormente una già traballante difesa, messa a ferro e fuoco da Seedorf e Ambrosini. Sul banco degli imputati in particolare Grygera (è proprio impossibile recuperare il miglior Zebina?), corresponsabile in almeno tre dei quattro gol rossoneri. Ma anche Molinaro si è mostrato impacciato e approssimativo come al solito. Difficile anche giudicare positivamente Mellberg, apparso in difficoltà sul pressing milanista, tecnicamente molto scadente. E poi Poulsen, avulso dal gioco e limitato al compitino: sembra un Tiago meno tecnico ma più incisivo in copertura, e non è affatto un complimento. A proposito di Tiago: stasera dovrebbe essere stata la sua ultima gara in bianconero, o almeno si spera. Ennesima occasione, ennesimo fallimento, anche per chi desiderava vederlo schierato in un centrocampo “a tre”. Si è avuta la conferma di quanto quei 13 milioni spesi la scorsa estate gridino vendetta. Le assenze del già citato Chiellini e di Cristiano Zanetti costringeranno la Juve ad affrontare la prima parte della stagione senza due terzi dell'asse portante della squadra della scorsa stagione. Situazione addirittura allarmante sarà quella che si verificherà a Firenze dove mancherà anche lo squalificato Sissoko.
Il Milan, nonostante le tanto strombazzate assenze e la vittoria numericamente squillante, non è piaciuto. Aveva bisogno di vincere “bene” per mettere a tacere i mugugni tra i tifosi dopo l’imbarazzante pre-campionato condotto finora. Ha vinto sfruttando errori clamorosi di una squadra demotivata (per la Juve è un’aggravante, per i rossoneri pure), una certa benevolenza arbitrale (al di la degli episodi, i rossoneri hanno affrontato la gara con molta grinta, a volte anche eccessiva) e per ora Flamini sta al Milan come Poulsen sta alla Juve. Cioè poco o nulla.
La Roma ha preso schiaffi in giro per l’Europa e naviga in una situazione tecnica e societaria che definire delicata è poco. L’Inter di Mourinho (che viene presentata con un’enfasi tale da sembrare una squadra soprannaturale) esibisce la sua proverbiale solidità prendendo zero gol (pur rischiando) contro avversari quali Ajax, Siviglia, Benfica e Bayern Monaco.
Di questi avversari, in questa stagione potrebbe capitarle di incontrare il solo Bayern Monaco che all’esordio in Bundesliga senza i suoi due giocatori più determinanti (l’esplosivo Toni e il frizzante Ribery, assenti per infortunio) sembra aver perso quella brillantezza che l’anno scorso lo rendeva inavvicinabile. L’Amburgo (senza Van der Vaart, finito a Madrid) gioca alla pari coi bavaresi che in vantaggio di due gol si fanno raggiungere rischiando anche la sconfitta. Nulla di preoccupante per carità, ma il passaggio da Hitzfeld a Klinsmann potrebbe nascondere qualche insidia.
Proseguendo il giro per l’Europa, l’Inghilterra ieri proponeva l’esordio in Premiership di due delle dominatrici della scorsa stagione, con l’Arsenal che regola senza incantare 1-0 il neopromosso West Bromwich Albion con il gol del neo-acquisto Nasri, e il Liverpool che fatica come sempre in patria (dopo uno 0-0 con brivido contro lo Standard a Liegi nel preliminare europeo) ma supera in extremis il Sunderland di Roy Keane con un gol del “Nino” Torres, più a suo agio una volta liberatosi della presenza della sua nuova spalla, l’ex interista Robbie Keane. Il tormentone estivo Xabi Alonso ha cambiato il match: inizialmente partito dalla panchina nella ripresa ha stravolto il ritmo della gara con una regia propositiva e illuminante, determinante anche in occasione del gol. Oggi entravano in scena le eterne duellanti della stagione scorsa, prima il Chelsea di Scolari (contro il Portsmouth) e poi il Manchester Utd campione nazionale e continentale, impegato contro il Newcastle di Kevin Keegan. I “Blues” hanno destato una grandissima impressione, una squadra piena di talento e aggressività che sembra finalmente poter tirare un sospiro di sollievo, liberata dai tatticismi di Mourinho e dal non gioco di Grant. I ragazzi di “Felipao” hanno mostrato un gioco rapido e gradevole, fatto di scambi precisi e divertenti con verticalizzazioni improvvise e letali. 4-0 il risultato finale, con grandi protagonisti Ballack (poi infortunatosi), Lampard, Joe Cole e Anelka, ma con il nuovo arrivato Deco su tutti, ad orchestrare la squadra con la sua sapiente regia. Ottimo anche Bosingwa e la coppia Terry-Carvalho, impeccabile come al solito. Drogba ed Essien, infortunati in tribuna, possono guarire tranquillamente. I ragazzi di Sir Alex Ferguson hanno invece ottenuto l’unico pareggio di tutta la prima giornata di Premiership, andando sotto per un gol di Martins, subito replicato dallo scozzese Fletcher. Ma da quel momento, l'ottimo Given e l'imprecisione degli avanti dei “Red Devils”, con Rooney ma ancora senza Tevez e Ronaldo, quest’ultimo in tribuna ad “Old Trafford”, tengono il risultato inchiodato sul pari. Nulla di preoccupante, ma di certo le sensazioni che il Chelsea ha trasmesso in questa prima parte di stagione sono migliori di quelle fornite dai pur incompleti campioni d’Europa.
