Il processo illecito - Parte prima sulla Juventus (4)

IL CASO DE SANTIS
Il libro nero del calcio, vol. 1
Pagina 217
Intercettazione del presidente del Cagliari, Cellino:
“...che vada ad arbitrare la JUVE fisso e non ci rompa i coglioni! Gli faccia vincere il campionato e non ci rompa il c**** DE SANTIS!”
A parte la scurrilità dell’eloquio, questa sua affermazione ci porta a fare un’osservazione: se De Santis avesse arbitrato tutte le partite di campionato della Juventus, con quanti punti avrebbe concluso il campionato la Juventus?
Risposta: Con 53 punti.
E’ sufficiente un’equivalenza 5:7=38:x, ovvero, se in cinque partite arbitrate da De Santis la Juventus ha totalizzato sette punti quanti ne avrebbe totalizzati in trentotto partite? 53.
Contro gli 86 realmente ottenuti a fine campionato (una bella differenza...) non avrebbe neanche ottenuto un posto in Champions’ League.
Questo confronto teorico è possibile sulla base dei reali dati delle partite della Juventus arbitrate da De Santis nel corso della stagione 2004-2005:
Juventus-Atalanta 2-0 (2a giornata) 3 punti
Lecce-Juventus 0-1 (12a giornata) 3 punti
Parma-Juventus 1-1 (17a giornata) 1 punto
Palermo-Juventus 1-0 (23a giornata) 0 punti
Juventus-Inter 0-1 (32a giornata) 0 punti
Quindi punti totali 7 su 15 a disposizione: un pò pochino da un arbitro asservito!
Ma questa evidenza non sembra interessare molto agli organi inquisitori.
Interessa invece ai CC trarre la seguente conclusione:
“ulteriori CONFERME che il De Santis è legato a Moggi vengono fornite da alcune frasi pronunciate dal presidente del Cagliari Massimo Cellino”.
Queste interpretazioni si commentano da sole.

IL “POTERE” DI MOGGI
Una semplice constatazione:
Tra gli arbitri teoricamente “non allineati” a Moggi ci sarebbero Collina, Rosetti, Messina, Paparesta, Farina.
Tra gli arbitri teoricamente “allineati”, secondo le interpretazioni: De Santis, Bertini, Racalbuto ed altri non bene identificati...
Questa la teoria basata sulle intercettazioni.
I fatti reali dicono che i primi sono tutti e cinque internazionali e tra loro ci sono coloro che hanno arbitrato gli ultimi due mondiali; mentre tra i cosiddetti “amici” abbiamo arbitri che addirittura non sono mai stati neanche promossi ad internazionali....
Complimenti a Moggi... un grande potere.

GLI INVESTIGATORI CHE COMMENTANO LE 40 TELEFONATE
Il 19 luglio 1992 il giudice Borsellino veniva dilaniato da una bomba mafiosa con gli uomini della sua scorta. Un carabiniere, dopo qualche ora, si avvicinò ai resti dell'auto e raccolse la borsa del magistrato. Ora è indagato a Caltanissetta per avere trafugato l'agenda di Borsellino con gli appunti sull'omicidio Falcone e probabili spunti sulla trattativa tra Stato e mafia.
''E' noto che stiamo indagando sulla scomparsa dell'agenda di Borsellino''. Lo ha detto il procuratore aggiunto nisseno, Di Natale. Il pm non ha voluto commentare l'iscrizione nel registro degli indagati del tenente colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, dopo la notizia pubblicata su ''Repubblica'' secondo cui l'ufficiale sarebbe indagato per furto aggravato e false dichiarazioni al pubblico ministero proprio per la scomparsa dell'agenda rossa.
Quel carabiniere è Giovanni ARCANGIOLI: è lui a coordinare le indagini Calciopoli ed avere istruito le intercettazioni.
Al suo fianco c’è Aurelio AURICCHIO. Anni fa venne accusato di avere manipolato intercettazioni telefoniche. Lui querelò per diffamazione chi lo accusava di taroccare le intercettazioni, ma i tribunali gli diedero torto. Gli investigatori (Arcangioli e Auricchio) che hanno lavorato alle intercettazioni sono uomini di assoluta fiducia del generale Mori, capo del Sisde.
Il fratello del generale dirige le attività di “sicurezza” di MEDIASET.
I pm della Procura di Napoli, Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice, sono stati i titolari dell’inchiesta "Off-side", operazione atta a riscontrare presunte irregolarità del campionato di calcio 2004/2005.
Il tenente colonnello Giovanni Arcangioli, comandante del Nucleo Operativo di Roma, e il maggiore Attilio Auricchio, sono stati i titolari dell'indagine.
L'indagine, che non ha avuto nella discrezionalità il suo punto di forza, è stata caratterizzata da una fuga di notizie che ha reso mediatico il processo: il frutto del loro lavoro - le intercettazioni telefoniche - sono diventate di pubblico dominio durante lo svolgersi dell'indagine stessa.
Al termine delle indagini su calciopoli, i due investigatori sono stati trasferiti a nuovi incarichi.

