La Juve travolge il Catania in Coppa Italia

Giovinco“Non è stata la mia Juve”, aveva detto Ranieri dopo la prima gara dell’anno, dopo la lunga sosta che aveva placato i furori e annebbiata la concentrazione dei suoi uomini. Il tecnico romano aveva chiesto ai suoi concentrazione e un pronto “risveglio”: bisognava ritornare subito alla “modalità 2008”. Detto e fatto. La formazione iniziale rispecchia il messaggio che era partito dal tecnico bianconero, ovvero pochi cambi, con il giovane e preciso Ariaudo a fianco di Legrottaglie, Zanetti che si riprende il posto che Marchisio ha così egregiamente coperto in assenza del toscano, con Giovinco al posto di Nedved e De Ceglie arretrato per far rifiatare lo stakanovista Molinaro. Per il resto, tutto come al solito, con il rientro di Buffon (titubante all’inizio poi via via più convincente anche palla a terra) a reclamare la vetrina di giornata, almeno in sede di presentazione.

La Juve parte forte e dopo un’iniziativa di Giovinco respinta da Bizzarri (super lavoro per lui stasera), De Ceglie sfonda a sinistra e mette in mezzo una palla deviata da Del Piero verso la porta etnea; respinta del portiere argentino e Marchionni è pronto a ribadire in rete da pochi passi.

Gara già in discesa dopo nemmeno 4 minuti, ma la cosa bella a livello di mentalità è che la Juve non si ferma. Il primo quarto d’ora è a senso unico; Amauri, Giovinco, Sissoko e Del Piero vanno vicinissimi al raddoppio, e ciò che non guasta e che questo avviene al termine di azioni spettacolari.

Il Catania sembra non essere sceso in campo, tramortito dalla partenza furente della Juventus e probabilmente venuto a Torino per limitare i danni: il gol subìto in apertura ha influito certamente sull’atteggiamento dei siciliani. Verso il ventesimo minuto i rossazzurri sembrano organizzarsi meglio, ma appena abbassano un minimo la guardia i bianconeri tornano a spaventare Bizzarri ancora con Marchionni, Del Piero (due volte, la seconda con un palo dopo azione pregevole) e Amauri, che insiste in più occasioni ma trova sempre nell’estremo difensore catanese (o nella propria imprecisione) un baluardo insormontabile. La partita ricalca quella alla quale assistemmo in campionato, dal pareggio di Plasmati in poi, quando la Juve si riversò in massa nell’area avversaria invano. Stavolta i ragazzi di Ranieri, pur non trovando il raddoppio, hanno il merito di non concedere nulla alla squadra di Zenga, consci dell’idea che a furia di premere prima o poi il secondo gol sarebbe arrivato.
E arriva nella ripresa, dopo la solita serie di occasioni sprecate per un soffio, grazie ad una doppia magìa che vede protagonisti Del Piero e Giovinco: il giovane vede il capitano e lo serve con un tocco dolcissimo che il numero 10 mostra di gradire, ricambiando il favore al piccolo fantasista che chiude il triangolo con un controllo e un tiro morbido da pochi passi. In altri tempi qualcuno avrebbe commentato: “tutto molto bello!”. Ma le bellezze di questa gelida serata non sono finite, perché dopo pochi minuti Del Piero si riprende ciò che il palo gli aveva negato contro il Milan nell’ultima esibizione torinese dell’anno passato; stessa finta e giravolta su se stesso, difensore a terra e sinistro sul palo lontano che stavolta finisce all’incrocio perché, a differenza di quanto successo contro il Diavolo, Del Piero non scivola sul piede d’appoggio. Standing ovation per lui (che coglie anche una traversa di testa) e per la squadra, che anche oggi, bisogna riconoscerlo, gioca bene e a tratti diverte i tifosi con un gioco semplice ma organizzato e trova facilmente la via della porta avversaria. Non è la prima volta quest’anno, e se guardiamo altrove, nel panorama di questo campionato, non temiamo di passare per faziosi se sosteniamo quanto tra le grandi, la Juve sia quella che finora ha divertito di più.

Decisamente più dell’Inter “Ibrahimovic-dipendente” o del Milan “Made in Hollywood”, ma anche della tanto reclamizzata Roma spallettiana. In conclusione, la serata mostra una recuperata mentalità e, soprattutto, progressi in Zanetti e conferme in De Ceglie, mentre il giovane Ariaudo denota sicurezza e concentrazione. Quanto a Giovinco, oggi anche Ranieri ha capito che il ragazzo è una risorsa importante, le parole del tecnico nel dopogara sono state indicative in tal senso: ”Non posso stravolgere la squadra quando va bene, ma se gioca come stasera merita più spazio e sarò ben contento di trovarglielo, anche in un ruolo propriamente non suo”. Avanti con la politica dei piccoli passi, e in questo aiuta il disputare una gara ogni tre giorni, che per Ranieri è meglio che avere una settimana libera. Bene, accontentato; già domenica c'è una gara insidiosa che la Juve giocherà con il vantaggio (o l'handicap, a seconda del risultato delle concorrenti) di conoscere il risultato delle rivali.

Aspettiamo, l’anno è appena iniziato.
Speriamo di divertirci.
 
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