Tornando sulle sponde del Mediterraneo, a Barcellona ieri si giocava il tradizionale trofeo Gamper, in onore del fondatore del club catalano, e l’avversario di quest’anno era il Boca Juniors. Argentini che han tenuto in scacco i blaugrana fino al 90°, andando addirittura in vantaggio e sfiorando il raddoppio. Un Barça deludente e inizialmente rimaneggiato, ma come sempre coraggioso nell’investire sui giovani che sforna a getto continuo. Guardiola sembra non capirci moltissimo finchè decide di inserire Eto’o, Iniesta e Xavi che risulteranno determinanti per rimontare il risultato con due gol nei minuti di recupero, il pareggio di capitan Puyol e il punto decisivo ad opera del camerunense ormai confermato a furor di popolo. Mancava ovviamente Messi, c’era il giovane Bojan Krkic, insieme ad un altro giovane, Busquets, ma anche la solita gara anonima di Henry come pure di Hleb, dimostratosi ancora un corpo estraneo. Ma la cosa che comunque impressiona di questa squadra è l’esibizione persino incosciente di talento. Sempre da quelle parti, stasera si giocava l’andata della Supercoppa di Spagna, tra Valencia e Real Madrid, e anche qui come al solito tanti gol e difese ballerine. Brilla Van Nistelrooy nelle fila “merengue”, con due gol da rapace qual è, mentre dalla parte opposta ancora sugli scudi David Villa (autore del 2-1) e lo sfortunato Vicente, autore del gol del 3-2 definitivo che rimanda la contesa al “Bernabeu”. In sostanza sia Real Madrid che Barcellona danno l’impressione di essere le solite, piene di qualità (i bianchi ad un certo punto avevano in campo Guti, Robben, Van der Vaart, Van Nistelrooy e Raùl, con Robinho appena uscito per dare spazio all’ex mancino del Chelsea) ma anche di quantità (Diarra e YaYa Tourè a fare da diga), imperfette come al solito e difensivamente perforabili, ma probabilmente è come sempre un aspetto voluto, fa parte della loro filosofia.
In sostanza, gran figura l’ha fatta il Chelsea, ed è dall’inizio della stagione che la cosa si verifica con continuità; tra le altre c’è un’Inter apparentemente molto solida ma anche un po’ sterile, un Milan che è ancora un cantiere e tante con i loro difetti cronici (di narcisismo le spagnole, di prevedibilità le tedesche, di inesperienza l’Arsenal), mentre altre hanno le loro piccole problematiche da assestamento. Davanti a tutta questa abbondanza, senza determinati accorgimenti, suona quantomeno blasfemo accostare la Juve a queste squadre.
Alla luce del caso-Chiellini, sarebbe auspicabile che la società facesse qualcosa in direzione mercato per evitare se non lezioni, almeno punteggi come quelli del "Berlusconi".

ULTIM'ORA: Sospiro di sollievo per la Juve e per Giorgio Chiellini. Gli esami a cui è stato sottoposto il difensore dopo l'infortunio di domenica sera al trofeo Luigi Berlusconi hanno escluso l'interessamento del legamento crociato e il difensopre toscano potrà tornare in campo a fine settembre.
Chiellini è parso subito rinfrancato dopo avre avuto l'esito degli esami. "Mi sono tolto un bel peso: dopo il dolore e le sensazioni di ieri sera avevo paura di aver compromesso la stagione. Il possibile interessamento del crociato era l'aspetto che mi preoccupava di più. Ora mi allenerò da solo per un mese, ma sono contento perché perderò poche partite e a fine settembre conto di essere in campo".
L'apprensione con cui i tifosi hanno atteso sul web il responso degli esami evidenzia la consapevolezza degli stessi che il difensore toscano non ha una valida alternativa nella rosa costruita dal duo Secco&Blanc.