Per il sentimento popolare la statistica è nulla rispetto alla fotogenia

il campionato dei piagnoniLa quarta giornata (27 settembre) trova una Juve impegnata nell'anticipo del sabato a Genova con la Sampdoria, ma con la testa al turno infrasettimanale della Champions in programma a Manchester, dove si giocherà una partita fondamentale: infatti, solo la prima qualificata del girone sarà sicura di passare il turno, la seconda dovrà sperare nel ripescaggio. I bianconeri lasciano così il primo tempo ai blucerchiati, che passano in vantaggio con Morales. Nella ripresa, nonostante l'espulsione di Montero, la Juve riesce ad agguantare il pareggio grazie all'opportunismo di Superpippo in pieno recupero (92’).
Il giorno dopo, l'Inter espugna Lecce con un rotondo 1-5 e stacca la Juve di 4 punti, ma il risultato è fortemente condizionato dalla severità dell'arbitro Farina, che espelle due giocatori salentini. Particolarmente pesante la prima espulsione, quella di Rossi, giunta nel primo tempo, proprio mentre il Lecce stava cercando di recuperare lo svantaggio ad opera di Djiorkaeff (giunto al 32’). Nel giro di due minuti, Farina ammonisce due volte l'attaccante giallorosso, ma la prima ingiustamente, perché ferma Rossi (lanciato a rete) per un fallo di mano che in realtà era uno stop di petto. Fino a quel momento la partita è stata soporifera ed equilibrata, e le uniche 2 occasioni (doppio palo di Ronaldo e gol) sono giunte da calci piazzati o conclusioni da lontano. E infatti in piena zona recupero del primo tempo, giunge il raddoppio su punizione da 25 metri del "Fenomeno". Nella ripresa, dopo una sfuriata nerazzurra, il Lecce si butta in avanti e, seppure in 10, accorcia le distanze su rigore, concesso per atterramento di Conticchio da parte di Zanetti. La partita si incattivisce e viene espulso anche Sakic, sempre per doppia ammonizione. A quel punto l'Inter dilaga.
A parte l'entusiasmo per le giocate di Ronaldo, lo stesso Moratti esprime perplessità per i rischi corsi sul 2-1 e in superiorità numerica: "La squadra si è rilassata e questo mi ha dato fastidio. Ha giocato come se fosse un allenamento, sbagliando, perché non bisogna sottovalutare nessuno. E' troppo pericoloso".

