Quando l’ospite puzza fin dal primo giorno

RonaldoUn antico proverbio popolare recita: “L’ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza”. Gli aforismi , si sa, servono a descrivere, spesso con caustico sarcasmo, scene di vita vissuta e situazioni con cui noi tutti, ogni giorno, ci confrontiamo. Non sempre però la saggezza popolare trova riscontro nella realtà. Alcuni ospiti, infatti, puzzano fin da subito, fin dal primo momento che mettono piede in casa nostra.

Il riferimento, se a qualcuno fosse sfuggito, è alla visita dell’ex Fenomeno interista Ronaldo alle strutture della rinascita bianconera. Visita che è avvenuta in pompa magna la scorsa settimana, nell’immediata vigilia della partita contro il Milan, e che ha visto il passaggio dell’ex-attaccante nelle sale del Museum, sui prati di Vinovo e persino sulle poltroncine imbottite dello Stadium. Per dovere di cronaca dobbiamo segnalare che il pellegrinaggio del brasiliano non è avvenuto a titolo personale o come testimonial di farmaci anticolesterolo, bensì in qualità di testimonial FIFA per la presentazione della Confederations Cup.

L’evento, come si poteva immaginare, non è passato inosservato e ha attirato giornalisti e fotografi: come le mosche. Articoli, foto, interviste. Interviste, appunto. Lasciato a briglia sciolta, Ronaldo si è esibito nello sport preferito degli ex giocatori interisti di fine millennio. La celebrazione dello “scudetto rubato” del ’98 a causa del presunto rigore di Iuliano su Ronaldo e l’elogio della “condanna” subita dalla Juventus nel 2006. Inequivocabili le dichiarazioni rilasciate ad esempio alla trasmissione RAI Stadio Sprint, condotta da Alessandro Antinelli. Tra varie amenità è riuscito, indisturbato, a dichiarare: "L'episodio del '98 che coinvolse me, Iuliano e l'arbitro Ceccarini? Non fa più male, ma qualche volta ci penso. La Juventus comunque ha pagato il male che, con l'operato della sua dirigenza in quegli anni, ha fatto al calcio. Sono sempre più interista che milanista nel cuore, ma amo anche i colori rossoneri".

La falsità di queste dichiarazioni è evidente. E sono evidenti anche le argomentazioni che noi tutti utilizziamo, di solito, per replicare a coloro che le pronunciano. Quello che ci lascia basiti, e che abbiamo appunto segnalato con l’aggettivo “indisturbato”, è che il "fenomeno" abbia rilasciato una intervista all’interno di “casa nostra” senza che nessuno abbia preteso una replica immediata, né si sia preoccupato, nei giorni successivi, di effettuarla. Perché Antinelli non ha chiesto a Ronaldo come mai l’Inter non è retrocessa per aver schierato, dal '99 in poi, calciatori con passaporti falsi? E perché non gli ha fatto notare che mentre la Juventus “ha pagato per il male che ha fatto al calcio”, la sua Inter ha goduto, e gode, di una vergognosa prescrizione per fatti ben più gravi? E già che c’era magari l’intervistatore avrebbe potuto chiedergli lumi anche sui motivi per cui barcollava dopo la finale dei mondiali del '98. Niente di tutto questo, ovviamente.

La Juventus ha accettato supinamente che tutto ciò avvenisse, mentre si scattavano foto e si dispensavano pacche sulle spalle. Perfino Conte, che di fatto era uno degli alfieri della Juventus accusata e disprezzata da Ronaldo, e che nella famosa partita dell'aprile '98 era regolarmente in campo, si è prestato a farsi fotografare con il personaggio in questione, senza opporre alcuna resistenza formale. A tutto questo la Juventus, ripeto, non ha opposto alcuna replica. Anzi ha pure segnalato la visita di Ronaldo facendone menzione sul proprio sito ufficiale.

Ecco quindi la metafora dell’ospite che puzza. Non si può a mio parere accettare che l’ospite arrivi in casa nostra e detti le regole. Quando arriva un “soggetto a rischio” come quello in questione, le regole vanno ribadite prima, e vanno messi i paletti per evitare che possano dire sciocchezze, ma soprattutto che possano farlo senza contraddittorio. E una critica che faccio volentieri, perché non vorrei che qualcuno, dalle parti di Corso Galfer, sia rimasto narcotizzato da una ritrovata competitività sportiva e da qualche vittoria, e abbia quindi pensato che su certi argomenti “sensibili” l’interesse della gente sia ormai agli sgoccioli.

Sono il primo a elogiare, quando si tratta di elogiare un percorso virtuoso che indubbiamente si è imboccato. Ma critico, senza peli sulla lingua, quando si tratta di stigmatizzare alcune leggerezze che, dal mio punto di vista, contribuiscono ad alimentare il “sentimento popolare” anti-juventino che è stato alla base di quanto accaduto nel 2006. Sono argomenti delicati e il dovere della società è quello di controbattere punto su punto, senza cedere di un millimetro e senza mai abbassare la guardia.

D'altra parte non credo che sarà mai concesso a Del Piero o a Zidane, tanto per fare due nomi, di andare alla Pinetina e di dichiarare senza mezzi termini che Moratti è un prescritto e che il 5 maggio è festa nazionale. Per cui, "Torre di Controllo a Maggiore Tom, teniamo gli occhi e le orecchie ben aperte."