Le domande a Moratti che nessuno osa fare. Cercasi giornalista

morattiChe razza di giornalismo è quello che si limita ad ascoltare, registrare e fare da passacarte senza porre domande?
Moratti interviene ad un "seminario di aggiornamento per giornalisti sportivi" a Coverciano, dice quello che gli fa comodo anche su Calciopoli e nessun giornalista presente mostra di avere la schiena abbastanza dritta da porgli almeno una domanda scomoda. Il primo aggiornamento da fare ai giornalisti dovrebbe essere: "Signori, il giornalista fa domande, anche scomode. Si faccia una domanda e si dia una risposta lasciatelo fare a Marzullo". Moratti parla di Calciopoli come quando scriveva quella lettera d'addio a Facchetti nella quale chiedeva perché non avessero nemmeno un arbitro amico, quando oggi sappiamo che Nucini riferisce di multipli incontri "riservatissimi", sappiamo delle telefonate a De Santis, dei saluti di Walter Gagg.
Moratti parla ancora come faceva nel 2006 quando reclamava lo scudetto perché i loro comportamenti erano "diversi", quando ora sappiamo che anche l'Inter grigliava, sapeva un giorno prima gli assistenti, preparava regalini che Bergamo doveva andare a ritirare a Milano, e rimproverava ad un arbitro lo "score 4-4-4".
Registriamo un giornalismo prono, che si genuflette davanti al potente di turno, che al massimo riesce a sfornare un'intervista sdraiata, quando sarebbero più incisive e scomode le domande che farebbe qualsiasi avventore del bar dello sport. Negli anni '60 per una nota marca di dentifricio con testimonial Virna Lisi confezionarono lo slogan "Con quella bocca può dire ciò che vuole". Moratti sembra la Virna Lisi dei nostri giorni davanti a giornalisti che non hanno il coraggio di fargli una sola domanda sulle telefonate dell'Inter.
Fare certe domande e pretendere chiarimenti da Moratti, e non solo pendere dalle sue labbra ed amplificarne il suono sui giornali, lo dovrebbero sentire come dovere quelli che hanno scelto di fare informazione per mestiere.

I pochi informati in modo completo, e non "scremato" dai media, hanno capito che, se nel 2006 Moratti e altri dirigenti venuti a galla solo ad aprile di quest'anno avessero parlato, la Procura Federale avrebbe potuto valutare meglio certi comportamenti, che forse erano censurabili, da evitare, ma comunque una prassi comune a più dirigenti e non "esclusivi" di pochi incolpati e puniti, anche pesantemente. Molti imputati, pensiamo a Bergamo che aveva dichiarato il vero, avrebbero visto un po' sgravata la loro posizione: non parlava di griglie, arbitri, incontri, cene e gadgets solo con Moggi.

Palazzi con i casi nerazzurri, ultimo quello Moratti-Preziosi di lunga gestazione e doloroso parto con tanto di fuga di notizie sul web, non sembra neppure lontano parente dell'accusatore versione 2006. E' un Palazzi che dovrebbe piacere a Moratti, perché "dolce e severo". Severo con i telefonatori noti del 2006, dolce con quelli lasciati nell'ombra e fatti andare in prescrizione. In attesa di Palazzi, al quale Tuttosport suggeriva otto domande da fare, facciamo un appello:
AAA. Cercasi "giornalista", non necessariamente bravo, basta volenteroso, disposto a fare a Moratti anche solo due o tre delle domande "vere" che proponiamo.

1) La Procura nel 2006 invitò tutti i tesserati a contribuire all’indagine. Si chiedeva, ma lo imponeva anche il CGS, una prova di lealtà sportiva. Lei poteva non sapere quello che Bergamo aveva dichiarato a Borrelli, ma lo stesso 8 giugno 2006 Bergamo dichiarò in un'intervista a Repubblica, e la sera a Matrix, che aveva rapporti telefonici anche con voi e che Facchetti era stato ospite a casa Sua come altri dirigenti. Non sarebbe stato doveroso, per la lealtà sportiva, confermare che era vero quanto Bergamo affermava?

2) Abbiamo sotto gli occhi gli articoli di stampa del 2006 con molte Sue dichiarazioni, ed alcune anche del compianto Facchetti, nelle quali affermate che i vostri comportamenti erano "diversi, leali, rispettosi delle regole". Avete preteso, in virtù di questo, anche lo scudetto. Ritiene leale aver taciuto che anche voi tenevate comportamenti simili a quelli dei dirigenti allora incolpati? Non pensa che sarebbe stato leale, soprattutto verso gli incolpati, dare elementi per valutare che certe abitudini, sportivamente censurabili, erano pratica diffusa e non esclusiva di pochi?

