THE DAY AFTER: Milan quasi campione, Juve addio Champions

marottaSe non sono verdetti poco ci manca: ma, a questo punto, con il Napoli sconfitto a Palermo, lo scudetto è tutto nelle mani del Milan che, pur soffrendo, espugna Brescia. Anche in zona Champions c’è già una sentenza scritta all’ultimo secondo di recupero della partita del posticipo serale: la Juventus abbandona le residue speranze di raggiungere la zona Champions e, a questo punto, sarà difficile che si schiodi dallo stesso settimo posto con cui chiuse il precedente campionato. Un altro fallimento insomma.

Lo scudetto resta a Milano. Ma ripartiamo dal Milan che, senza Pato e Ibrahimovic, ha faticato non poco girando a vuoto per un’ora per poi subire l’iniziativa di un Brescia che ha provato a vincere, ma che è stato infine punito da un’azione di contropiede finalizzata da Robinho. Diventano 8 i punti dalla seconda a 4 giornate dalla fine. E’ praticamente fatta, nel peggiore dei casi basta vincere quel paio di partite in casa contro Bologna e Genoa che nulla hanno più da chiedere al campionato. Ma la festa rossonera potrebbe già arrivare domenica prossima se il Milan batterà il Bologna e l’Inter non dovesse farcela a far bottino pieno a Cesena. Scudetto quindi ormai scucito dalle maglie nerazzurre che comunque si fanno valere, pur in inferiorità numerica, rimontando la Lazio che già pensava di appaiarle in classifica. E invece l’Inter con l’uno-due di Sneijder ed Eto’o balza al secondo posto scavalcando il Napoli che a Palermo infila la seconda sconfitta consecutiva e si risveglia definitivamente dal sogno tricolore.

Juventus a fine corsa. Nella zona Champions, date per certe le piazze d’onore per Inter e Napoli, in qualsivoglia ordine, sembrava che tutto girasse perché anche la Juventus tornasse a giocarsela. Sconfitta la Lazio a San Siro, sconfitta l’Udinese in casa dal Parma, con una vittoria la Juve si sarebbe portata a -5 dalla Lazio puntando poi tutto sullo scontro diretto del prossimo turno proprio contro la Lazio all’Olimpico. Invece i bianconeri, complici un paio di sostituzioni discutibili, hanno fatto harakiri contro un Catania niente più che volenteroso che a dieci minuti dalla fine stava ancora sotto di due gol. Limiti perentori di carattere e personalità per una squadra che si è fatta schiacciare nella propria tre quarti dalla non irresistibile manovra dei siciliani e così, complici anche alcuni errori marchiani in azioni di contropiede, è arrivata la doppia punizione con cui cala il sipario sul campionato di Del Piero e compagni. A meno che si reputi un obiettivo raggiungere il sesto posto per accedere alla prossima Europa League o sperare di essere ripescati come settimi per partecipare alla coppa della serie B europea. D’altronde il pronostico più realistico all’inizio di campionato prevedeva un sesto o settimo posto per la squadra bianconera e i fatti hanno dato tristemente ragione a chi ha cercato di essere realista. La Roma riaccende invece le sue speranze di Champions dopo aver battuto con il minimo scarto, ma sprecando molto, un Chievo piuttosto giù di corda.

Si alza la quota salvezza. Potrebbero non bastare più i 40 punti di un Bologna ormai in vacanza da un mesetto che perde in casa anche contro il Cesena, a maggior ragione i 39 punti del Chievo, perché dietro le altre fanno tutte risultato. Il Parma che espugna Udine con una doppietta di Amauri di punti ne ha 38, mentre il Catania e appunto il Cesena (due vittorie e due pareggi nelle ultime quattro partite) di punti ne hanno 37. Il terzultimo posto è appannaggio di Sampdoria e Lecce a 35, ma a 30 punti il Brescia può ancora sperare di risalire la china perché nei prossimi tre turni l’aspettano altrettanti scontri diretti contro Sampdoria, Catania e Cesena. Ormai retrocesso matematicamente il Bari, per le altre due retrocessioni la partita è invece ancora apertissima a ogni risultato.


TOP DI GIORNATA

Amauri (Parma). Grande protagonista di giornata con una doppietta realizzata sul filo del fuorigioco, grazie alla quale il Parma espugna Udine. Fanno 7 gol in 11 partite e il prezzo del suo cartellino si impenna.

Eto’o (Inter). Con la sostituzione di Castellazzi per Milito il camerunense rimane l’unica punta in avanti, ma il fuoriclasse nerazzurro fa per due. E’ lui a conquistare la punizione con cui Sneijder pareggia il gol laziale e manco a dirlo è sempre lui a realizzare il gol di una vittoria su cui pochi avrebbero scommesso quando la squadra, a metà del primo tempo, si trovava sotto di un gol e in inferiorità numerica per l’espulsione di Julio Cesar.

Del Piero (Juventus). Alla sua età è ancora il migliore dei bianconeri. D’accordo che segna su rigore e poi in modo fortunoso, ma conquista tante punizioni, fa ammonire avversari, è un autentico trascinatore fino a un quarto d’ora dalla fine, quando Del Neri lo sostituisce forse pensando, sul doppio vantaggio, di aver vinto la partita. Sappiamo com’è andata.

FLOP DI GIORNATA

Malesani (all. Bologna). Se la squadra appare demotivata e già in ferie da un pezzo certamente qualche responsabilità ce l’ha l’allenatore che non riesce a ricaricare una squadra data con troppa superficialità “già salva”. E invece, incassando contro il Cesena la quarta sconfitta consecutiva, adesso i felsinei potrebbero essere coinvolti nella lotta per non retrocedere avendo solo 5 punti in più della terzultima.

Inler (Udinese). Dopo aver steso il Napoli domenica scorsa con un suo gol, oggi lascia i suoi in inferiorità numerica per un’istintiva “pettata” all’arbitro che giustamente l’aveva ammonito per un fallo da tergo su Giovinco. C’era forse un fallo non fischiato su Sanchez immediatamente prima, ma questo non giustifica la follia del giocatore austriaco, pagata a caro prezzo.

Mauri (Lazio). In vantaggio di un gol e in superiorità numerica a San Siro contro l’Inter, la Lazio sogna l’attacco al terzo posto, ma si risveglia sconfitta e con il quarto posto, utile per l’accesso alla prossima Champions, quanto mai in discussione. Stupido il fallo di reazione che costa a Mauri il cartellino rosso, ristabilendo la parità numerica in campo e assottigliando le possibilità di far risultato dei laziali.