La Formica e il Bisonte

Sebastian GiovincoUna Juve rimaneggiata, come raramente è successo in questa stagione pur tribolata, riesce ad aver ragione in extremis del Lecce di “Barnetta”. All’appello, oggi, risultavano indisponibili: Buffon, Zebina, Knezevic, Zanetti, Salihamidzic, Poulsen, Tiago, Trezeguet, Del Piero, Iaquinta. Tralasciando il fatto che, per il buon andamento della stagione, l’infortunio di alcuni di questi elementi può solo definirsi una grazia celeste, bisogna riconoscere che le difficoltà di formazione non mancano mai. Forse anche le scelte obbligate rappresentano qualcosa di provvidenziale per Ranieri, vista la proverbiale attitudine del Mister a “pasticciare” formazioni, nemmeno fosse il peggior alchimista.
Il Lecce in questa stagione ha fermato il Milan in casa propria pareggiando nel tempo di recupero e ha perso a San Siro con l'Inter, altrettanto in extremis; logico che l’impegno presentasse qualche incognita, assenze a parte. Assenze che comunque favorivano l’ingresso dal primo minuto del “caso” giornalistico del momento: Sebastian Giovinco. La “Formica Atomica” trova il modo di mostrare il proprio talento, con alcune buone iniziative che ne evidenziano l’indiscutibile valore e, soprattutto, con un gol su punizione (il suo primo alla Juve) che ha fatto pensare alle recenti performance di Del Piero.
Il primo tempo scivola via senza grosse emozioni, con una Juve volenterosa ma poco lucida, bloccata dallo schieramento vigile e ordinato dei salentini. Una Juve senza idee con gli esterni che spingevano poco e con i centrali che facevano legna ma si mostravano poco propositivi. Giusto lo spazio per un paio di reclami (Benussi su Nedved e su Marchionni compie due interventi che, altrove, avrebbero fatto gridare al rigore netto), nemmeno troppo convinti, ed è già ora di pensare alla ripresa.
Ripresa nella quale la Juve si presenta più convinta, con un Giovinco che sale in cattedra, prima con un’azione personale rifinita per Amauri che calcia fuori, poi con una punizione tipica del suo repertorio che porta la Juve in vantaggio, infine con un’assistenza per Sissoko il quale offre ad Amauri, che, contrastato, non riesce a concludere verso la porta. Il Lecce provava a reagire ma non andava oltre un colpo di testa del “Tir” Tiribocchi fuori di poco; la squadra di Ranieri sembrava controllare senza eccessivi problemi, creando praticamente niente ma nemmeno rischiando granché fino all’ingresso di Cacia che, entrato da pochissimo, a sette minuti dal termine realizza forse il gol più bello della sua ancor giovane carriera con un sinistro al volo ad incrociare sul palo lontano.
Parrebbe l'ennesima occasione sprecata da Ranieri e soci, ma per fortuna quasi a tempo scaduto Amauri dimostra una volta di più che i tanti soldi spesi per lui sono stati spesi a dovere: il brasiliano è un bisonte dalla straripante potenza, un giocatore che non è geniale come Ibrahimovic ma che, rispetto allo svedese, conferma di far gol quando serve (e non solo gol bellissimi come quello di oggi) scaraventando in rete con una zuccata un cross interlocutorio di De Ceglie.

Bisognava portare a casa 3 punti per rimanere in scia alla “squadra imbattibile e spaventosa” (Caressa-Bergomi docet): missione compiuta. Nota dolente della giornata: le ammonizioni di Chiellini (che comunque non era diffidato) e di Legrottaglie (che invece salterà il Milan). Contro una squadra che schiera Tiribocchi, Castillo e Cacia (mica Ronaldo, Rooney o Tevez) è un’aggravante. Va detto che il buon Nicola è stato ammonito per un’innocua scivolata, mentre Chiellini è sembrato meno sicuro e preciso rispetto alle ultime esibizioni.
Ora attendiamo il Milan che prende un brodino battendo il Catania, questa volta senza rigori a favore: solo che probabilmente ne meritava uno contro nel finale, con Kaladze che proprio non riesce a tenere le manine a posto. Non fischiando il penalty, il signor Gervasoni (un cognome che evoca situazioni esilaranti, in linea col giudizio dato dal fischietto mantovano sull’episodio incriminato di oggi) ha evitato di “rimanere offeso” dal burbero georgiano, recentemente balzato agli onori della cronaca per le note carinerie rivolte all’arbitro Farina nel dopo partita di Torino-Milan.
Quindi, domenica Juve-Milan si incontreranno partendo dalla stessa posizione in classifica e conoscendo già il risultato dell’Inter, che riceverà il Chievo a San Siro nel pomeriggio: tra le due società più titolate d’Italia è già tempo di "dentro o fuori" e chi perderà (ammesso che non finisca in pareggio) dovrà già leccarsi le ferite.
 
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