Bella e sprecona: la Juve riparte

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A quattro giorni dalla sciagurata trasferta danese la Juventus ripropone una prestazione generosa, piena di occasioni da rete ma, rispetto a martedì, è bastato quel pizzico di cattiveria in più per portare a casa i tre punti.
Verona chiuso e pronto a ripartire, Juventus all'arrembaggio con gli spazi chiusi e quindi costretta a concludere da fuori, prevalentemente con i difensori e, qualche volta, con Pogba, al quale manca sempre un pochino di convinzione al tiro.
E' il gol di Cacciatore, altro episodio dalla dinamica piuttosto confusa dopo quello costato il momentaneo vantaggio del Copenhagen, a rompere l'equilibrio di una gara dominata dai bianconeri ma fino a quel momento ancora inchiodata sullo 0-0.
La Juve attaccava a folate, purtroppo più volte interrotte da lunghe pause, soprattutto per i soccorsi che in un paio di occasioni si sono resi necessari per il povero portiere veronese Rafael, tramortito  dai compagni di squadra (Halfredsson prima, Moras poi) e omaggiato da Bergonzi in entrambe le situazioni con fischi a favore.
Proprio le interruzioni hanno prolungato il tempo fino al minuto 48; e i gol di Tevez e Llorente hanno ribaltato in pochi minuti il risultato sigillando il finale già all'intervallo, per una Juve che a tratti è sembrata riproporre la cattiveria, l'agonismo e la vivacità dei tempi migliori.
A queste caratteristiche va aggiunta la consapevolezza di aver finalmente acquisito un grande attaccante, Carlitos Tevez, che - come già era sembrato Verona, cattevidente in altre occasioni  - sembra nato per giocare in questa squadra.
Cattivo, determinato, voglioso e soprattutto concreto: quattro gol in sei partite ufficiali sono un buon biglietto da visita per uno che ha la stoffa del leader ma che forse in Europa, per tanti motivi, non lo è mai stato compiutamente.
E' presto, d'accordo, ma forse l'argentino sta capendo che questa può essere l'occasione di legare il proprio nome ad un club e ad un ciclo che potrebbe vederlo pienamente calato nel ruolo di attore protagonista e non solo in quello di “guest star”.
L'argentino è una freccia in più in una giornata in cui la Juve ha fronteggiato un'emergenza che negli anni scorsi probabilmente le sarebbe stata fatale: l'assenza di Pirlo.
Non fraintendetemi, so benissimo che il regista azzurro oggi era in campo, ma la marcatura d'altri tempi che Jorginho ha riservato al numero 21 bianconero ne ha di fatto annullato la partita.
Immaginate solo qualche mese fa cosa sarebbe stato ritrovarsi senza la principale fonte di gioco.
Invece oggi la Juve, nonostante un Pirlo “soffocato”, ha creato tanto, sia nel primo che nel secondo tempo, quando per un eccesso di “piacioneria” non si è chiusa la gara con il gol della tranquillità.
Ma avere un Vidal sempre incisivo, un Pogba potenzialmente pericoloso e questo Tevez amplia di molto le possibilità per Conte e aumenta il numero di “sorvegliati speciali” per gli allenatori avversari.
Insieme a Tevez fra i marcatori di giornata troviamo finalmente Fernando Llorente, e quel “finalmente” è tale non di certo per colpa del basco.
Non voglio criticare nemmeno Conte, diciamo che il mister vede i giocatori in settimana e li valuta, a volte, forse, con troppa cautela.
Il Llorente visto oggi è sembrato già un passo avanti rispetto a Matri, con buona pace delle vedove, fra le quali - almeno a parole, clamorosamente contraddette dai fatti, però... - sembrerebbe esserci anche il mister.
Fernando ha buona proprietà di palleggio, la media dei palloni rispediti al mittente (o spediti in tribuna) in seguito a stop problematici è parsa notevolmente inferiore rispetto alle medie degli anni scorsi.
In più, il basco ha una capacità di difendere palla e una presenza fisica nettamente superiori rispetto al nuovo centravanti del Milan, e di conseguenza, scambiato Matri con Llorente, aggiunto Tevez per uno fra Bendtner e Anelka, c'è ancora qualcuno che si sente di sostenere la teoria del “ci siamo indeboliti”?
Altra indicazione importante di giornata è il fatto che Conte mostra di aver imparato una lezione, quella impartita dall'esperienza dello scorso anno sul turnover: nella formazione di partenza di oggi erano cinque gli uomini diversi da quelli schierati in Danimarca; e col rientro di Marchisio certamente mercoledì vedremo qualche avvicendamento anche nel terzetto di centrocampo.
Buon segno e, seppur alcuni elementi come Isla e lo stesso Ogbonna sembrino ancora lontani dal meritare piena fiducia, l'impressione che ne ricavo riguarda proprio la volontà di Conte di coinvolgere il più possibile tutta la rosa, anche a costo di rischiare qualcosa, per poter cementare il gruppo.
Consapevole, il mister, che la stagione sarà lunga e che per coltivare legittime ambizioni sarà necessario l'apporto di tutti.