Il progetto-disastro continua

ferraraE adesso, cosa facciamo?
E adesso, cosa diciamo?
E adesso, che cosa succede?

Succede che il cerchio si chiude.
Da Almiròn ad Almiròn: l’argentino è il simbolo di tre anni di vergogna bianconera.
Il buon Sergio fu uno dei primissimi acquisti concretizzati da questa assurda società juventina dell’N.C.S. (Nuovo Corso Simpatico) al ritorno in serie A, dopo che le decisioni adottate da questi signori nell’ambito della vicenda di Calciopoli nell’estate precedente avevano costretto i resti della vera Juve a sopportare l’umiliazione della serie B.
La “stagione della rinascita“, come venne presentata dai filosocietari, vide proprio Almiròn fra i protagonisti annunciati: l’ex empolese, presentatosi alla Juve con la timidezza di chi dubitava sulle proprie capacità (atteggiamento non da Juve), finì con l’essere presto accantonato e destinato a girovagare come un pacco postale in prestito per l’Europa (Firenze, Monaco, Atene, le tappe degli ultimi due anni) prima di trovare casa a Bari, e risultare determinante per la storica vittoria della sua squadra contro quel che resta di questa triste, irriconoscibile Juventus, cui l’argentino trova il modo di fare persino gol.
Quello del 3-1, quello che scolpisce la lapide con la scritta: BARI 3 - JUVENTUS 1. FINE DELLA STORIA.

Un film già visto troppe volte e che va in scena un po’ troppo spesso da quando al timone ci sono questi signori, John Elkann e Jean Claude Blanc.
I nodi vengono al pettine, prima o poi, e chi semina vento raccoglie tempesta.
Voi avete voluto questa Juventus e ora ve la godete.
Prendetevi una buona volta le vostre responsabilità e fatevi un esame di coscienza, però sappiate che il popolo bianconero vi disprezza.
Se non lo sapete, o fate finta di non saperlo, ve lo riscriviamo per l’ennesima volta: i risultati sul campo, la gestione della comunicazione, e soprattutto le vicende che vi hanno permesso di impossessarvi della Juventus nelle circostanze che conosciamo (e non dimentichiamo) hanno fatto sì che il fastidio, il malcontento, e la rabbia contro di voi abbiano ormai oltrepassato il livello di guardia.
Il vostro posto ideale è lontano dalla Juventus, questa è una certezza.

Troppo facile, come riporta Sky, far balenare il nome di un rientro di Bettega in società per fare da parafulmine alle vostre incapacità, sfruttare la sua juventinità per nascondervi dietro alle vostre piccolezze umane e professionali.
Il solito, imbarazzante Blanc, in risposta alla domanda posta da Bonan, sostiene che “il gruppo dirigenziale è capace e funziona bene così”, chiudendo la porta alle voci su Bobby-Gol: saremmo tentati di augurarci che fosse così, per vedere dove potrebbe finire questa stagione da record.
Forse, vista l’apparente nostalgia con la quale gli uomini del N.C.S. ricordano periodicamente che “venivamo dalla serie B”, il fantomatico “PROGETTO” non sarà mica quello di tentare la conquista della serie B sul campo?
E’ una provocazione, ovviamente, ma siamo alla sesta sconfitta nelle ultime 14 partite ufficiali, la quarta in 10 di campionato, una media da squadra in odore di retrocessione.

Una Juventus che Ferrara rivoluziona rispetto a quella che martedì aveva subìto la peggior umiliazione europea casalinga nella storia del club; e se la sorte dà una mano al tecnico impedendogli di schierare un brasiliano (Melo, squalificato), purtroppo non gli impedisce di mettere a referto gli altri due.
E’ un’altra provocazione, ovviamente, perché non provare a recuperare almeno parzialmente quei 72 milioni gettati dalla finestra per quei tre finti fenomeni in verdeoro sarebbe delittuoso, anche se obiettivamente, riuscire a recuperare il “trio-samba” sembra un’impresa ardua quanto scalare l’Everest in bicicletta.
Il signor Diego Ribas da Cunha, 25 milioni di euro ufficialmente buttati nel mare del Nord (con tante grazie da parte di Allofs e della dirigenza del Werder), continua nel suo limbo personale, tanto da far rimpiangere (e quei mi auto-cito) Aleksandr “Sasha” Zavarov.
Qualche buontempone (leggasi: l’agente del giocatore, Petralito) in settimana ha scomodato gli inizi stentati di Platini e Zidane per giustificare le imbarazzanti prestazioni del costosissimo soprammobile brasiliano.
E’ora di sfatare anche questa leggenda metropolitana: Michel Platini (costato poche centinaia di milioni), a Natale aveva già segnato gol importanti e dato un contributo determinante, sia in Italia che in Europa, nonostante fosse frenato da una fastidiosissima forma di pubalgia; Zinédine Zidane invece, dopo un inizio stentato (anche per colpa dei postumi di un incidente stradale che ne avevano condizionato il rendimento agli Europei dell’estate precedente), a quest’ora della stagione aveva già abbondantemente preso in mano le redini della squadra, come la prestazione di Tokyo (26 novembre 1996) ampiamente può dimostrare a chiunque gradisse documentarsi attraverso videocassette o dvd.
Ed evitare di conseguenza figure di materia organica poco nobile...