La quinta giornata arriva il 5 ottobre, pochi giorni dopo il turno di Champions che ha visto la Juve sconfitta per 3-2 a Manchester. Dopo il vantaggio di Del Piero al 1' e il pareggio di Sheringham al 37', nel secondo tempo i Reds, approfittando dell'espulsione di Deschamps, avevano preso il largo con Scholes e Giggs, con Zidane che aveva limitato i danni nel recupero.
Anche in campionato i bianconeri sono attesi da un brutto cliente, quella Fiorentina che aveva messo alle corde l'Inter, seppure alla fine lasciando ingiustamente 3 punti a Milano. Le ultime 2 uscite sono state deludenti, ma l'ambiente bianconero fa quadrato: giocatori e allenatore preparano la gara chiudendosi nel silenzio stampa, i massimi dirigenti, Umberto Agnelli compreso, fanno visita alla squadra per caricarla, e la reazione è di quelle giuste. I viola passano al 24' con Oliveira, ma dura poco, perché nel giro di pochi minuti Inzaghi (33') e Del Piero (35') ribaltano il risultato. Nella ripresa, una Juve in via di miglioramento, ma non ancora al top, contiene il ritorno dei viola, che colpiscono una traversa con Oliveira e all'89' rimangono in 10 per un fallo da ultimo uomo di Falcone su Inzaghi lanciato a rete (viene applicata l'ultima versione della norma sul vantaggio: nonostante la trattenuta, Inzaghi riesce a concludere a rete; dato che non segna, l'arbitro Bazzoli innesta la "retromarcia", assegna punizione alla Juve ed espelle il viola. Tutte le moviole concordano sul fatto che si tratti di una decisione impeccabile, a norma di regolamento. Vedremo come cambieranno idea qualche settimana dopo). Tre punti importanti, che consentono di ridurre a 2 punti il distacco dall'Inter.
I nerazzurri, infatti, vengono bloccati sul pareggio dalla Lazio, anzi, è l'Inter che blocca la Lazio, grazie a un rigore inesistente.
Il primo tempo è tutto di marca biancazzurra. Dopo aver sfiorato il gol in diverse occasioni con Nedved, Mancini e Signori, è proprio il ceco a portare meritatamente in vantaggio gli ospiti. Poco prima della fine della frazione, Marcheggiani esce per neutralizzare in tuffo un'avanzata di Ronaldo; sulla ribattuta, arriva Moriero che dopo averlo scavalcato con un pallonetto, invece di saltarlo per tentare la conclusione a rete, forse notando con la coda dell'occhio i 3 difensori laziali nel frattempo posizionatisi per ostacolare la sua conclusione, esegue un tuffo spettacolare, simulando il fallo del portiere. Treossi abbocca e concede la massima punizione, Ronaldo trasforma.
Il regalo ringalluzzisce l'Inter e nella ripresa si sveglia il "Fenomeno", che crea praticamente da solo 3-4 occasioni da rete, con la Lazio a tentare di pungere in contropiede, ma il risultato resta bloccato sul pareggio. Treossi risparmia anche Bergomi, che dopo aver subito un fallo da Almeyda sanzionato dall'arbitro, lo strattona, lo fa girare e gli tira i capelli.
In casa Inter, il risultato è salutato con soddisfazione da Simoni, che però si lascia andare a una polemica sibillina: "Certo, problemi e difetti ne abbiamo anche noi. Ma dopo tutto siamo primi in classifica, e questo significa essere i migliori di tutti. E più che fare meglio di tutti non si può. E aggiungo che io i consigli li accetto solo da chi ha vinto i campionati. Da chi non ne ha mai vinti, no". Ma non chiarisce a chi si rivolga. Secondo la Gazzetta dal volto del presidente Massimo Moratti trasparirebbe "una certa delusione", ma a parole si dichiara soddisfatto anche lui: "Un pari contro una grande. Uno stop relativo. Tutto sommato un punto ci sta bene".
Tra i laziali c'è invece grande rammarico, e non solo per il rigore inesistente, ma per com'è andata tutta la gara. Eriksson smaltisce un po' d'amarezza con una battuta: "Cosa dovrei fare? Ammazzare l'arbitro? Non è facile per il direttore di gara giudicare un episodio del genere. E ancora una volta (quinto gol) è risultato decisivo Pavel Nedved".

Dopo la sosta per la Nazionale, il 19 ottobre si gioca la sesta giornata che vede impegnate entrambe le contendenti in trasferta. La Juve fa cinquina a Bari grazie a una doppietta di Zidane, un gol di Del Piero e due autoreti, di Ingesson e Garzya.
L'Inter, nell'anticipo del sabato, espugna il San Paolo grazie a un gol di Galante e a un'autorete di Turrini. Ancora una volta, per definire la squadra di Simoni, i commentatori devono ricorrere ad aggettivi come "cinica", "smaliziata", mentre la gara dei nerazzurri viene diplomaticamente definita "non esaltante". A essere decisivo è ancora un difensore, che sblocca il risultato in trasferta per la seconda volta dall'inizio del campionato. Lo stesso Ronaldo ammette: "Abbiamo giocato male, ma contava proseguire la marcia". Winter, dal cui piede (ma soprattutto dalla decisiva deviazione di Turrini che ha spiazzato il portiere partenopeo) è scaturito il raddoppio,: "L'importante è vincere, anche senza il bel gioco, anche facendo due tiri e due gol, perché in questa fase non bisogna perdere punti". Un po' tutti i giocatori dell'Inter riconoscono di non aver meritato. Sempre Ronaldo: "Abbiamo giocato un po' male, ma quel che contava era continuare la nostra marcia". Lo afferma ancor più chiaramente Pagliuca, autore di un paio di parate straordinarie: "Sul 2-0 abbiamo lasciato troppi spazi al Napoli, così due volte mi sono trovato i loro attaccanti davanti. Di tutte le nostre trasferte, questa è stata sicuramente la peggiore dal punto di vista del gioco. Non è una critica, ma un dato di fatto". Simoni: "Stavolta la squadra non mi è piaciuta. Dopo il gol di Galante abbiamo giocato con troppa sufficienza: dovevamo chiudere la gara e invece il Napoli è andato vicino al gol. E dopo il 2-0 i miei passeggiavano: la più brutta gara dell'Inter in trasferta".

