Il campo parla chiaro: Juventus 29... Inter 14*

morattiE’ un campionato che parla chiaro quello che, dopo un terzo del suo cammino, rinnova il duello Juventus-Milan in chiave scudetto con l’Udinese a interpretare un intrigante ruolo da outsider. Ma non meno interessanti sono i risvolti del difficile momento che sta attraversando la Roma e soprattutto la sempre più precaria situazione di classifica dell’Inter.

Juventus 29... Inter 14* Se mai il campo poteva lanciare un segnale al cosiddetto "tavolo della pace", lo ha fatto in modo inequivocabile se solo si guarda ai numeri che esprime fin qui la classifica. I 29 punti della Juventus sembrano rivendicare esplicitamente gli scudetti conquistati sul campo, mentre i 14 con rigoroso asterisco dell’Inter richiamano “lo scudetto di cartone” e il filotto di titoli conseguenti agli esiti di Calciopoli. Una sentenza che ha sconvolto il calcio italiano penalizzando in particolare una squadra e, per paradosso, premiandone un’altra, seppur colpevole di comportamenti ritenuti illeciti dal procuratore sportivo. Ci sono voluti cinque anni di risultati artefatti da una sentenza per lo meno monca, perché il campionato di serie A riproponesse una Juventus al vertice della classifica e un Inter nell’anonimato, laddove spesso ha navigato durante la gestione Moratti. La Juventus di oggi è tornata ad essere una macchina infernale che non lascia né spazio né tregua agli avversari. Contro il Cesena la vittoria è stata sofferta perché il gol tardava ad arrivare, ma con il senno di poi la squadra romagnola è sembrata una vittima cotta a fuoco lento che ha dato ancora più sapore ai tre punti conquistati. Il 70% di possesso palla e 27 tiri verso la porta avversaria testimoniano che quello della Juventus è stato un vero e proprio assedio. Numeri simili, almeno di possesso palla, li ha avuti il Milan che ha espugnato il Marassi genoano, anche se i ritmi di gioco dettati dal Diavolo contro il Grifone sono stati notevolmente inferiori a quelli imposti dalla truppa d’assalto di Antonio Conte. Fatto sta che la squadra allenata da Allegri, dopo aver perso lo scontro diretto, sta inanellando una serie positiva che vanta 7 vittorie e un pareggio, alimentando così sempre di più quello che si è ormai delineato come un nuovo duello al vertice fra le due squadre italiane più titolate al mondo. Una sfida ricca di fascino, quella fra Juve e Milan, resa più frizzante dalle imprese dell’Udinese. La squadra friulana continua infatti a tener botta sia in campionato che in Europa League in modo anche sorprendente. A San Siro, contro l’Inter, ha meritato di vincere in virtù di una maggiore pericolosità offensiva e di una supremazia, a livello di collettivo, emersa chiaramente nella ripresa. Un dato di fatto che avvalora il lavoro di un allenatore da grandi palcoscenici come Guidolin, specie in una serata di mancata verve per Di Natale.

Il Napoli si rilancia, la Roma prende tre mazzate. In attesa della Lazio, che nel posticipo casalingo contro il Novara ha l’occasione di accorciare il distacco dal vertice, il Palermo strappa un pari a Parma e si rilancia il Napoli che torna alla vittoria in campionato che mancava dalla partita al San Paolo del 26 ottobre contro l’Udinese. Da allora una sconfitta e 3 pareggi, che tradotti in classifica fanno una distanza di 9 punti dalla vetta e 7 dalla zona Champions League. Non certo una distanza proibitiva, ma per risalire la corrente Lavezzi e compagni non potranno più permettersi distrazioni di sorta. Detto del Cagliari andato ad espugnare Catania grazie a un assolo da campione del ventunenne attaccante colombiano Ibarbo, l’attenzione cade sulla Roma uscita con le ossa rotte dalla trasferta di Firenze contro i viola. Una prestazione anche sfortunata quella della squadra giallorossa, girata male su alcuni episodi di gioco, che hanno finito per condizionare anche le scelte del tecnico che, per esempio, ha inteso risparmiare a Totti l’umiliazione subita dai compagni evitandone l'ingresso in campo nella ripresa. Quello subito dalla Roma contro la Fiorentina è un passivo pesante non solo in riferimento al tris di reti subite, ma anche e in special modo alle tre espulsioni rimediate che, unite agli infortuni, condizionano forzatamente le scelte tecniche in prospettiva della prossima partita in cui ci sarà da affrontare la capolista. Ma c’è da scommettere che la Roma che affronterà la Juventus saprà mettere in campo tutta la rabbia e l’orgoglio di una squadra che dovrà supplire alle assenze, specie nel reparto difensivo, con una prova di grande carattere. Dovesse fallire in questo senso, proprio in una partita molto sentita dall’ambiente romanista, per Luis Enrique il futuro da allenatore nella città eterna si farebbe parecchio più precario, tanto per usare un eufemismo.

