Peace Cup: battuto il Real Madrid, Juve in finale

CamoranesiAndava in scena la sfida contro i “Galacticos 2”, una squadra che, se fosse un film, vedrebbe come sottotitolo lo scontato ma perfettamente calzante: “Il ritorno di Florentino”.

In palio c’era un posto in finale di Peace Cup, nulla per cui fare follie insomma, ma quello che è rimasto della serata del “Sanchez Pizjuan” (in condizioni pessime: nemmeno nel Sahara c’è una simile concentrazione di sabbia!) sembra di buon auspicio per la nuova stagione.

Mancava Diego (che non diventi un mistero, però, eh!), mancava pure Sissoko (a proposito del quale cominciamo a nutrire qualche preoccupazione), e Ferrara mischiava le carte schierando Del Piero, Amauri e Giovinco, più Camoranesi e Tiago, una cosa che l’allenatore dello scorso anno non avrebbe mai immaginato di fare, in una partita del genere, seppur amichevole.

Il segnale Ciro lo aveva dato nella conferenza stampa prepartita, quando aveva lanciato la sfida alle merengues dichiarando di non aver paura e di ritenersi almeno all’altezza dello spauracchio madridista.

Frasi alle quali ci stiamo abituando pian piano in queste settimane, frasi convinte, ripetute e mai smentite, l’esatto contrario di quelle che ci provocavano frustrazione e travasi di bile solo qualche mese addietro.

Sembrano passati anni, ma invece solo tre mesi fa avevamo una mentalità timida e femmina, malgrado qualche vecchio campione tentasse di reagire e trascinare la squadra malgrado i pavidi suggerimenti (???) dell’allenatore.

Il lavoro di Ferrara e del suo staff al momento ha il sapore di un mezzo miracolo.

E non c’entra niente aver battuto nettamente un Real Madrid lui pure rimaneggiato (senza Kakà, Casillas, Albiol, Arbeloa, e lo Xabi Alonso in arrivo) ma pur sempre in campo con Mr. 93 milioni e con quello che i francesi definiscono (forse solo per via delle origini, ma le affinità terminano qui…) l’erede di Zidane.

Il mezzo miracolo è dovuto alla compattezza del gruppo, con i giocatori che si aiutano e si propongono, che sembrano ognuno conoscere perfettamente il copione loro destinato.

Cose già viste con il Siviglia e il Seongnam, test che, al di là dell’attendibilità, avevano mostrato, dopo anni di improvvisazione, una Juve con una una parvenza di gioco, una grande compattezza e uno spirito tendente ad osare.

Il gioco scorre, la palla viaggia a ritmi più veloci di prima perché la squadra è strutturata basandosi sulla tecnica, la regola è non più di 2/3 tocchi e prevale  il movimento perpetuo della sfera: è la scoperta dell’acqua calda il fatto che il pallone corra più veloce degli uomini…

E chi ha talento e predisposizione all’iniziativa personale non ne viene sminuito, anzi, meno quantità e più qualità, meno si porta palla e più si è incisivi nelle poche occasioni in cui è utile affidarsi all’azione individuale.

I gol arrivano su calci piazzati, entrambi di Del Piero, bravo a suggerire per Cannavaro (ottimi i suoi 45 minuti, altroché il modesto Pepe…) e per Salihamidzic (molto positivo basso a sinistra, dove giocava spesso anche al Bayern: meno male che Ferrara conosce i giocatori e la loro carriera), cui risponde parzialmente Cristiano Ronaldo su rigore originato da Chiellini (da rivedere, è in ritardo anche se migliora nella ripresa con Legrottaglie accanto).

In sintesi, due gol di due parametri zero contro uno del giocatore più pagato della storia.

Misteri.

Il risultato sta stretto alla Juve, che crea almeno altre 5/6 nitidissime palle gol con Amauri (2), Camoranesi (a tratti incontenibile), Tiago (complimenti anche a lui) più altre potenziali opportunità sfumate per poco.

Di galattico qualcosa da Cristiano Ronaldo, qualcosa da Guti e poco da Benzema, ma come al solito il più pericoloso è l’eterno Raùl, meno appariscente dell’amichetto di Paris Hilton, ma che si procura un rigore e colpisce un palo, oltre a dare l’esempio per i compagni che a volte appaiono sovrastati dalla grinta della Juve.

C’è chi lo vede finalmente relegato in panchina quest’anno.

Io non scommetterei cifre considerevoli su questa ipotesi…

Note dolenti: Felipe Melo ha fatto proprio maluccio.

Un primo tempo disastroso per scelte quali un retropassaggio da brivido che innesca un contropiede pericoloso e un passaggio laterale dal limite della propria area di rigore intercettato da Benzema: scelte semplicemente folli.

Se a questo aggiungiamo l’inutile ammonizione al 13' in una zona di campo altrettanto inutile, diciamo che Felipe è la nota più stonata della serata; nella ripresa, anche se migliora un pochino, si lascia andare ancora ad un paio di leggerezze grossolane.

Ciro, pensaci tu.

Leggi la pagella della partita, come al solito, sul nostro blog.