THE DAY AFTER: "Caccia al dicembre nerazzurro"

camoranesiDodicesima giornata: la Juventus ha fatto il suo lavoro andando a Bergamo e rifilando 5 reti ai nerazzurri "de sura" riprendendo la rincorsa, più che alla corazzata, all'arrogante sottomarino, questa sera insabbiato dai rincalzi giallorossi. Sottomarino giallo Beatles in un afoso agosto del '66, trasformato in Ottobre Rosso da Sean Connery in una primavera del '90, rincorso, ormai nerazzurro, fin dal 2006 da fantasmi bianconeri. Si muove la classifica riportando in auge, oltre alla Juventus da Torino, anche il Milan da Vinci, decodificarlo sembra impossibile davvero, ma intanto fa punti, anche di fronte ad un aquilotto spennato, Zarate, l'unico a volare sopra il cielo di Roma, troppo poco, troppo solo. Si scopre in negativo la vera faccia della Sampdoria, strapazzata ed esiliata in Sardegna, vittima dell'arbitro, vittima di se stessa e dell'involuzione cominciata ben prima del 5 a 1 di Torino; anche a Genova il cielo è sempre più blu, ma riprende a volare solo il grifone genoano, spiumato di Milito e Thiago Motta, ma sempre sapientemente addestrato da Gasperini. Il Parma è inaspettatamente a ridosso della zona Champions League, ad una sola lunghezza dalla Fiorentina, battagliera e vittoriosa ad Udine, mentre il Palermo di Zenga ed il Napoli di De Laurentis rimangono al cinema, per una volta, a guardare i successi degli avversari. Sembra già terminata la ricarica TIM dei nuovi allenatori, Cosmi e Conte hanno subìto pesanti battute d'arresto e, ai nuovi santoni del calcio nostrano, non sembra bastare nemmeno il contratto: ad Atzori infatti, nonostante la buona prestazione, potrebbe arrivare l'ultima chiamata a breve, Lotito, invece, starà già scattando alla risposta nel comporre il numero di Ballardini. Insomma la parola d'ordine è continuità, senza la quale si rischia di doversi cercare un nuovo lavoro e senza la quale la caccia ai sottomarini colorati diventa impervia, soprattutto se navigano sul fondo e con i radar sempre in ascolto.

Top di giornata:

Un bel gruppetto di giocatori, giovinastri ed impertinenti, e vecchietti da monta e rimonta, scalpitano con vigore, chi per mettersi in mostra e rivendicare una crescita qualitativa professionale, chi invece, più attempato, per ricordare che, nel calcio, campioni non si diventa, al limite si rimane fino alla fine.
Camoranesi, dopo il regalo infrasettimanale in Terra santa, riconferma la smagliante condizione a Bergamo; 2 goal di pregevole fattura, giocate di classe finalizzate a far segnare un redivivo Diego. Zalayeta, nel Bologna chiacchierato dalla piazza anti Moggi, rispolvera il repertorio che lo portò a giocare al top in Italia, seppur da quarta punta. Crespo, ormai canuto, ma sempre fondamentale nel rifinire il lavoro di gruppo, timbra una doppietta di rispetto al cospetto di Rodrigo Palacio, codino di altro tenore ma giocatore da assist a comando. Da segnalare questa settimana, da qualche settimana, due collettivi provinciali ma di grandissimo rilievo: gioco fluido e piacevole per il Bari ed il Parma. Gli emiliani con un attacco ben amalgamato tra vecchie glorie (Amoruso) e giovani talenti (Lanzafame e Paloschi), i pugliesi schierati da un ottimo Ventura, squadra giovane ma organizzata, solida in difesa (Ranocchia, and the Masiello's) ed arrembante in attacco (Alvarez, Barreto e Meggiorini), più di una sorpresa, difficile da gestire per chiunque. Menzione d'onore per Jeremy Menez, chiamato ad infastidire i granatieri di Milano, e riuscitoci alla grande insieme alla guardia svizzera... Ops, al norvegese Riise, che ha sfoggiato una partita monumentale a Milano.

Flop di Giornata:

Lazio e Sampdoria sopra tutti. I romani, nonostante l'oculata e stringata gestione di Lotito, pagano le assenze, volute e prolungate, di Ledesma e Pandev; alla fine chi troppo vuole nulla stringe e la violenza privata Lotito non la fa solo ai due giocatori, ma anche e soprattutto ai tifosi e a Ballardini, costretto a rinunciare a pedine importanti. La Lazio rasenta la zona salvezza nonostante l'intraprendenza di Zarate e di pochi altri. Con queste prospettive, e dopo l'ultima batosta casalinga con l'indecifrabile diavolo sarà difficile trovare una via d'uscita. I blucerchiati hanno perso lo smalto delle prime giornate, ed escludendo la partita contro il Bologna, non vincono dal 4 ottobre, un po' poco per contrastare l'Inter, ma anche le altre big, con o senza Cassano, con o senza nutella. Altra delusione arriva dal Palermo di Walter Zenga, in serie negativa da 3 giornate: non trova più la via del goal con regolarità, simbolo del periodo negativo Simon Kjaer, nonostante il gollonzo di suola non sembra essere quel centrale difensivo su cui appoggiare la difesa del dopo Cannavaro. Rimanga a Palermo o torni in Danimarca, basta biondi, a meno che non torni Pavel. Tra gli arbitri si è distinto quel Rocchi imputato nel processo di Napoli, sgambettante a San Siro ed improvvisato sostituto del Santo protettore degli interisti. Qualche cartellino giallo gli è scappato, nonostante il tentativo di Muntari di bloccargli la mano, altri gli sono rimasti in tasca, nonostante il tentativo, sempre di Muntari, di farsi espellere. Alla faccia della sportività, sembra quasi vorrebbero essere loro a decidere chi ammonire e chi no. Ma già non lo fanno?

Una medaglia Top of the Flop d'onore va alla voce tecnica di Inter-Roma, il nerazzurro Bergomi. Vediamo quanti anni ci mette a spurgare questi colori dalle telecronache e riuscire ad essere imparziale visto che i miei 69 euro al mese li spende dall'estetista. Giuseppe Bergomi, vai a commentare le partite di Poker Hold 'em, anche lì c'è qualcuno che vince, ma senza barare.