Diego resta il più grosso equivoco di questa squadra, costruita, gestita e allenata male.
Ma cosa può Ferrara se un giocatore rimane ostinatamente a distanze siderali dalla porta avversaria e rallenta sistematicamente il gioco ogni volta che entra in possesso di palla, perché nella migliore delle ipotesi impiega venti secondi per decidere cosa farne, e nella peggiore delle ipotesi la perde?
E cosa può Ferrara se, finalmente, gli viene fischiato quel rigore (inesistente, peraltro) che, manco fossimo l’Inter, Ciro invocava a gran voce sin da Cagliari, se poi il “gioiello di latta” brasiliano calcia in cielo la massima punizione facendo ritornare in mente a chi, come me, ha quasi quarant’anni, il fantasma di Geronimo Barbadillo?
L’ho già detto e mi ripeto: cinque minuti del piccolo, brutto e poco sensuale Giovinco esprimono più carisma, juventinità e grinta di 90 minuti di questo brasiliano senza intelligenza calcistica e senz’anima.
Piuttosto, riguardo a Ferrara, Ciro potrebbe evitare di presentarsi davanti alle telecamere con la solita aria di chi respinge le critiche perché “lui e la squadra sono consapevoli di aver sbagliato” oppure “oggi non posso rimproverare nulla ai miei”.
Per piacere, Ciro: chi ha avallato la costruzione di questa squadra?
Chi ha cambiato moduli e uomini a getto continuo per ottenere risultati che sono indifendibili?
Chi si è affidato ad uno staff medico che puntualmente registra defezioni (oggi pure Camoranesi: viste le ultime stagioni, sembrava strano che a Mauro non fosse capitato ancora nulla...) di natura muscolare, peggio addirittura rispetto alla scorsa sciagurata stagione?
La realtà è che Ferrara è come il resto della società, un inadeguato a certi livelli.
Prendere schiaffi dal Bari, e la Juventus ne ha presi 3 ma potevano essere molto di più, se i pugliesi avessero punte altruiste e appena decenti, significa essere finiti nel baratro e continuare a scavare.

Una squadra organizzata che aveva messo in difficoltà le altre grandi del campionato stasera ha scherzato per un tempo contro un gruppo che ripresentava Tiago, di cui francamente non si sentiva il bisogno (soprattutto se a lui càpitano le occasioni più limpide), riproponeva ancora Legrottaglie (tornato ufficialmente ai livelli del 2003/04), e soprattutto rispolverava Molinaro, il meno peggio dei riesumati finché il fiato ha retto, decisamente migliore anche di Caceres, buono in propulsione ma pericolosissimo (per noi) in retroguardia.
Se Marchisio (da salvare anche oggi, nonostante l’errore sul primo gol barese) si addormenta e Meggiorini lo sorprende con la complicità del Mistico, siamo a posto; se Poulsen è il migliore del suo reparto; se Cannavaro regge la baracca ma a lungo andare va in confusione come e peggio degli altri; se Amauri è il terzo brasiliano cui rinunceremmo con gioia; cosa c’è di buono in questa Juve?
Poco, pochissimo, forse il solito, benedetto Trezeguet, che segna l’unico gol e nella ripresa si mette addirittura a giocare da seconda punta (mai visto nulla di simile) lasciando il mediocre compagno a fare a cornate con la rimaneggiata difesa barese.
Una contraddizione che non fa che aumentare i rimpianti su questa disastrosa situazione.
Quanto a Buffon, si operi tranquillamente, come doveva fare un mese o due fa.
Tanto non sarebbe cambiato nulla.

Povera Juve, come ti hanno ridotto.
Ormai susciti persino la compassione dei nemici storici, vieni persino difesa dalla coppia di telecronisti più antijuventina che si ricordi.
Forse perché ti vogliono così, come sei conciata da tre anni e mezzo a questa parte.
Sei riuscita così male che nemmeno a loro sembri vera.


Commenta con noi la partita sul nostro blog.