L'insostenibile leggerezza del cadere

Potrei iniziare con il solito pistolotto sul calcio e i calciatori, esempi positivi di uno sport che di positivo avrebbe solo qualche esito dei test anti-doping, se solo rendessero obbligatori i controlli incrociati sangue/urine, e invece. Potrei continuare favoleggiando su quanto sia bello e sano il calcio, sport completo che tutti i genitori dovrebbero scegliere per iniziare i propri figli alla sana competizione e potrei continuare all'infinito a fare retorica nascondendo la polvere sotto il tappeto ma, per paura che Balotelli vi inciampi e diano un rigore al Milan, non lo faccio.

Potrei però iniziare a lamentarmi della mancanza di libertà di stampa, anche sportiva, ma preferisco andare in controtendenza ed affermare che oggi la libertà di stampa, almeno sportivamente parlando, è totale. Qualsiasi redattore di qualsiasi giornale può scrivere minchiate in libertà senza che nessuno gli dica niente né gli tiri le orecchie. Libertà di far risaltare, a qualsiasi costo, gli aspetti positivi, seppur impercettibili, di un comportamento negativo. Esercizio alquanto difficile ed articolato ma senz'altro più semplice se comparato ad un articolo, o alternativamente ad un servizio televisivo, scritto o trasmesso per tener dritta la barra o semplicemente per raccontare in effetti come sono avvenuti i fatti.

Ecco, questo forse non si può fare. Riportare i fatti così come sono avvenuti o è sacrilegio oppure tremendo peccato. Anche se viene fatto in buona fede. Perché se per puro caso ci si sbaglia a riportare un dato confondendo tra spettatori abbonati e spettatori paganti, formula giornalisticamente usata per differenziare la tipologia di spettatori presenti allo stadio, si incorre in tempo zero nella dura reprimenda in diretta televisiva dell'amministratore delegato di turno, che zittisce e redarguisce il povero cronista.

Non si può, forse, dire come in virtù forse della speranza di vedere finalmente Calimero uscire da quel guscio rotto, Balotelli abbia superato ampiamente il limite della decenza nella partita contro l'Ajax e, non riuscendo a segnare giocando a calcio, ha deciso di tentare di ingannare l'arbitro, riuscendovi. Questo probabilmente non si può dire senza peli sulla lingua e non si può nemmeno scrivere. Ma forse i giornalisti e i telecronisti italiani hanno pensato che l'arrogante gesto rivolto ai tifosi avversari per zittire le proteste dopo la trasformazione del rigore fosse rivolto a loro. Sssshhhhhhh. E' vero, son caduto appositamente ma non si dice, e soprattutto non si scrive.

Non contento della squalifica di 3 giornate comminatagli per aver rivolto a fine partita frasi ingiuriose ed intimidatorie al direttore di gara (in pratica lo ha minacciato) nel tempo rimasto libero da giocarsi in Europa non ha trovato di meglio che ingannare l'arbitro tuffandosi in area di rigore. Ora, chi dovrebbe dire a Balotelli che non si fa? Considerato che il calcio è sport sano e pulito, soprattutto dopo l'allontanamento di Moggi (dicono), e che i calciatori sono da considerarsi alla stregua di nuovi supereroi agli occhi dei bambini e bla bla bla? Il Milan ovviamente. E così ha fatto dopo la squalifica, propinando una multa di 240.000 euro al giocatore e rinunciando a difenderlo tramite ricorso. Gran signore il dott. Galliani che, una volta apprese le parole rivolte da Balotelli all'arbitro, ha preferito rinunciare, consapevole della Caporetto in cui sarebbe incappato qualora avesse presentato reclamo.

Un gesto dovuto, per il danno arrecato al Milan di dover rinunciare al cascatore per tre partite. Ma la multa per il danno arrecato all'Ajax? Serviranno i due punti che mancano alla compagine olandese alla fine dei conti oppure ce la faranno lo stesso a superare la fase a gironi ed ad accedere ai turni successivi oltre che ad accedere ai faraonici premi dell'Uefa per il passaggio del turno? E chi può dirlo? Non di certo Galliani.

E nemmeno Prandelli dice nulla anzi, qualcosa dice. Dice che a Balotelli il codice etico non si applica perché Super Mario avrebbe già pagato con le squalifiche e, conseguentemente, verrà regolarmente convocato per le prossime partite dell'Italia. Se volevamo un esempio da seguire il CT della Nazionale italiana ce lo fornisce: doppi pesi e doppia valutazione se ci ricordiamo l'applicazione del codice etico a Bonucci a febbraio di quest'anno, dopo il rigore negato alla Juventus per il mani di Granqvist in Juventus-Genoa. Il difensore azzurro fu punito con 2 giornate di squalifica (quindi pagò anche lui) per frasi ingiuriose e atteggiamento intimidatorio verso la terna arbitrale e non venne convocato da Prandelli. E noi cerchiamo ancora equità?

Potrei allargare il discorso all'estero per non sembrar stucchevole con i meravigliosi e  parlare di Pepe e dei Galacticos. Una tirata di orecchie a Lugano nella sfida con con il Getafe avrebbe potuto far saltare a Pepe la partita con l'Elche ma, fortunatamente per il Madrid, il difensore ha potuto giocarla ed ingannare, anche lui, l'arbitro, portando a casa i tre punti. Ma perché andare all'estero quando i campioni son tornati in Italia? E perché andare all'estero quando la libertà di stampa, sportivamente parlando, in Italia abbonda?

Oramai abituato a questo trend quasi quasi passo sopra all'assenza di comportamenti con attributi dei giornalisti sportivi; però attendevo con curiosità, già da qualche settimana, i commenti del fu neutrale moviolista Pistocchi sui comportamenti di quel giocatore che per la stampa e le TV italiane è all'unanimità Super Mario. A proposito di super eroi, di bambini, e di miti da idolatrare. Pistocchi dicevo, quello dei commenti al mai dimenticato tuffo di Milos Krasic, quello che sembrava serio e invece era solo un serbo. E Pistocchi non ci ha fatto attendere: "Il rigore finale fischiato a Balotelli invece non c'è perché è l'attaccante a far fallo sul difensore mettendogli le mani addosso”. E questo si che è un giornalista serio, altro che, e peccato per lui che non ci sono più gli Inzaghi di una volta, bravi ma talmente bravi a cadere che non se ne accorgeva nessuno, quasi. Bravi però solo se cadevano a San Siro o in trasferta ma con la maglietta rossonera. Difficile da vedere la simulazione, più facile da simulare una svista.

Ancora oggi, vien da pensare, quello che più conta è l'aspetto cromatico, mica altro. Fortunello Balotelli ad aver scelto l'abbinamento rosso e nero. Vedere la vita a colori piuttosto che in bianconero da probabilmente più gioia, c'è più ottimismo e la realtà è senz'altro proiettata verso... Basta proiettata direi, proiettata un po' come decidono di proiettarla. Un replay da una posizione piuttosto che da un'altra, un fuorigioco non riproposto, un fallo di mano dimenticato. Basta far vedere positività, allegria, e sminuire i comportamenti negativi. In fondo cosa vuoi che sia una caduta? Una caduta in area o una caduta di stile valgon bene un passaggio di un turno o la possibilità di continuare a seguire il Milan sempre e ovunque.