Chelsea-Juventus, novità assoluta

RanieriL’urna di Nyon non è stata particolarmente benevola con le italiane. Ironia della sorte, proprio due italiani erano incaricati di provvedere al rituale del sorteggio; Bruno Conti, in qualità di ambasciatore della prossima finale che si disputerà a Roma, e Giorgio Marchetti, direttore delle competizioni UEFA per clubs. Nessuno dei due ha portato bene, addirittura la Juve è uscita al primo giro, abbinata al Chelsea, estratta per prima in assoluto in quanto squadra seconda classificata nella fase a gironi, obbligata dal regolamento a giocare l’andata degli ottavi in casa. Una brutta gatta da pelare, la squadra di Scolari, dal grande rendimento soprattutto in trasferta (almeno in campionato); ecco perché sarà fondamentale fare bene a “Stamford Bridge”. Per Ranieri, un amarcord: fu l’allenatore che Abrahmovic trovò al momento in cui acquistò il Chelsea, entrando in modo dirompente nel mondo del calcio. Un rapporto, quello tra il tecnico romano e il magnate russo, tribolato e spesso imbarazzante per “Mr Tinkerman”, cui il governatore della Chukotka (piccolo stato ai margini dell’impero russo che Abrahmovic governa per questioni “politiche”…) mise a disposizione una montagna di soldi che il tecnico romano finì per dilapidare con gli acquisti, tra gli altri, di Damien Duff, Glen Johnson, Veròn, Wayne Bridge, Geremi, tutto sommato mezze figure affiancate a qualche campione dal passato illustre (e già allora con qualche acciacco di troppo) come Crespo e Makelele. Insomma, un film rivisto, qualche tempo dopo, dalle nostre parti…
Gli unici giocatori di livello di quel Chelsea, rimasti oggi in rosa, che instaurarono un rapporto proficuo con Ranieri sono John Terry e Frank Lampard Jr., i due leader della squadra, l’eterna riserva Wayne Bridge e Joe Cole, da sempre sul punto di esplodere ma in realtà mai diventato quello che si prospettava un lustro fa. I “Blues” sono reduci da una stagione particolare, dove hanno perso tutto sul filo di lana, guidati dal carneade Avram Grant (sostituto del licenziato Mourinho agli albori della stagione 2007/08), destituito dal suo incarico in favore del brasiliano Luiz Felipe Scolari.
Con Scolari il Chelsea ha invertito la rotta rispetto al recente passato “made in Mourinho”; da squadra cinica e noiosa, ma comunque redditizia almeno nelle competizioni a lungo termine, è diventata squadra un po’ più “cicala”, spesso divertente grazie alle giocate dei suoi grandi solisti, ma con qualche problema sul piano della continuità dei risultati. In campionato gli uomini di Scolari sono secondi, un punto dietro al Liverpool di Benitez, ma hanno gettato occasioni d’oro per sopravanzare i rivali. Una squadra che ha qualcosa in comune con l’attuale Juventus; innanzitutto una buona dose di infortuni che l’ha perseguitata nel corso della prima parte della stagione, poi la versatilità di molti uomini, impiegati in modo diverso a seconda delle necessità. Una sorta di “camaleonte inglese” in lingua portoghese. Una filosofia più serena, meno speculativa, che porta la squadra a piacersi un po’ troppo, favorendo lo sbilanciamento verso l’attacco. Il portiere Cech, grande interprete del ruolo ma parzialmente frenato nell’ascesa dal grave incidente di qualche stagione orsono, da quest’anno è chiamato a fronteggiare avversari a tu per tu in misura non paragonabile al passato. Perchè a partire dagli esterni difensivi, Bosingwa (incisivo anche sotto rete) e Ashley Cole (o Bridge, in luogo dell’inglese in fase calante), si evince la nuova vocazione offensiva, a testimonianza dell’inversione di tendenza rispetto al passato. I centrali, con il gladiatorio capitano della Nazionale inglese, l’inamovibile John Terry, e la latitanza alternata del trio Carvalho-Alex-Ivanovic (tra gli infortuni del primo e i mugugni per il poco impiego degli altri due) offrono solidità, anche se nel breve possono concedere opportunità ad avversari agili e tecnicamente dotati.
Il centrocampo, orfano di Essien (perdita inestimabile, si presume assente almeno fino a marzo) vede Lampard, Deco, Malouda e Mikel a dividersi i ruoli: Deco ha in mano le chiavi della squadra e spazia ovunque partendo davanti alla difesa, a sinistra il francese ex Lione, il giovane e promettentissimo Mikel in mezzo e Lampard a far da guastatore con i suoi inserimenti da attaccante arretrato. Sulla destra opera un attaccante vero d’origine, Kalou, paragonabile al Kuyt del Liverpool; ovvero una punta votata al sacrificio che non disdegna di entrare nel tabellino, quando non gli è stato preferito Belletti, esterno destro difensivo (per modo di dire…) brasiliano eroe della seconda Champions League vinta dal Barcellona nel 2006.
A turno, il Chelsea può schierare Mister Eterno Piazzato, al secolo Michael Ballack, inno alla vittoria sfiorata in innumerevoli occasioni ma mai acciuffata, e il succitato Joe Cole, bello a vedersi ma raramente decisivo quando conta. Cole viene spesso impiegato come trequartista/seconda punta, in alternativa a Kalou e la punta unica quest’anno è Anelka, che alla soglia della trentina è alla miglior stagione della carriera in un top club, dove finalmente sfrutta al meglio le sue potenzialità e i concomitanti guai fisici di Drogba e una certa frizione tra l’ivoriano e l’allenatore.
Insomma, una squadra sul serio camaleontica, versatile, un gruppo che forse il meglio l’ha già dato e a cui manca una pedina fondamentale in mezzo al campo e che, anche per questo, appare meno solida rispetto al passato. Soprattutto in campo europeo, dove ha conquistato la qualificazione all’ultimo turno, quando sembrava poter vincere il proprio raggruppamento in carrozza. E, invece, la sconfitta di Roma ha rivelato un’apparente carenza di ferocia da parte dei “Blues”; da quel momento sono cominciati i primi dubbi dei senatori sul conto di “Mr. Felipao”. L’impressione è che, se si giocasse oggi, la Juve partirebbe favorita. Purtroppo bisognerà attendere fine febbraio, e l’evolversi della situazione infortuni per entrambe.

