Non vi abbiamo mai creduto, non vi crediamo più

Elkann e BlancE’ brutto dover commentare continuamente prestazioni vergognose. Fa rabbia, molta rabbia e anche se non è elegante è il momento di dire: "Noi ve l'avevamo detto".
Avevamo detto che questa non è la Juventus, non ne ha il DNA, non ne ha lo spirito e nemmeno l’atteggiamento. La Juventus stuprata e data in pasto agli sciacalli dagli stessi proprietari. Una Juventus che appare sempre di più come un oneroso fastidio per l’azionista di riferimento. Che invece di farsi vedere allo stadio come obbligato da un dovere professionale farebbe meglio a starsene a casa e sfogare la propria fantasia concependo nuovi leoni e oceani. BASTA.
Non si può più continuare con queste balle. Due anni e mezzo di balle. La Juve merita rispetto, la sua storia lo esige, anzi lo impone. Cari dirigenti della Nuova Juventus, fate la prima cosa juventina da due anni e mezzo a questa parte: ANDATEVENE!

Un mercato fatto di comprimari di medio-basso livello, un indirizzo rivolto esclusivamente al risparmio a tutti i costi. Non una delle dichiarazioni (e sono tante, è difficile non prenderci nemmeno una volta, ma così è stato) rilasciate in questi anni dai vari rappresentanti societari presentatisi davanti ai microfoni è stata seguita da fatti concreti. Sarebbe troppo tornare ad insistere su ferite mai rimarginate e che non si rimargineranno mai. Il tifoso juventino, giunto oggi al culmine della settimana più bassa della sua storia (si, anche peggio della serie B), chiede almeno una cosa: di non essere più preso per i fondelli così pesantemente.
Il tifoso che paga, che rappresenta l’unica ricchezza per una società gestita da incompetenti a 360 gradi. Il tifoso che, anche quando si sforza di essere il più possibile ottimista e si tura il naso davanti a certe schifezze, capisce che in fondo in fondo è rimasto solo ad avere a cuore le sorti di quella che, per chi la gestisce, è solo un “asset” del Gruppo.
Il tifoso che non riesce a riconoscersi nei fratelli Elkann, in Cobolli Gigli, Blanc e Alessio Secco, e nemmeno si riconosce in uno come Ranieri che, lo ripeteremo sino alla noia, non si sarebbe mai seduto su quella panchina se non fosse successo quello che sappiamo.
L’ultima settimana è esauriente per spiegare l’inadeguatezza del tecnico romano. Da Genova alla gara col Palermo, passando per la trasferta di Minsk, abbiamo visto cose che agli inglesi suggerirono l’etichetta di Mr. Tinkerman (il pasticcione). Tre formazioni assurde, tre dimostrazioni di incapacità totale e dichiarazioni conseguenti sinceramente imbarazzanti. Ricordo Rino Marchesi, un altro che vinse alla lotteria quando si sedette sulla panchina della Juventus, dichiarare serenamente dopo un rovescio per 4-1 subito a Genova contro la Samp dei ragazzini terribili: "Abbiamo fatto una buona gara ma la Samp ci è stata superiore". Arrendevole, fatalista e passivo. Così era quel galantuomo di Marchesi, così è Ranieri. Ma Marchesi prese in mano una squadra a fine ciclo, mentre l’ex tecnico di tante pericolanti e due fuoriserie (Chelsea e Valencia, che vinsero immediatamente dopo la sua cacciata) ha fatto spendere montagne di milioni per giocatori mediocri in quantità. Sarebbe bastato comprare tre uomini giusti in due anni, invece che 12/13 tra relitti e mediocri.