3) Nel deferimento del 2006 vennero contestati agli imputati "cene riservate, nelle abitazioni private dei convitati, al riparo da occhi indiscreti, contrari a principi normativi ed etici". In una telefonata Lei dice a Bergamo che voleva incontrarlo, quando lui veniva a Milano oppure quando Lei era a Forte dei Marmi. Perché nel 2006 tacque lasciando credere che incontrarsi in luoghi "non pubblici" fosse esclusiva degli incolpati?

4) E' provato che Lei era a conoscenza che Giacinto Facchetti parlava con Paolo Bergamo, perché il designatore in una telefonata Le dice chiaramente di aver parlato prima con Facchetti. Facchetti non Le confidò mai che parlava anche con Pairetto e con Mazzei, discutendo con loro di “griglie”, di "preclusi" da inserire, di arbitri desiderati e sgraditi, di arbitri da mettere "in forma"?

5) Facchetti non Le confidò mai che chiamava anche De Santis, arbitro in attività, cosa proibita dal regolamento?

6) Ci spiega per quale motivo non poteva spedire a casa di Bergamo, come abitualmente si fa, il «regalino» che il designatore era invitato, invece, a venire a ritirare nel Suo ufficio a Milano, ancora una volta un luogo "non pubblico"?

7) Lei in una telefonata con Bergamo dice che andrà a salutare l’arbitro Gabriele prima della partita. Grazie a De Santis abbiamo scoperto che era, come da circolare della Lega, consentito "per i convenevoli di saluto, ai soli Presidenti delle due società o un loro rappresentante". Lei non era il presidente, era dunque inserito in distinta ed autorizzato ad accedere allo spogliatoio arbitrale?

8) Facchetti non Le riferì delle pressioni su Bergamo affinché facesse presente a Bertini che la semifinale di Cagliari "era determinante" per quella Coppa Italia poi vinta? Lei ritiene che, se la Procura di Napoli nel 2006 avesse dato alla FIGC anche le vostre telefonate, quella Coppa Italia non sarebbe stata revocata come successo alla Juve con gli scudetti?

9) Quando non denunciaste all'Ufficio Indagini i fatti che Nucini vi raccontò, era consapevole di violare il "dovere di denuncia" previsto, con relative sanzioni, dall'ex art. 6 comma 7 del CGS?

10) Quando Lei si è rivolto alla Boccassini, come sostiene il Suo socio Tronchetti, in base ai sospetti riferiti da Nucini, sapeva di star violando la clausola compromissoria che vincola le società ed i tesserati?

11) Lei ha risposto a Sabelli Fioretti che "una persona si offrì di farlo", a proposito del dossieraggio dell'arbitro De Santis. Quindi Lei era a conoscenza di questa intenzione. Ha bocciato la proposta avanzata dal Tizio, imponendogli di non avviare qualsiasi attività investigativa sull'arbitro?

12) Sempre in quella intervista Lei dichiarò che da quell'attività "Non ne uscì nulla", di fatto ammettendo di essere venuto a conoscenza che un dossieraggio era stato eseguito e ne conosceva l'esito. Chi l'ha informata dell'esito del "dossier Ladroni", e perché, se non era d'accordo su tale attività, non ha denunciato il fatto?

13) Rileggendo certe dichiarazioni rese alla stampa nei giorni del Suo interrogatorio ad opera di Borrelli, Lei sostenne di aver chiesto la consulenza di Tavaroli dopo che Facchetti Le aveva raccontato del "presunto" incontro Moggi-Nucini. Tavaroli sostiene che quella storia gli venne raccontata già nel vostro incontro nell'ufficio della Saras, alla fine del 2002, e non come sostiene Nucini a settembre 2003. Ce la racconta tutta la vera storia? Era fine 2002, o il 2003?

14) Lei conosceva il codice di giustizia sportiva? Riteneva leale che un Suo dirigente avesse contatti ed incontri "ripetuti e consolidati" con un arbitro in attività, quale era Nucini? Ha mai fatto qualcosa, e cosa, perché non vi fosse questo rapporto diretto?

15) FIGC, Juventus, Gea, ed altri, sono stati dossierati con la "Pratica Como". Cipriani, stando a quanto riferito da Galbiati su Repubblica, avrebbe detto in aula: "A chi interessava una investigazione su arbitri di calcio o sui giocatori dell'Inter?". Secondo Lei interessavano al Cipriani?