Inter di nuovo ai margini della zona retrocessione. Nella seconda metà della classifica fanno un piccolo passo avanti Chievo e Atalanta che impattano sul nulla di fatto, mentre il Bologna batte di misura il Siena agganciandolo al quartultimo posto in condivisione con l’Inter. Dopo i propositi di riscossa dettati dall'allenatore durante la settimana, i nerazzurri, perdendo in casa contro l’Udinese, hanno lasciato sul campo anche le residue velleità di tornare a lottare per il vertice. La realtà dei fatti è che senza, soprattutto, Maicon e Sneijder, la squadra di Ranieri è anonima, e solo recuperando i suoi giocatori migliori potrebbe recuperare qualche posizione in classifica. Dire quante posizioni però è assai arduo, più facile pronosticare per Zanetti e compagnia un ritorno a quei campionati di second’ordine a cui si erano abituati prima che Calciopoli alterasse le gerarchie del calcio italiano. Una bolla di cinque anni con tanto di scudetti e Champions League conquistati nell’ombra di reati prescritti che, se giudicati, avrebbero potuto ridisegnare tutta un’altra storia. Oggi anche quel sogno diventato realtà sembra lontano anni luce se è vero che dietro ai resti dell’armata morattiana ci sono solo le tre impantanate nella zona retrocessione. Ma al peggio non c'è mai fine.


TOP DI GIORNATA

Marchisio (Juventus). Non che il principino abbia disputato la migliore delle sue prestazioni, ma si tratta di una partita comunque positiva che è stata impreziosita dal pesantissimo gol segnato con cui la Juve è riuscita a violare il fortino cesenate dopo oltre 70’ di assedio infruttuoso. Mica poco!

Lavezzi (Napoli). Contro il Lecce mette la partita in discesa segnando un gol come se ne possono segnare solo alla playstation. Quando ha la palla fra i piedi non la perde mai e quando decide di partire a testa bassa è inarrestabile; gli altri corrono, lui è come se avesse il turbo. E’ un fenomeno!

Guidolin (All. Udinese). Se i friulani non perdono un colpo sia in campionato che in Europa League, una grande parte dei meriti va ascritta all’allenatore che ha saputo ricostruire una squadra impoverita da un mercato estivo in cui la proprietà ha pensato soprattutto a realizzare vendendo i pezzi migliori. Ma anche stavolta Guidolin sembra aver indovinato le nuove scommesse.


FLOP DI GIORNATA

Pazzini (Inter). Il 'pazzo' che scivola a terra calciando un rigore decisivo all’ultimo minuto è l’istantanea fantozziana dell’Inter di oggi ma, a parte il clamoroso errore dal dischetto, i numeri parlano di un giocatore che in campionato l’ha messa dentro fin qui solo una volta e che non segna da due mesi e mezzo. Crisi profonda!

Zanetti (Inter). Il flop è impietoso, ma il capitano nerazzurro disputa una partita schiacciato nella morsa fra Armero e Asamoah, che finisce per stroncarlo. Il cartellino rosso che a fine match gli appioppa l’arbitro dopo 16 campionati immacolati è emblematico della resa nerazzurra.

Luis Enrique (all. Roma). Finisce dietro la lavagna per i risultati, che gli danno torto, ma di attenuanti ne ha parecchie. Al di là della gara di Firenze girata male anche per gli episodi contrari, l’allenatore spagnolo sta pagando lo scotto di un'inflessibilità caratteriale che, se nel lungo periodo potrebbe essere premiante, nel breve sta costando parecchio sia a lui che alla squadra, tanto da ipotizzare scenari futuri tutt’altro che rassicuranti.