Il resto del sorteggio ha accoppiato la Roma all’Arsenal (giallorossi a nostro parere favoriti contro i giovani e incostanti “Gunners”) e l’Inter al Manchester United campione in carica che forse, tra qualche giorno, potrebbe togliere a Galliani il gusto di ripetere ad ogni pié sospinto che il Milan “è campione del Mondo”.
E’ il sorteggio che voleva Mourinho, l’ha avuto; come aveva avuto quel girone che tutti sappiamo e dal quale è uscito indenne con fatica e imbarazzante pochezza.
Uno scontro totale Italia-Inghilterra, un dentro-fuori più equilibrato rispetto ad un anno fa, almeno stando ai valori espressi oggi.
Completano il tabellone Real Madrid-Liverpool, con gli inglesi strafavoriti per tanti motivi, ma soprattutto per lo strapotere fisico che mostrano, Lione-Barcellona, (catalani avvantaggiati) Atletico Madrid-Porto (sfida equilibrata), e Sporting Lisbona-Bayern Monaco (bavaresi nettamente più forti).
E’ finita qui? Ah, no, è vero…manca Panathinaikos-Villarreal, una sfida degna della UEFA, più che della Champions League, con gli spagnoli favoriti.
Ma da dicembre a febbraio possono accadere tante cose da far stravolgere ogni pronostico.


OTTAVI -  ANDATA
Martedì 24 febbraio
Arsenal-Roma
Inter-Manchester United
Atletico Madrid-Porto
Lione-Barcellona
Mercoledì 25 febbraio
Chelsea-Juventus
Villarreal-Panathinaikos
Sporting Lisbona-Bayern Monaco
Real Madrid-Liverpool

OTTAVI - RITORNO

Martedì 10 marzo
Juventus-Chelsea
Panathinaikos-Villarreal
Bayern Monaco-Sporting Lisbona
Liverpool-Real Madrid
Mercoledì 11 marzo
Roma-Arsenal
Manchester United-Inter
Porto-Atletico Madrid
Barcellona-Lione