C'è un limite a questo schifo?

vaderetroDa dove vogliamo cominciare? Ma sì, tanto per non perdere la buona abitudine iniziamo con l’ennesimo record negativo frantumato: per la prima volta nella sua storia il Siena esce dalla trasferta torinese con un punto. Non era mai successo e, simpatici come vogliamo apparire, volevamo forse farci mancare l’occasione di colmare anche questa lacuna? E così, dopo i pareggi contro realtà disastrate quali Livorno e Lazio, arriva anche quello col Siena di Malesani, il tizio che deve gran parte della sua fama al video “colorito” risalente ai tempi in cui allenava il Panathinaikos. Un termine, quello usato in quella celebre testimonianza dal tecnico veneto, oggi più che mai, sulla sponda juventina, da abbinare a “squadra del” oppure “teste di”. Nessuno escluso, anche se come al solito qualcuno è più colpevole di altri. E’ scandaloso come questa squadra non sappia mai gestire una partita, difetto che, nonostante il cambio di guida tecnica, è rimasto assolutamente inalterato. Cari lettori, la partita di oggi è la sintesi fedele del paragone fra la Juventus che era e la Newventus che è diventata. Per qualche minuto abbiamo avuto l’impressione di vivere un “déjà vu”. Sembrava che il tempo fosse ritornato a quel pomeriggio di primavera del 2006, quando in campo c’erano la Juventus e il Siena (si giocava in Toscana però) e anche allora, dopo nemmeno 10 minuti, la pratica sembrava archiviata a nostro favore. Anzi, chiedo scusa, quella volta venne archiviata.
Stavolta invece, un doppio, immediato Del Piero (e fanno 301 da professionista, 13 contro il Siena) e poi l’ottimo Candreva (almeno finché ha fiato), con un gol meraviglioso, indirizzano la partita della Newventus sul 3-0 dopo nove minuti e quaranta secondi. Da non credere, roba da anni d’oro, nostalgia per quei pomeriggi di “meravigliosa e strapotente noia” che la Signora riservava frequentemente ai propri sostenitori, quei pomeriggi in cui si faceva gol, si gestiva agevolmente il ritorno dell’avversario e lo si trafiggeva nuovamente al momento opportuno chiudendo definitivamente la pratica. Ma siccome siamo in tempi di Newventus, l’illusione finisce un minuto dopo, quando Maccarone (servito da Ghezzal, che approfitta di un movimento infantile di Melo, bevendoselo con facilità irrisoria) calcia male da pochi metri e il rimpallo fortunosamente finisce fra le mani di Chimenti. Brivido. Chimenti, lui, il terzo portiere, uno che ricordiamo soprattutto per le papere compiute in una serata milanese terminata (per la Juventus) con una sconfitta per la quale “zucchina” ebbe molte responsabilità. Chimenti gioca per via dell’ennesimo guaio, stavolta la vittima è Manninger e, visto che Legrottaglie ha giocato (finché ha retto) in non perfette condizioni, possiamo ufficialmente dichiarare che la quota infortuni ha varcato la mirabolante soglia dei 60 effettivi. Considerato che siamo a due mesi dalla fine della stagione, c’è tutto il tempo per polverizzare anche questo, tristissimo record stabilito lo scorso anno. Non manca molto, coraggio. Chimenti scampa al pericolo una volta, ma quattro minuti dopo vede il solito Maccarone (imbeccato “di giustezza” fra i due centrali da uno scintillante assist di Grygera...) presentarsi a tu per tu e realizzare. Tre a uno, dimostrazione una volta di più dell’incapacità di questa squadra di tenere alta la tensione ma, dopo qualche minuto di assestamento e, tanto per gradire, un salvataggio sulla linea di Felipe Melo su angolo senese, l’unica cosa decente combinata dall’unico brasiliano in campo (uno solo, ed è già troppo), il resto del tempo scorre senza particolari emozioni, e tutto sommato va giudicato come accettabile. Ciò che spaventa è la ripresa, aperta dopo trentotto secondi ancora da un Maccarone lesto a bruciare il solito Grygera e a concludere sul palo, con il prontissimo Ghezzal solo ed indisturbato a correggere in rete. I fantasmi cominciano a materializzarsi e, nonostante un paio di occasioni costruite dalla coppia Trezeguet-Del Piero, ai quali si è aggiunto un Camoranesi più deleterio (cioè assente) in fase difensiva che utile in costruzione, è il Siena a farsi più pericoloso colpendo un palo a Chimenti battuto e, nonostante il discreto rendimento di Cannavaro, è ancora Grygera a rendersi decisivo, offrendo la più ingenua sponda possibile a Maccarone, il quale si guadagna un rigore tanto cercato quanto sacrosanto. Ghezzal trasforma e pareggia, roba da matti. Ecco la Newventus al massimo del suo splendore, le minime tracce di Juventus sono sparite, cancellate, peggio di un tatuaggio che scolorisce di suo, come se si vergognasse di apparire su qualcosa di indegno. Una certezza mi è sovvenuta al momento del pareggio: se va bene finisce così. E, infatti, è finita così, anche se il brasiliano più reclamizzato (oggi partito dalla panchina, la sua posizione ideale nello schieramento) è entrato nella mischia con la voglia di spaccare il Mondo e come al solito ha prodotto il nulla. Come il suo dannoso connazionale che, leggerezze tecniche come di consueto a parte, ha rischiato ancora una volta di farsi sbattere sotto la doccia anzitempo e ha poi battibeccato col pubblico che lo fischiava a partita in corso. Due brasiliani (più il terzo naturalizzando), merce rara nella storia della Juve e mai incisiva (ad esclusione del marpione Altafini: ma chi considera brasiliano José?), 50 milioni (o 72 considerando il naturalizzando) presi e letteralmente buttati. Dove, decidetelo voi. Ma che si tratti di fallimenti acclarati è ormai fuori discussione, e qualcuno dovrebbe risponderne. Tempo fa scrivevo di notte ancora lunga per questa nuova Juve: mi sbagliavo, la notte è appena iniziata, e sarà lunghissima.

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