Grande Juve. Ma piccola Roma

MarchionniUna Juve in crescita conferma i progressi delle ultime gare. La squadra di Ranieri dopo aver toccato il fondo tra la gara interna con il Palermo e la trasferta di Napoli (il tutto condito da polemiche interne persino troppo esplicite) sembra aver trovato una certa continuità, collezionando la QUARTA vittoria consecutiva.
Una buonissima Juve questa sera, in una giornata che coincide con il compleanno della società, la quale oggi festeggia 111 anni (una bella clip sulla Juve). Ma dev’essere destino che in questa stagione anche le serate che ripropongono sprazzi di Juve d’altri tempi, debbano nascondere tra le pieghe motivi di frustrazione per il tifoso bianconero. Perché se alla vigilia la situazione infortunati pareva in leggero miglioramento, ci ha pensato il bollettino medico di ieri sera a confermare l’ennesimo infortunio, quello capitato all’ex livornese Knezevic, che dovrà essere operato (l’intervento verrà effettuato domani, 2 novembre) per l’asportazione di un frammento cartilagineo dal ginocchio.
Knezevic aveva subito durante gli Europei un infortunio con la sua Nazionale e aveva iniziato la preparazione in ritardo per riprendersi da quel problema. L’acquisto più “impegnativo” della gestione Secco, conferma la sua fragilità fisica dopo pochi impegni ufficiali. Non che la sua assenza sia cosa da strapparsi i capelli (anzi, abbiamo avuto dimostrazioni di segno opposto), ma la scelta dei giocatori, da un paio d’anni a questa parte, sembra effettuata previo consulto di cartelle mediche, unica leva da sbandierare in faccia al club venditore per costringerlo ad abbassare il prezzo. Con i risultati che abbiamo davanti agli occhi. Ciliegina sulla torta, al termine della più convincente gara in campionato della Juve in questa stagione, l’ennesimo infortunio muscolare occorso ad uno juventino. Stavolta tocca a Grygera, fin qui uno dei più impiegati, uscito nel finale per un affaticamento alla coscia sinistra. Al suo posto entra Mellberg, che riprende il ruolo ricoperto nell’Aston Villa, ma che ci auguriamo di non vedere a Madrid contro Van der Vaart e Robben…
Venendo alle questioni più squisitamente tecniche, la Juve sfrutta un crescendo fisico, una condizione generale nettamente migliorata, ma anche un aspetto mentale decisamente diverso, più propositivo. Forse alcuni chiarimenti nello spogliatoio hanno ottenuto l’effetto sperato. La squadra corre e raddoppia, imponendo un ritmo frenetico che l’irriconoscibile Roma (senza Totti anche stasera) riesce a contrastare solo nella fase centrale del primo tempo, dove si rende due volte pericolosa, ma poi sparisce inghiottita nei suoi problemi.
Questa è l’incognita che grava sulla reale prestazione della Juve: troppo forte la Juve o troppo brutta la Roma di questi mesi? Una Roma che stasera mostra come il tracollo casalingo contro l’Inter fosse la norma di questa stagione, giunta ormai alla sesta sconfitta su 9 gare. Una Roma che oggi è solo De Rossi, talmente superiore al resto della compagnia da apparire uno e trino. Gli altri vengono puntualmente asfaltati, con Juan che porta a casa la maglia di Amauri, probabilmente per praticarvi una macumba, e gli uomini di fascia in grado di far sembrare fenomeni il comunque ottimo Grygera e il sorprendente “scorer” Marchionni (QUARTA vittoria consecutiva con lui in campo e nessun guaio fisico: un record storico per la sua esperienza juventina), mentra dalla parte opposta si assiste allo show dello straripante Nedved di questi tempi, coadiuvato dal trasformato Molinaro, l’uomo che non ti aspetti ma che stasera riceve probabilmente i primi applausi a scena aperta dal giorno del suo ritorno a Torino. Ed è significativo che gli applausi per il difensore campano partano a conclusione di una travolgente azione (a Roma ormai arresa, va detto) terminata con un traversone fuori misura, forse perché galvanizzato e voglioso di strafare.
Detto della difesa, precisa e puntuale con il solito Legrottaglie ormai cervello del reparto che si abbina alla perfezione col dirompente Chiellini, le note più sorprendenti vengono dal centrocampo. Sissoko è ormai al solito croce e delizia, grande trascinatore e inguaribile pasticcione: per fortuna, nel bilancio delle due opzioni, il primo aspetto continua a prevalere decisamente. Soprattutto perché l’altro uomo che non ti aspetti stasera offre la seconda prova decente nel giro di tre giorni, forse la terza in 15 mesi. Tiago non fa miracoli, non è un fuoriclasse e probabilmente nemmeno un grande giocatore, ma una certezza possiamo averla: ha piedi e cervello migliori di quelli di Poulsen. Perciò, impalpabile per impalpabile, meglio l’evanescente che alla palla sa dare del tu piuttosto di quello che la tratta come un oggetto misterioso.
Non è una prospettiva edificante e soprattutto attendiamo test più probanti di questa Rometta malata, che domani potrebbe ritrovarsi in una posizione di classifica da serie B. Infine, menzione particolare per Alessandro Del Piero, che realizza il suo quinto gol stagionale con altrettanta prodezza balistica. La continuità di queste reti, il movimento a tutto campo e il gusto della giocata, anche e soprattutto in funzione dei compagni, sono tutte cose che parlano chiaro: il numero 10 sta bene, e si vede benissimo. Speriamo che la condizione duri e che la strada intrapresa sia quella giusta.
Da mercoledì sera, da Madrid, sapremo qualche cosa in più.

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