La gara odierna è lo specchio di questi due anni. Una partenza titubante, incerta, senz’anima, un Palermo pieno di scarti delle grandi (Juve in particolare) che dimostra organizzazione e gioco più di quanto ne abbia mostrati la Juve nel periodo Ranieri. E a Ballardini, che ha più denti in bocca che panchine in serie A, son bastati pochi giorni per dare una fisionomia ad una squadra che ha perso il suo miglior giocatore ma che sembra avviata ad una stagione brillante. Una formazione, quella messa in campo da Mr. Tinkerman, illogica e surreale. Puntualmente in balìa degli avversari. Una coppia centrale difensiva Knezevic-Mellberg, una primizia assoluta che speriamo non preveda repliche future, con lo svedese che si rompe a fine primo tempo e quindi urge riadattare Grygera centrale con Brazzo sulla destra. Centrocampo con il generoso Marchisio, il danese pallido e Sissoko, tanto generoso quanto tatticamente incapace e mentalmente sciagurato. Benitez, uomo dall’intelligenza superiore, non ne sopportava gli inopportuni eccessi di foga agonistica, per questo l’ha lasciato partire. Oggi abbiamo visto perché. Davanti, il trio Giovinco- Del Piero- Amauri cerca di combinare qualcosa, ma a parte la fisicità del brasiliano poco rimane.
Il gol del vantaggio palermitano è un regalo della ditta De Ceglie-Buffon-Knezevic, il primo aggirato e anticipato, il secondo autore di una respinta oratoriale, il terzo reattivo come un koala fatto di eucalipto. E così Miccoli ottiene la sua vendetta. Verrebbe da pensare che sia tutto organizzato per attribuire anche le colpe di questa sconfitta alla Triade, visto che in questo periodo certe schifezze son tornate all’ordine del giorno. Un regalo di Amelia su punizione di Del Piero (abbracciato solo dai tre babies dopo il gol: meditate…) allunga l’agonia, che continua nella ripresa quando proprio i tre ragazzini mostrano impegno e voglia, soprattutto Marchisio, determinato e propositivo, e la cosa ci fa un tantinello incavolare se pensiamo che svolge il doppio lavoro, il proprio e quello del maliano espulso.
Anzi, urge correzione: il lavoro di Marchisio fa per tre, visto l’ennesimo non pervenuto alla voce Poulsen. Costui non sembrava essere il nuovo Tiago, e infatti non lo è. E’ decisamente peggiore. E’ una maglia bianconera in giro per il campo, sempre timido e impreciso, con i piedi di marmo. Almeno l’insulso portoghese, pur essendo un mediocre come di regola gli acquisti targati Nuova Juventus 2006, ha un destro decente, Poulsen nemmeno quello. La proverbiale grinta è rimasta in Danimarca o altrove e, ripetiamo, fa veramente rabbia vedere quanto Marchisio gli sia superiore.
Ma non può durare, ed è logico che a lungo andare, quando le forze vengono meno e Ranieri torna sui suoi passi inserendo Camoranesi e Nedved senza ridisegnare la squadra si venga infilati da un esemplare contropiede rosanero 5 contro 3. E le cose più imbarazzanti verranno nei minuti finali, con il Palermo che grazia misericordiosamente in un paio di occasioni Buffon ma, soprattutto, col torello dei giocatori rosanero, fra gli "olè" del pubblico panormita. Questo, in tanti anni di onorata e orgogliosa appartenenza juventina, ci mancava.
Le dichiarazioni del post gara però rimettono le cose a posto: tra un Ranieri che capisce il momento della squadra "che ha fatto tutto quello che poteva fare" e che "non ci sono problemi di spogliatoio, sono invenzioni giornalistiche", e un Cobolli Gigli sorridente che riserva complimenti sperticati a Cassano e sulla sua squadra si limita a ribadire che "siamo determinatissimi a far bene, e vi posso assicurare che faremo bene", con la stessa grinta vista sprigionare da Tiago nei momenti migliori. Se lo dicono loro, bisognerà crederci, si dice così, no?
Per quanto ci riguarda, ribadiamo quanto scritto molte righe sopra: non vi abbiamo mai creduto, non vi crediamo più.

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