Mediocri: e non contiamo nulla

morganti

Terza sconfitta consecutiva, fra campionato e Coppa Italia, sesta sconfitta nelle ultime sette partite contro il Palermo, la quarta consecutiva.
Avete letto bene: il Palermo nelle ultime due stagioni ha fatto bottino pieno contro la Juve, 6 punti e 10 gol fatti contro la miseria di 3 subìti.
Numeri da piccola, quale la Juventus è diventata.
Il 2011 è iniziato in maniera persin peggiore di quel 2010 che considerammo tanto brutto quanto irripetibile.
Invece non sembra essere così.
Stasera però mi sono riscoperto juventino, ed è ora che lo faccia anche qualcuno che, a differenza del sottoscritto, sui destini della Juventus ha voce in capitolo.
Il silenzio stampa dichiarato nell'immediato post partita ha senso solo se serve a proteggere a squadra, ma altre sono le leve sulle quali deve agire la società.
C'è un blasone da difendere in ogni sede, se qualcuno non l'avesse ancora capito, prendiamo esempio da Zamparini, quello che prende schiaffi (e subisce rigori farlocchi) da Moratti e se ne sta zitto nell'immediato per poi spostare l'attenzione sulla Juve.
Veramente fantastico il signor Maurizio: prima delle partite contro la Juve, fra andata e ritorno, il suo pianto ha prodotto un minimo di tre episodi determinanti per il risultato (il rigore su Del Piero a Torino e la schifezza di stasera).
Personalmente non amo parlare di arbitri, e non mi appartiene un certo modo di fare vittimismo, lo considero un segnale di debolezza, un alibi comodo per giustificare la pochezza di una squadra che ora, ottava, rispecchia i valori pronosticati in estate.
Ma l'evidenza del mani di Bovo, con l'arbitro Morganti in posizione privilegiata a non più di tre metri di distanza dal difensore rosanero, è solo l'ultimo degli episodi che in queste settimane si sono succeduti.
Coincidenze fortuite, errori, giornate storte degli ufficiali di gara: tutto possiamo dire, anche che Morganti è lo stesso che gestì in modo discutibile la gara della Juve a Napoli, quella che gli uomini di Del Neri persero per demeriti propri, ma neppure in quella occasione il fischietto marchigiano sembrò all'altezza.
Ed è solo l'ultimo episodio penalizzante per una squadra che ha già di suo problemi di organico e personalità, senza che si mettano di traverso altri fattori.
Oltre al clamoroso episodio descritto sopra, ci sarebbe un altro episodio abbastanza grave, quello della trattenuta di Cassani su Amatri (mezzo Amauri, mezzo Matri...) lasciata correre nel finale della prima frazione.
Urge recupero della propria dignità, anche sul piano tattico, per un Del Neri che nel 2011 sembra un Ferrara qualsiasi.
Matri ha i crampi? Stringeva i denti e rimaneva in campo, anche perché senza il suo riferimento in area la partita si è di fatto conclusa.
Mister 12 milioni detto "el Malaka", quello pagato troppo caro per ammissione del suo acquirente, in campo è entrato, ma probabilmente non ha neppure sporcato la maglia, mentre il più sano e vecchio del lotto (Del Piero) alternava giocate preziose ai soliti personalismi tipici dei momenti in cui la lucidità non lo assiste più.
Non mi parlate più, per favore, di Aquilani, fragile soprammobile dall'autonomia di un'ora.
Senza riuscire a dare qualità, cosa che non riesce da qualche mese ormai, il romano ha provato a dare sostanza, tentando di chiudere dove non arrivava il Melo al bromuro (e quindi dannoso) del post-squalifica.
Ma troppe pause, troppi colpi di tacco inopportuni, troppa roba per non concludere nulla.
Marchisio, e non per il gol, ma per la capacità e la voglia di recuperare un pallone all'altezza della propria difesa dopo essere stato il più lucido e pericoloso dei suoi, meriterebbe di essere citato ad esempio, più, molto più di due icone del tifo quali sono Buffon e Chiellini, complici di un'indecisione imbarazzante sul raddoppio di Migliaccio.
Quanto alle dichiarazioni rilasciate nel dopo partita, condivisibili se fossero state pronunciate da qualcuno toccato da Calciopoli, non da Marotta, che, pur esprimendo concetti sacrosanti, lo fa spostando il problema dalle proprie responsabilità, che sono quelle di aver costruito una squadra probabilmente inferiore a quella che avevano trovato.
Ci voleva un capolavoro al contrario, Marotta sembra esserci riuscito.

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