La settima giornata, che viene dopo un terzo turno di Champions che ha visto la Juve espugnare di misura (0-1, Del Piero) il campo del modesto Kosice, è il primo momento chiave per i piagnoni matricolati: è la giornata de "al gol dal tudesc".
Ma andiamo con ordine. E' Ognissanti e finalmente l'Inter gioca abbastanza bene. Batte al Meazza una delle dirette concorrenti alla vittoria finale, il Parma, grazie a una splendida punizione dal limite di Ronaldo al quarto d'ora del primo tempo (verranno poi espulsi Chiesa e Winter). Ma, soprattutto, offre finalmente una prestazione convincente. Nelle interviste post partita Simoni si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "E' la partita che abbiamo giocato meglio, la mia miglior Inter. Ma non abbiamo mai giocato così male come si dice. Non si è primi in classifica, non si ha il miglior attacco per caso. Io sono molto soddisfatto". Più che altro, l'Inter ha impressionato per la prima mezz'ora, nella quale è andata in vantaggio e ha creato qualche altra occasione. Poi però è calata e la partita è stata equilibrata, anche se il Parma, nel cercare il pareggio, non ha mai creato grandi problemi alla difesa nerazzurra. Però c'è un dettaglio: a sentire Ancelotti, che ammetta la prestazione sotto tono del Parma, nel gol dell'Inter c'è qualcosa che non va: "La punizione del gol era inesistente", afferma, e accusa l'arbitro. Chi? Un certo Ceccarini da Livorno: "Ci sono state alcune decisioni dell'arbitro abbastanza discutibili, qualche ammonizione di troppo e soprattutto la punizione da cui è nato il gol di Ronaldo non c'era assolutamente. Tutte queste cose messe insieme ci hanno condizionato. Parliamoci chiaro: la partita è stata decisa da un episodio che secondo me è dubbio. Se su quella palla ci va Ancelotti, sbaglia sicuramente, se ci va Ronaldo, fa gol. Ecco il motivo del risultato". Anche Zé Maria recrimina: "Inesistente il fallo di Baggio su Zé Elias: io l'ho detto all'arbitro che Zé Elias si butta sempre ma non mi ha creduto". Cannavaro: "Ci ha innervosito più l'arbitro di Ronaldo. E' assurdo punire un intervento come quello di Baggio con una punizione. Un'occasione per il brasiliano, che da solo ha risolto la partita". Per la Gazzetta le proteste dei parmigiani sarebbero ingiustificate, ma il filmato di quel fallo è oggi sparito dalla circolazione: a questo punto ci piacerebbe rivederlo.
A Torino, invece, la Juve vince con ben altro margine, e contro un avversario che alla fine del campionato risulterà la terza forza: l'Udinese, a cui rifila un sonoro 4-1. Ma invece dell'eloquentissimo risultato, quella partita verrà da tutti ricordata per un errore arbitrale: Cesari non concede alla Juve, quando già conduce 3-1, un rigore per intervento di Calori su Inzaghi. Non stiamo inventando, ci fu anche quello, ma ovviamente ci riferiamo a un altro errore, quello dell'assistente Ivaldi (Cesari non poteva vedere), che sull'1-1 non si accorge che una conclusione di Bierhoff, in anticipo su Rampulla in uscita, era stata respinta da Ferrara oltre la linea di porta. Al di là dell'errore arbitrale, al difensore napoletano bisogna riconoscere il merito del prodigioso intervento, così come all'attaccante tedesco rimarrà il rimpianto di non aver proseguito la sua corsa assieme a lui per scortare il pallone verso la rete. Si era sull'1-1 (vantaggio ospite con Locatelli al 14', pareggio di capitan Conte al 36'), e le immagini rallentate della moviola verranno ripetute allo sfinimento sia nelle trasmissioni sportive di quel giorno, sia negli anni a venire.
Poi la Juve segnerà ben 3 reti, con Inzaghi al 23' della ripresa, Del Piero al 27' su rigore (netto: Calori tocca Del Piero sul piede d'appoggio; inoltre, come abbiam detto, ce ne stava un altro, ingiustamente non concesso dall'arbitro) e Amoruso al 44'. Poco conta se nell'arco della partita la Juve ha ampiamente legittimato la propria supremazia con 4 reti e col bel gioco, per le maliziose emittenti italiane l'unica sequenza interessante della partita è il fermo immagine del piede di Ferrara che calcia la palla al di là della linea di porta.

Intanto, Inter e Juve restano sole in testa, distanziate di 2 punti.