Una brutta Juve perde a Milano

rizzoli01Seconda sconfitta in campionato per la Juventus, e casualmente anche stavolta accade contro una milanese.
Perché ha perso la Juventus?
Perchè il Milan ha avuto più fame, preparava la partita da tempo, come ha ammesso De Sciglio (“già prima di affrontare l'Anderlecht pensavamo a questa partita”) e i rossoneri si sono regalati la serata della stagione.
Di solito, quando una piccola squadra incontra una grande squadra, se la grande non riesce a dominare, può capitare che la piccola abbia il sopravvento.
E' quello che è successo stasera, il Milan più povero degli ultimi venticinque anni ha usato le sue armi (grinta, tenacia e grandissima attenzione) e, seppur nella ripresa non abbia superato la metà campo ha resistito alla reazione - in verità non trascendentale - della Juventus portando a casa i tre punti.
Da martedì a domenica è cambiato tutto: dalla serata da leoni col Chelsea alla timida e svuotata Juve vista stasera.
Dico Juve “svuotata” perché solo con un calo emotivo si può giustificare una partita in cui i ragazzi in bianconero sono sembrati impacciati, spenti, mai lucidi: il simbolo del disagio è stato Vidal, uno degli artefici del successo europeo, al quale non è riuscito nulla di nulla, a partire dagli appoggi più elementari.
No, non era serata, e si è capito da quando il modesto Constant non ha lasciato mai un cross pulito ad Isla che, stando a fama e costo del cartellino, avrebbe dovuto sbranare il poco nobile avversario.
E' bastato Padoin, uno col minutaggio ancora a due cifre prima di stasera, per creare molto più dell'esterno cileno valutato 18 milioni, l'acquisto più caro finora effettuato da Marotta.
Non salvo nessuno, stasera: dalla difesa un po' incerta e in alcuni casi imprecisa, da Asamoah ben limitato da De Sciglio e apparso già stanco di suo.
Nemmeno Pirlo e Marchisio hanno fatto bene, anche se entrambi nella ripresa hanno gettato nella mischia almeno il cuore.
Nemmeno Buffon, non irreprensibile (e lui lo sa) sul goffo rigore calciato da Robinho e troppo leggero in un disimpegno che ha offerto l'unica potenziale opportunità al Milan in tutta la ripresa.
Non parliamo delle punte, con Vucinic probabilmente non in grado di reggere fisicamente due impegni del genere dopo il virus che lo aveva colpito prima del match con la Lazio; con Quagliarella zero assoluto ma al quale non si può chiedere di segnare ogni domenica o mercoledì; con Giovinco il cui impiego è ormai sinonimo di qualche gol fallito (oggi solo uno, ma va detto che ha avuto troppo poco tempo per mantenersi al passo con le sue medie abituali...), qualche offside e un paio di serpentine fini a se stesse.
Oltre alle solite proteste, utili peraltro solo agli avversari, desiderosi di perdere tempo e arginare il forcing finale bianconero.
Mi consola il fatto che questa Juve è stata troppo brutta per essere vera, quella vera la conosciamo e l'abbiamo ammirata anche in questa stagione, anche nelle partite contro Lazio e Chelsea.
Ora arriva il derby, poi la trasferta Ucraina, che penso si sia già impossessata delle menti degli uomini di Conte, che prima torna in panca e meglio è, per intenderci.
Non so, probabilmente è una sciocchezza, ma avere in panchina il bravissimo Alessio non mi pare proprio la stessa cosa: in attesa del ritorno del legittimo occupante la panchina, Carrera, rispetto al mite Alessio - cui non voglio addossare alcuna colpa, sia chiaro - mi sembrava più in sintonia con lo spirito da “domatore di leoni” che contraddistingue Conte.
Di certo, non ci vedo un Quagliarella lamentarsi di una sostituzione con Conte o Carrera.
A fine partita proprio Alessio ha così commentato:”Non ha funzionato niente. Fra due domeniche tornerà Antonio, e saremo tutti contenti”, e mentre pronunciava queste poche parole il suo volto sembrava già rilassarsi.
Per finire, qualche accenno, molto breve, agli episodi: il rigore concesso da De Marco - arbitro di porta coperto da ben tre uomini al momento della decisione - è roba scandalosa, roba che a parti invertite avremmo assistito a processi, controprocessi e condanne a senso unico.
Invece la Juve non ha fatto polemiche, ha perso e non si è aggrappata all'episodio (ribadisco, scandaloso), i commentatori si sono arrampicati sugli specchi prima di arrendersi all'evidenza (in questo caso, i due paladini di Sky e la sora D'Amico hanno superato se stessi: non dico nulla perché rischierei la querela), anche se qualcuno farà passare in cavalleria tutto quanto come “esempio di sportività e fair play”.
Parafrasando quel tale che coniò la massima: “sono tutti froci col culo degli altri”, adattando al calcio italiano possiamo affermare tranquillamente che “sono tutti froci col culo degli juventini”.
D'altronde, lo diceva anche il presidente federale dei tempi pre-Calciopoli, quello che “se errore ci deve essere, mi raccomando non sia a favore della Juve”.
E forse la smetteranno con le menate del gol di Muntari, quello immortalato sul cellulare di Galliani e che Allegri vorrà raccontare ai nipoti.
Anche se nei vari “promemoria” legati a quella famosa partita le (mancate) espulsioni dello stesso Muntari e di Mexès e il gol annullato a Matri (perché ne aveva fatto un altro, prima del pari, o ce lo ricordiamo solo noi?) sono certo che non troveranno posto.

 

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