La Juve ingrana finalmente la terza

matriProva e riprova, dopo tre tentativi falliti, la Juve ce l'ha fatta a vincere la terza partita consecutiva, cosa che mai le era capitata in questa stagione e che addirittura in campionato mancava da settembre 2009, quando con Ferrara in panchina aveva vinto le prime quattro.
Col Genoa arriva una vittoria in doppia rimonta, e anche questo è un evento che non capitava da tempo. La partita si è dipanata su un canovaccio molto diverso rispetto alla vittoria all'Olimpico di Roma di domenica scorsa. Se lì la Juve aveva potuto puntare su uno schieramento molto raccolto, affidandosi alle ripartenze negli spazi che lasciavano i giallorossi, questa volta non è stato possibile perché si giocava in casa e dopo 7 minuti si era già sotto: l'autogoal di Bonucci in stile Niccolai si collocava in una fase iniziale affrontata con una svagatezza inammissibile, come altre volte è già capitato. Vale a poco l'attenuante del caldo torrido come giustificazione, visto che alla stessa temperatura ci giocava anche un Genoa più concentrato e pimpante nello sfruttare gli spazi che gli si concedevano davanti. Si trattava piuttosto dei soliti problemi mentali di approccio al match, una lacuna imputabile ai giocatori ma in misura maggiore al tecnico e che a questo punto della stagione e in questa situazione, che non ammette più errori, si sperava non di non dover più rivedere.
Con lo svantaggio si chiudeva il primo tempo, caratterizzato da una mezz'ora bianconera più volitiva ma anche confusa e raffazzonata. La palla girava a velocità ridotta, anche a causa di un tasso tecnico modesto che non consente di più, e il 4-2-3-1 basato esclusivamente sui cross dalle fasce e senza nessun inserimento efficace delle tre mezzepunte si infrangeva puntualmente su un Matri lasciato da solo a raccogliere spioventi non sempre precisi.

Il ritmo cambiava nella ripresa, si vedeva finalmente qualche triangolazione in più e arrivava il pareggio di Pepe grazie a una fortunosa deviazione.
Ma ancora la fase difensiva juventina dimostrava tutta la sua pochezza di uomini e di atteggiamento. Da uno svarione del solito inguardabile Motta arrivava il goal del nuovo vantaggio rossoblu, ma tutti gli elementi del reparto arretrato hanno palesato delle lacune evidenti, sia tecniche che tattiche. Fuori il fischiatissimo Motta con colpevole ritardo, Del Neri passava poi al 4-4-2 con l'ingresso di Toni a far coppia con Matri. Mossa che dava i suoi frutti immediati grazie alla sponda dello stesso Toni per un Matri che, finalmente non abbandonato a se stesso, siglava un pari pregevolissimo da grande attaccante. L'attaccante lodigiano si conferma ancora una volta l'acquisto più azzeccato delle due sessioni di mercato condotte da Marotta e Paratici; settimo goal in maglia bianconera, diciottesimo in campionato: numeri da grande bomber. Nonostante Del Neri ci mettesse del suo togliendo il vivacissimo (e rabbuiatissimo) Pepe, invece di un evanescente Krasic, per lasciar spazio a Martinez, la rimonta si completava grazie a Luca Toni, con un goal dei suoi tutto fisico e opportunismo.
Nel finale lo stesso attaccante modenese sciupava clamorosamente il 4-2 non prima però dell'ennesimo patema causato dalla solita difesa raccapricciante, che su azione da palla ferma lasciava Floro Flores tirare al volo, libero da marcature, dall'altezza del dischetto del rigore. Il reparto arretrato andrà a mio avviso totalmente rifondato il prossimo anno, sicuramente sugli esterni ma almeno in un elemento anche nei centrali. Un centrale in grado di comandare la difesa ed esente dalle continue svagatezze di Bonucci serve come il pane, al pari di due terzini degni di questo nome. Ma oltre a questo, mi auguro che non ci si ripresenti ai nastri di partenza con lo stesso allenatore, anche in caso di miracolosa qualificazione ai preliminari di Champions League. Certi errori di atteggiamento, che si ripetono ancora tali e quali a quelli di inizio stagione, dipendono evidentemente anche dal manico e sono costati molti punti buttati qua e là nel corso della stagione. Certo che i nomi che si leggono sui giornali non sono di quelli che entusiasmano, l'unico su cui bisognerebbe buttarsi a capofitto è a mio avviso André Villas Boas. Staremo a vedere.
Per ora vedremo se l'aver sfatato il tabù della terza vittoria consecutiva servirà a dare una svolta al finale di stagione: le residue speranze di acciuffare il quarto posto, ora più vicino rispetto a quindici giorni fa, passano solo dal proseguimento della striscia di vittorie nelle sei partite che rimangono da giocare. Basterà un solo passo falso per mandare all'aria tutto: situazione complicatissima, ma è quello che questa squadra si è cercato.

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