30 settembre 2006 - Cambio della guardia al vertice del Nucleo operativo dei carabinieri di Roma: dopo quattro anni il tenente colonnello Giovanni Arcangioli lascia l'incarico per andare al Comando del primo battaglione allievi carabinieri; al suo posto subentra il tenente colonnello Fernando Nazzaro, 43 anni. Il maggiore Aurelio Auricchio diventerà docente di tecniche investigative presso la scuola Ufficiali sull'Aurelia a Roma.
Questo è il commento di Borrelli (da intervista su La Stampa):
Ha saputo? I due ufficiali dei carabinieri protagonisti di quell’indagine, il maggiore Auricchio e il tenente Arcangioli sono stati trasferiti. Cosa è successo? «Non so se ci siano e quali siano le ragioni. Certamente la perdita di Auricchio come sostegno investigativo credo che sia sofferta dai colleghi di Napoli come una perdita abbastanza grave».

IL RUOLO DEL CNAG
Nel 2004 la Procura di Napoli dispone presso il CNAG, il Centro Nazionale Autorità Giudiziaria della Telecom, le intercettazioni delle utenze di Moggi, Bergamo, Pairetto.
Il CNAG è dotato di una serie di computer di ultima generazione che da due anni a questa parte e' in grado di memorizzare, grazie a dei potenti hard disk, i numeri di telefono, le utenze intercettate e le persone alle quali sono intestate. A questa banca dati ha accesso solo la Direzione Investigativa Antimafia (DIA).
Alla guida del CNAG, la cui sede centrale è a Milano, c'è un ex-sottufficiale dei ROS dei Carabinieri, Giuliano Tavaroli, già responsabile della sicurezza anche per conto di Pirelli e Telecom.
La vicenda di Tavaroli non ha bisogno di note e per di più non è ancora noto l'intero filone dell'inchiesta della magistratura milanese.
Per rimanere nel contesto dell'operazione "Off-side", ci basta porre in rilievo una diffusissima teoria che vuole Tavaroli a conoscenza dell'inchiesta dei PM napoletani e che, quantomeno per lealtà verso il proprio datore di lavoro, può riferire a Carlo Buora, (Amministratore Delegato Telecom e Vice Presidente dell’Inter). Questa teoria rileva che la dirigenza della squadra dell'Inter, quantomeno, è al corrente dell'indagine e quindi può evitare telefonate "compromettenti" ai numeri di telefono intercettati.
Un'altra teoria, nata dalla dietrologia delle dichiarazioni di Paolo Bergamo vuole addirittura le intercettazioni epurate della parte compromettente per le persone (e le società) care a Tavaroli. Curiosa a tal proposito una pagina web comparsa sul sito de La Stampa a firma di Massimo Gramellini e scomparsa dopo poche ore.
Nell'articolo si leggeva: "Tutti hanno capito che le intercettazioni sono state filtrate e fornite al bacio alla Procura di Napoli dalla lobby Telecom di Tronchetti & C. attraverso Tavaroli."