Juve OK in Coppa Italia: ma che fatica!

vucinic01Raggiungendo la semifinale di Coppa Italia la Juventus rimane in corsa per tutti gli obiettivi.
Ma quanta fatica contro questo Milan!
Squadra mediocre quella rossonera, magari orgogliosa per carità, ma i limiti di Ambrosini e soci sono evidenti.
Ciononostante El Shaarawy e compagni escono a testa alta dalla coppa Nazionale, partendo più forte della Juve e concludendo la fatica del 120 minuti addirittura sovrastando fisicamente l'avversario.
Per la Juventus (molto) sperimentale schierata da Conte la serata è iniziata con un brivido immediato sul tiro sbilenco del Faraone, brivido prontamente attenuato dalla punizione di Giovinco, bravo a scavalcare la barriera (pollo Amelia, che non vede partire un pallone non angolato e per nulla irresistibile) e a fissare un risultato che sarebbe durato fino al novantesimo.
C'è voluto un tocco di Mirko Vucinic su contropiede condotto da Giaccherini e rifinito da De Ceglie per completare la rimonta al quinto minuto del primo overtime.
Queste le fasi determinanti della partita che, come già accennato sopra, ha avuto un andamento altalenante: meglio il Milan in partenza, poi il ritorno della Juve, che ha segnato, creato altre opportunità e messo a nudo i tanti difetti della squadra di Allegri.
Questo è avvenuto fino a quando Bonucci e soci hanno conservato lucidità, e persino gli attaccanti si trovavano con più facilità rispetto alle consuetudini: Matri lanciava Giovinco che a tu per tu con Amelia calciava malamente a lato, e poco dopo lo stesso numero 12 calciava una punizione migliore di quella valsa il pareggio, ma stavolta il portiere di Frascati rispondeva “presente”.
La difesa rossonera, pressata, si esponeva agli attacchi della Juventus, Mexès veniva ammonito per un intervento da cartellino “arancio” (nella ripresa, avrebbe meritato l'espulsione), Acerbi mostrava tutta la sua inadeguatezza a certi livelli.
La Juventus non chiudeva il conto per l'imprecisione dei suoi attaccanti (Matri litigava col pallone, Giovinco - come al solito - con la porta avversaria), perché i cileni (Isla e Vidal) sembravano andare col freno a mano e Marrone nel ruolo di vice-Pirlo si rivelava troppo timido.
Conte toglieva Giovinco (il più impiegato finora, ecco il motivo della sostituzione) per inserire l'acciaccato Vucinic (Quagliarella era indisponibile per squalifica), ma già da qualche minuto il baricentro della squadra si era abbassato, lasciando campo al ritorno del Milan.
I cambi di Pirlo per Marrone, e poi De Ceglie per Lichtsteiner (che ha finito con i crampi senza aver giocato domenica), con il successivo spostamento di Isla sulla sua zona di competenza, non sortivano effetti positivi sulla manovra, anzi.
Il cileno arrivato quest'anno continua ad essere un oggetto misterioso, pessimo ma con attenuanti sulla sinistra (quantomeno strana la decisione di Conte, anche se per 18 milioni un minimo di dimestichezza col sinistro sarebbe richiesta), per nulla migliorato una volta spostato sulla sua amata corsia destra dove, se possibile, ha sofferto ancora di più un destro naturale come Mattia De Sciglio.
I migliori in campo sono stati i tre centrali, da Barzagli a Caceres passando per Bonucci, probabilmente il migliore in assoluto nella doppia veste di marcatore/suggeritore.
Almeno finché ha retto il fiato, cioè più o meno poco dopo la metà della ripresa.
Da quel momento il Milan è sembrato andare a velocità doppia, persino tripla, e allora si è fatta strada la sensazione che la stanchezza derivante dal superlavoro imposto dal Mister durante la sosta non fosse un'ipotesi campata per aria, quantunque poco influente in relazione alla sconfitta di domenica.
E' impressionante come una squadra che ha sempre avuto come caratteristica peculiare quella di concludere i primi tempi in parità (scherzando con alcuni colleghi in redazione si diceva: “l'ics all'intervallo la Snai non lo considera neppure più”), per poi triturare gli avversari nella ripresa, dopo la sosta abbia perso lucidità proprio alla distanza.
I supplementari sono stati una specie di calvario: gente senza fiato (un Matri sempre più in apnea ha risposto a Conte che lo invitava a pressare con un laconico: “non ne ho più...”), una ricerca quasi morbosa della bandierina dai primi istanti del secondo tempo supplementare, e in generale una squadra sfilacciata che non riusciva a tenere palla che per pochi secondi.
Tutta un'altra storia il Milan, che viaggiava a velocità supersonica e ha creato i suoi bei grattacapi a Storari: almeno tre grandi opportunità fallite di un soffio, contro le due in contropiede fallite da Giaccherini (controllo approssimativo) e Isla, sul quale è stato sì bravo Amelia, ma da quella posizione il cileno doveva far gol.
Alla fine, la qualificazione alla semifinale è raggiunta, e fra due settimane ci aspetta la Lazio, seconda in classifica, per un doppio confronto che si annuncia impegnativo.

 

Commenta la partita sul nostro blog!