Buona la prima

John ElkannBuona la prima, come direbbe John Elkann guardando Bedy Moratti in testa a una fila indiana formata da Naomi Campbell, Kate Moss, Elle Mc Pherson, Gisele Bundchen e Heidi Klum. Perché lui, a giudicare dalla versione con parrucca di John Hannah (foto) che si è sposato, di figa deve intendersene un bel po'. Quasi come di calcio.

Purtroppo però i nomi non sono proprio tutti gli stessi di prima, così accade che, quando sei a un passo dal traguardo, l'ex stallone sterile rossonero Gilardino ti buca una gomma e la corsa finisce.
Non fa una grinza. D'altronde, se a presidiare il cuore dell'area di rigore ti ritrovi con un plinto di cemento armato come Mellberg (la famosa cucina Olof del nuovo catalogo IKEA consultabile QUI), anche Bud Spencer rischia di fare bella figura come centravanti avversario.

Di Molinaro non vorrei più parlare. Se non è bastata un'intera stagione - la scorsa - per capire che questo ragazzo ha ancora pochissimo tempo per prendersi un diploma e trovarsi un lavoro dove riuscire perlomeno a fare il minimo sindacale in maniera decente, il rischio di vederlo ancora intento a guadagnarsi da vivere facendo il calciatore comincia a farsi serio.

Gente così, se non fosse davvero successo niente, per indossare la maglia della Juve dovrebbe andare sul sito ridarello (Juventus.com) e scucire 69 euro.

Così come Ranieri, sempre se non fosse davvero successo niente, per sedersi sulla panchina che negli ultimi diciassette anni è appartenuta a Trapattoni, Lippi, Ancelotti e Capello (qualche container di trofei in quattro), dovrebbe scavalcare le recinzioni dello stadio durante la notte e raggiungere furtivamente il campo, possibilmente facendo attenzione a non cascare nel fossato mentre armeggia con il telefonino per immortalarsi laddove non potrebbe mai nemmeno sperare di posare il culo.

Il problema - e mi pare di non essere il solo a pensarla così - è che qualcosa è successo, eccome se è successo. E' successo che abbiamo espiato, anche se - come dice Cobolli - senza sapere bene per che cosa, e mentre noi eravamo intenti ad espiare gli altri riordinavano le idee e programmavano il futuro.
Certo lo facevano a modo loro, spesso anche senza riuscire ad essere niente di che, pur con tutta la buona volontà.

Lo dimostra la Fiorentina di Prandelli, che nonostante il rodaggio dei preliminari e la fascia di "Miss bel gioco" ricevuta l'anno scorso insieme alla Roma, di fenomeni (o pseudo-tali) non ne schiera poi così tanti (a parte Mutu, ricevuto in dono dalla Juventus).

Lo dimostra la stessa Roma, che giunta al terzo anno consecutivo da principale antagonista degli Esauriti di Onestòpoli, bagna l'esordio casalingo con un bel pareggio e tanti saluti a totti.

Lo dimostra lo stesso Milan, che nonostante rimanga, rosa e salute alla mano, il mio preferito, risponde all'invito perentorio di Galliani ("Ancelotti deve vincere lo scudetto") rimediando una bella scoppola casalinga dal neo-promosso Bologna.

A tenere vivo il buon umore nonostante tutto - guarda caso - ci pensa proprio la squadra più forte dell'Universo (quella del nuovo Messia, speciale ma non molto, José Mourinho), e lo fa per bocca di un altro gentile omaggio della nuova Juventus: Zlatan Ibrahimovic.

Sul pareggio di sabato con la Sampdoria, ha detto:

"Alla fine, invece, tutti hanno visto la trattenuta ai miei danni di Lucchini, ma l'unico che non ha visto è l'arbitro e non ci posso fare niente. L'arbitro deve vedere sempre tutto perché è l'arbitro ed è l'uomo più importante della partita".

Niente male come inizio, questo del pianginismo arbitrale, considerato il fatto che tra il suo controllo di mano-non-mano in occasione del gol nerassùrro, e il fallo da rigore di Zanetti (quello che "noi vinciamo sensa rruvàre") non concesso alla Samp, la prima rata di calci in culo da parte dei ragazzi puliti di Collina è già finita all'incasso.


Mi sa tanto che, a conti fatti, davvero non è cambiato niente. Juventus a parte.