Un "quasi" ritorno al passato

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La giornata di campionato appena conclusasi ci permette di trarre alcune considerazioni sulle situazioni che caratterizzano sia la lotta al vertice sia quella per non retrocedere. Un fine settimana che, per certi versi, sembra averci restituito dinamiche e rapporti di forza molto più simili al periodo pre-Farsopoli, con Juve e Milan a contendersi lo scudetto e l'Inter ad arrancare dietro, incensandosi da sola per aver ottenuto un pareggio (fra le mura amiche) contro il Catania.

Lotta al vertice. Per un Milan che non sbaglia a Palermo, c'è una Juve che impatta per la quinta volta in casa, allungando a 12 le partite da un punto. Niente da dire sui rossoneri: il Palermo scende in campo come se fosse una squadra da oratorio, e questo facilita enormemente il lavoro di Ibrahimovic che, marcato a 3 metri dai difensori rosanero, insacca ben 3 gol. Ma non c'è da stupirsi, d'altronde: prima della partita Zamparini aveva sentenziato che il Palermo avrebbe perso. 10 a 1 che quando invece sarà il turno della Juventus verranno rievocati i fantasmi di Calciopoli, e siamo certi che l'istrionico presidente frusterà i suoi giocatori come un provetto fantino fa col suo cavallo.
Il capitolo Juve invece si snoda attraverso due punti: uno è rappresentato dalla stanchezza dei giocatori, che da ormai due mesi non mostrano più quella straordinaria tenuta fisica che li aveva visti dominare il girone di andata; e in questo senso i secondi 45 minuti visti col Chievo destano qualche preoccupazione di troppo. L'altro riguarda la stitichezza ormai acclarata degli attaccanti bianconeri: dei 38 goal segnati finora, 15 soltanto sono venuti dagli attaccanti, 10 dei quali dal solo Matri. Come se non bastasse, l'appannamento progressivo di Marchisio, con un Vidal e un Pepe poco lucidi in fase propositiva, ha negli ultimi tempi privato Conte di un importante serbatoio di goal (il centrocampo juventino ha finora totalizzato ben 17 reti). Il cileno, poi, è il giocatore che più è fondamentale a questa squadra: il suo lavoro di filtro a centrocampo è davvero inestimabile, e la sua mancanza ieri si è avvertita. Speriamo che queste sue due soste forzate (diffida prima ed espulsione poi) e il rientro di Pepe ridonino un po' di energie alla Juventus, anche se ora, più del fisico, sarà fondamentale per Conte mantenere salde le teste dei calciatori sulle loro spalle, al fine di superare questo temporaneo (o così si spera) momento di smarrimento.

Le inseguitrici. Più sotto, il derby di Roma va alla Lazio del caparbio Reja. La partita, non ricca di spettacolo come ci si aspettava, ha visto dopo 7 minuti la Roma in 10 per l'espulsione di Stekelenburg, col successivo rigore trasformato da Hernanes. Da lì in poi, però, è stata la Roma quella a creare di più, con una Lazio molto più difensiva, che ha avuto però la forza, una volta raggiunta dal pari di Borini, di rimettere il naso avanti, e di prendersi 3 punti fondamentali in ottica Champions, anche grazie al pareggio a reti inviolate tra Udinese e Atalanta, che hanno badato più a non farsi male che ad attaccare. Tra le inseguitrici mettiamo anche l'Inter: la matematica concede a loro ancora qualche possibilità di riacciuffare l'Europa che conta, ma l'impressione è che i nerazzurri stiano tornando quelli di sempre. Se poi Ranieri afferma che il pari in rimonta in casa è una "reazione importante", la remuntada è servita.

In coda, il Lecce pesca un punto con retrogusto amaro contro il Genova, dopo aver assaporato una vittoria che poteva davvero allontanarlo dai bassifondi della classifica. Tre punti importanti anche per Siena e Bologna, questi ultimi contro un Novara ormai con un piede in B insieme al Cesena, battuto sonoramente al Franchi.

TOP DI GIORNATA

Montella (All. Catania). E' un elemento da tener d'occhio: sfiora il bottino pieno a San Siro, e poco importa che di questo periodo sia una cosa abbordabile, perché il suo Catania gioca, e gioca bene, a viso aperto, cercando di far girare palla in maniera costruttiva. Un giovane allenatore che probabilmente potrà dar molto al calcio italiano.

Cosmi e Sannino (all. Lecce e all. Siena). La cura Cosmi sembra aver fatto bene al Lecce, che ha ora qualche speranza in più di salvezza grazie anche a giovani di talento come Muriel e Cuadrado; dall'altra parte, Sonnino non può dirsi deluso della sua stagione finora, con una squadra che si sta addirittura giocando un posto per la finale di Coppa Italia.

Ibrahimovic (Milan). E' lui il vero ago della bilancia nella scorsa scudetto. Torna dalla squalifica e lo fa con una tripletta che stende un Palermo in versione partita domenicale in parrocchia. Se si mantiene però sui livelli che gli competono, non ci sarà molto da fare per gli avversari.

FLOP DI GIORNATA

L'attacco juventino. E' il vero problema della squadra di Conte. Nel suo periodo di stanca, il Milan poteva contare su un fuoriclasse in grado di risolvere le partite; questa mancanza in casa Juve si fa sentire, e l'impressione è che più di una partita, col fuoriclasse svedese in squadra, si sarebbe conclusa con una vittoria. Quello che avrebbe dovuto risolverle per noi, Vucinic, pare in una fase involutiva alquanto irritante.

Cesena. In una giornata in cui Lecce e Siena trovano la forza di reagire, il Cesena si è ormai arreso. Certo, se poi hai in squadra elementi del calibro di Iaquinta e Martinez...

I media di regime. In questa giornata di campionato si sono visti errori clamorosi, a cominciare dal Napoli, che si porta a casa 3 punti in maniera alquanto immeritata. Un rigore per tuffo di Cavani, un fuorigioco di un metro per Lavezzi e un paio di rigori negati al Parma. Non abbiamo visto Leonardi però infuriarsi contro gli arbitri come nella partita con i bianconeri. Ma d'altronde è normale: per lui e per i media un errore a favore del Napoli è solo una svista; se invece avvantaggia la Juve è sintomo di una strana aria che aleggia sul campionato. Non c'è altro da dire, eravamo, siamo e saremo sempre da soli contro tutti.