L’Udinese mette tutti in fila, la Juve si scolla dalla vetta

vucinicNella giornata in cui in Premier League il Manchester City sovverte le vecchie gerarchie e nella Liga il Real Madrid, dopo tre campionati dominati dal Barcellona, riesce nell’impresa di scavalcare in classifica i catalani, finisce tutto secondo pronostico in serie A, a meno che non si voglia considerare una sorpresa trovare l’Udinese sola al comando. I friulani hanno schiacciato sotto il peso di una tripletta il malcapitato Novara e, approfittando del passo falso della Juventus, ora guardano davvero tutte le altre dall’alto verso il basso. Un primato certo parziale, ma pieno di significati quello della squadra allenata da Guidolin che, oltre a issarsi solitaria in vetta al campionato, comanda anche il proprio raggruppamento di Europa League dimostrando fin qui di saper reggere lo scomodo ritmo della doppia partita al giovedì per la coppa e alla domenica per il campionato.

A un’incollatura dalla provvisoria capolista si inserisce la Lazio che nel posticipo del Dall'Ara ha liquidato senza troppi patemi un Bologna particolarmente sottotono: ed è la terza vittoria consecutiva per la squadra allenata da Reja. Si scolla dalla vetta la Juventus che ha buttato letteralmente all’aria una vittoria in una partita che stava controllando con una certa tranquillità nonostante l’esiguo vantaggio. E invece che combina Conte a metà ripresa? Abiura il 4-2-4 sostituendo Estigarribia con Pazienza e optando così per un gessato 4-5-1 che allinea Pepe e Vucinic sulla stessa linea di Pirlo, di Marchisio e del nuovo entrato. Il risultato è stato che la Juventus non è più riuscita ad articolare nemmeno uno straccio di manovra offensiva, finendo per subire la pressione degli ospiti, coronata infine dal giusto pareggio realizzato da Caracciolo nel finale. Per la Juve fanno quattro pareggi nelle ultime cinque partite, nelle quali la vittoria contro il Milan può leggersi come un acuto isolato. A fare massa sono questi pareggi che dimostrano come per Conte di problemi irrisolti ce ne siano ancora molti, su cui c'è davvero lavorare. Contro il Genoa, fra i principali nei si sono evidenziate certe amnesie in una difesa che ha assoluto bisogno di un rinforzo di livello; in attacco il mancato protagonista è stato un Vucinic indolente e irritante, un vero e proprio fantasma tenuto in campo per 84’. Incoraggiante l’esordio di Estigarribia, anche se è difficile darsi una spiegazione di come, nel reparto su cui più si è operato in fase di mercato, l’unico punto fisso dello schieramento oggi sia Pepe, che nelle gerarchie precampionato sembrava poter essere al massimo un buon ricambio. Elia continua ad essere un oggetto misterioso quasi quanto il recupero di Quagliarella, mentre si sono perse le tracce di Iaquinta, vittima dell’ennesimo infortunio muscolare, con prognosi iniziale di 40 giorni, ma fuori da oltre due mesi.

Classifica alla mano, il big match di giornata è stato Cagliari-Napoli, con due formazioni che hanno finito per colpire pali e traverse, senza tuttavia riuscire nemmeno una volta a centrare il bersaglio grosso. Un pareggio e nulla più quindi per il Napoli, mai vincente nelle partite a cavallo del turno infrasettimanale di Champions League, e un pari che rafforza la serie positiva dei sardi imbattuti da quattro turni. Dietro al Cagliari, appaiano il Napoli il Milan e la Roma. Rocambolesca la rimonta dei rossoneri che hanno sepolto nel secondo tempo il Lecce con quattro reti, dopo che i loro fantasmi si erano fatti infilzare tre volte dai salentini nel primo tempo. Bene anche la Roma che, seppur correndo qualche rischio di troppo, ha regolato con un golletto di Lamela il Palermo, scrollandosi di dosso le scorie di un derby poco fortunato. Nell’anticipo del sabato il Catania aveva conquistato un pareggio prezioso a Firenze e un accenno, a questo proposito, bisogna farlo alla squadra allenata da Montella che, imbattuta da quattro partite, ha fermato sul pari Fiorentina e Juve, riuscendo ad imporsi sull’Inter. La squadra nerazzurra si è imposta con il minimo scarto sul solito combattivo Chievo, che però quasi mai è riuscito a portare serie minacce alla porta difesa da Julio Cesar. Chiudono il quadro di giornata tre punti che potranno pesare in prospettiva salvezza, quelli incamerati dal Siena contro un Cesena in cui scricchiola sempre più forte la panchina di Giampaolo.


TOP DI GIORNATA

Boateng (Milan). Entra in campo a inizio ripresa e in quarto d’ora spara tre colpi di bazooka che affondano gli increduli leccesi. Un iradiddio!

Lamela (Roma). Un esordio in giallorosso da incorniciare quello del talentuoso diciannovenne argentino, che alla prima palla giocabile, dal vertice destro dell’area di rigore avversaria, prima si accentra e poi inquadra l’angolo giusto in cui spedisce ad adagiarsi una parabola perfetta. Che biglietto da visita!

Moralez (Atalanta). Seconda doppietta decisiva per l’eclettico trequartista argentino: così l’Atalanta espugna il Tardini di Parma. Senza la penalizzazione iniziale oggi i bergamaschi si isserebbero al secondo posto in classifica a un solo punto dalla battistrada Udinese.


FLOP DI GIORNATA

Vucinic (Juventus). Resta in campo per 84’ minuti e, se possibile, gioca peggio di un fantasma, perché l’indolenza che traspare dalle sue movenze da bradipo è di quelle che indispone chi si aspetta tutt’altro registro. Nessuna squadra può permettersi di schierare titolare un giocatore così incostante e indisponente.

Chi continua a speculare sull’ultimo contratto di Del Piero. Andrea Agnelli ha ribadito nel corso dell’Assemblea degli azionisti che quello in essere è l’ultimo anno di Del Piero come giocatore alla Juventus. Lo stesso Del Piero (classe ’74) aveva preannunciato con uno suo video la firma “in bianco” del suo ultimo contratto in bianconero e nel giorno della fatidica firma anche Andrea Agnelli lo aveva sottolineato. Dunque dove sta il problema? Complimenti ai media che continuano a specularci sopra e ai tifosi che abboccano.



Romeo (arbitro di Juventus-Genoa). Non sbaglia niente di clamoroso che possa aver alterato il risultato, ma a volte ammicca i giocatori con un mezzo abbraccio finendo per farsi schiaffeggiare una mano da Palacio e poi farsi mandare a quel paese da Pirlo. Sono atteggiamenti sbagliati che i giocatori leggono come debolezza e che nemmeno da un dilettante ci si aspetterebbe. L’arbitro dovrebbe essere il primo a tenere la distanza fisica dai giocatori.