Ancora una volta, La Juve manca la fuga

conteOccasione persa e di quelle grosse: la possibilità di sfruttare il turno casalingo contro una “pericolante” era davvero ghiotta.
Era prevedibile che il Milan poco brillante di queste settimane incontrasse difficoltà contro il Napoli, squadra ormai abituata a tirar fuori il meglio negli incontri di cartello, ma una Juve a sua volta meno brillante rispetto alle ultime esibizioni ha subìto una mezza battuta d’arresto contro il miglior Siena della stagione.
Barricate senesi ben organizzate ma non solo: Sannino è venuto a giocarsela e poco ci è mancato che i toscani tornassero a casa con i 3 punti, perché le qualità di Brienza (uno che con la Juve deve avere un conto aperto) e soprattutto di Mattia Destro – buonissima tecnica, ottimi movimenti - hanno creato parecchi grattacapi alla difesa juventina, che nel finale ha rischiato addirittura la beffa.
Nel primo tempo per i primi venti minuti meglio il Siena, che ha applicato un pressing asfissiante tale da chiudere tutti gli spazi agli uomini di Conte, usciti verso la metà della prima frazione quando Pirlo – allentatosi un minimo il pressing avversario - ha iniziato a far girare palla con più continuità.
Nonostante la buona vena di De Ceglie e il solito Lichtsteiner – al quale capita la prima palla gol: bravissimo Pegolo - la saracinesca senese rimaneva ben salda e protetta: perché Vidal è importante in fase di recupero ma sembra carente in lucidità; perché Marchisio sembra in ripresa ma manca ancora dello spunto di qualche tempo fa; perché Pepe si è fatto nuovamente male alla caviglia colpita a Bergamo; e perché l’impostazione non dovrebbe partire dai piedi incerti di Chiellini, tutt’al più da quelli dell’ottimo Barzagli, elogiato pubblicamente dal presidente Agnelli nei giorni scorsi e anche oggi confermatosi ad ottimi livelli.
L’ex difensore del Wolfsburg è al momento il miglior difensore del campionato, alla faccia dei fenomeni – o presunti tali - sudamericani in forza alle milanesi e alle romane.
Maluccio le punte, tutte: Vucinic – al rientro dopo Bergamo - è sembrato la copia del giocatore di inizio stagione, quello che faceva imprecare per la mollezza con la quale affronta ogni azione; Matri, tanto impegno ma zero pericolosità, soprattutto molte incomprensioni con i compagni ai quali ha più volte dettato passaggi con movimenti sbagliati.
Non meglio del lodigiano sono andati i sostituti Quagliarella e Borriello, quest’ultimo più impegnato a litigare con un già mal disposto Peruzzo che a tenere palla e a sfruttare la propria fisicità, le caratteristiche per le quali la Juve ha messo gli occhi su di lui.
Se mi concedete una battuta semiseria diciamo che se oggi l’allenatore della Juventus fosse stato il compianto “Barone” Liedholm il primo titolare di oggi sarebbe stato Del Piero: per “Liddas” l’oroscopo e la cabala erano fondamentali quanto le doti tecniche, e difficilmente si sarebbe lasciato scappare l’occasione di schierare il numero 10 contro una delle sue vittime preferite.
Un dato statistico è significativo: la Juventus non concludeva una gara interna sullo 0-0 da quattro anni (il derby del febbraio 2008) e segnava ininterrottamente da 15 partite nel suo stadio; e per la prima volta allo Juventus Stadium la squadra non “sporca” il tabellino, Coppa Italia compresa.
In merito agli episodi da moviola che hanno caratterizzato la giornata, dall’espulsione di Ibrahimovic all’episodio del rigore negato alla Juventus, non ci sono molti dubbi: sacrosanta l’espulsione allo svedese; netto, nettissimo, il rigore negato alla Juventus.
Sembra di essere tornati indietro di 7 anni.
Ma se Conte non si sofferma più di tanto sull’episodio – non è neppure suo compito - Marotta giustamente se ne lamenta con Braschi chiedendo arbitri esperti per la prima in classifica (toh… reminiscenze del 2005?), e chi ha potuto seguire il salotto di Ilaria D’Amico si sarà reso conto di quante giustificazioni abbia goduto l’arbitro Peruzzo, a quattro metri da Vergassola al momento dell’impatto incriminato.
“Guardava l’area di rigore”, “non ha visto”, “una svista può capitare”, questo il tenore medio dei commenti con l’ex granata Marchegiani fra i più convinti assertori del teorema e la conduttrice in tacchi a spillo che non perdeva tempo per rinfacciare a Marotta l’episodio pro-Juve del mani di Pirlo contro il Cagliari (sull’1-0 per i bianconeri a fine primo tempo).
Una squadra come la Juve, che passa molto tempo nell’area avversaria, in 21 partite ha ottenuto un solo rigore a favore – e di episodi ce ne sono stati - e la cosa fa abbastanza sorridere.
L’atteggiamento indulgente nei confronti di Ibrahimovic (che da regolamento rischia tre giornate, e per il Milan sarebbe la nemesi del famoso scontro-scudetto dell’8 maggio 2005) mi fa pensare che qualcuno a Sky non ce la racconti mai giusta.
Sinceramente, che Ibrahimovic giochi o non giochi la sfida del 25 febbraio non mi importa granché, perché se la Juve merita di stare dov’è e continuerà a meritarlo lo ha fatto e lo farà con o senza Ibrahimovic a contrastarla.
Quello che per una volta vorrei vedere è la cosiddetta “parità di trattamento” che richiama a quel famoso episodio di 7 anni fa.
Galliani, dai microfoni di Milan Channel (prontamente ripreso da Sky calcio show: avevate dubbi?) ha già fatto sapere come la pensa: “Non vedo condotta violenta, non penso Ibra meriti più di 2 giornate”.
Il Padrone ha parlato e, come d’abitudine, sicuramente in questi giorni “non dormirà”…

p.s. vedere la partita in tv, assistere alle esultanze dello Juventus Stadium ad ogni aggiornamento di punteggio proveniente dall’Olimpico di Roma e gioire per la grandinata che si abbatteva sull’Inter mi pare un esercizio ormai stantio e un tantino provinciale, soprattutto se nel frattempo la squadra faticava ad aver ragione del Siena. Sarebbe ora di ricordare che l’Inter non è mai stata la Rivale con la “R” maiuscola, lo scudetto di cartone non deve essere il pretesto per vivere di astio nei confronti di chi - lo dice la Storia - ha sempre sofferto di un profondo complesso di inferiorità nei nostri confronti. Ora, per piacere, non mi pare il caso di ribaltare la Storia, e auspico che per i tifosi juventini l’Inter torni ad essere un avversario come gli altri. Altrimenti rischiamo di diventare come i granata…

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