Dialoghi su Farsopoli

dialoghi su farsopoliAGGIUNTA LEZIONE 14 - Ovvero come convincere il calciopolaro convinto...

Prefazione.

Sul fatto che calciopoli (o Moggiopoli come alcuni esaltati sono arrivati a chiamarla) sia stata un’immensa farsa messa in atto sulla scena del Carro di Tespi mediatico, ormai nessun essere dotato della facoltà di ragionare in modo autonomo nutre alcun dubbio.

Nonostante ciò, la maggioranza dei non juventini (e, duole dirlo, anche parte della tifoseria juventina) continua a sostenere la validità di quella vicenda. Se in molti casi ciò è semplicemente attribuibile a mancanza di informazione, è pur vero che sarebbe riduttivo non prendere in esame altri aspetti alla base di certe “convinzioni”.

A questo proposito, emblematico è il caso proprio degli juventini assertori della validità di Calciopoli. Volendo, per forza di cose, tralasciare la possibilità che siano in malafede, per capire il fenomeno dobbiamo esaminare il comportamento di questi juventini "dal volto pulito" quando li si mette al corrente di notizie illuminanti in merito alla vicenda calciopoli.
Consideriamo come premessa che la Calciopoli ufficiale al tifoso juventino dice che, in un modo o nell’altro, le sue vittorie non sono pulite, e anzi, non contano nulla.
Bene, quando a questo tifoso "pulito" si fa notare che ciò non è vero, ci si aspetterebbe da parte sua un sospiro di sollievo o quantomeno una richiesta di approfondimento. Invece, nulla di tutto ciò accade, semmai esattamente il contrario: chiusura, ripetizione dei soliti luoghi comuni, insomma, il contraddittorio da parte di costui per sostenere le SUE ragioni.
Quindi, come notavamo sopra, non basta la mancanza d’informazione per spiegare il fenomeno di cui stiamo discutendo.

Non ci avventureremo nei meandri dei risvolti di natura psicologica alla base di tale comportamento, risvolti sui quali non saremmo in grado di argomentare, né entreremo, in questo lavoro, nello specifico degli atti processuali nel modo in cui siamo abituati a fare da due anni. Faremo qualcosa di leggermente ma sostanzialmente diverso: ci sforzeremo di ragionare con la mente dei soggetti di cui sopra (il cui discorso si amplifica quando si ha a che fare con dei non juventini), mettendo al muro le loro "argomentazioni" semplicemente seguendo il loro "filo logico".

Il lavoro si snoda attraverso la disamina di tutta una serie di situazioni legate a Calciopoli, che prenderemo in esame una per una ed in ordine sparso. Ad ognuna di esse daremo il nome di lezione n° x, dove "lezione" è da intendersi nell’accezione del tipo "ricevere una lezione, ricevere una bella lezione" se ci si riferisce al misitificatore, e ciò perché egli verrà messo a tacere senza via di scampo. Mentre "lezione" può essere intesa nell’accezione scolastica se chi legge lo fa per imparare come mettere a tacere il suo interlocutore.

L’ordine sparso è una scelta voluta in quanto, innanzitutto, non esistendo alcun criterio logico che stia alla base di calciopoli, pare una scelta emblematicamente doverosa, ma anche perché quelle lezioni vanno intese singolarmente, come se ci si trovasse in un bar ed in maniera sciolta si affrontasse questo o quell’argomento.

Ogni singola lezione sarà presentata sotto forma di dialogo tra il mistificatore (M) ed il sostenitore (S) della realtà. Perché la scelta di quei nomi? Avremmo più semplicemente potuto scrivere antijuventino e juventino, ma abbiamo visto che tra gli antijuventini si sarebbero andati a collocare anche degli juventini. Non solo, scrivendo juventino si sarebbe data l’idea di una faziosità che non abbiamo bisogno di mettere in campo per fare valere le nostre ragioni, da quanto cristalline, lineari e lampanti sono, tanto che, senza volerci vestire dell'aureola di coloro che detengono la Verità, ci siamo permessi di autodefinirci sostenitori della realtà.

Chiunque sia in grado di smentire la definizione che ci autoattribuiamo si faccia avanti.
Una bella lezione è già pronta per costui.

NOTA: questo manuale verrà aggiornato costantemente con una corposa serie di lezioni. Ogni settimana aggiungeremo 2 pagine con altrettante lezioni. Alla fine potrete, usando il tasto "trasforma in PDF" in alto nella pagina, trarne un documento PDF facile da leggere e da inviare via mail. 



LEZIONE n° 1: C’E' UNA SENTENZA

M: E' inutile che parliate! Voi ve la cantate e ve la suonate! Carta canta, c’è una sentenza bella chiara che vi condanna! In serie B ci siete stati, quindi vuol dire che avete commesso gli illeciti per i quali siete stati condannati.... Il giudizio della giustizia sportiva è insindacabile, perché quello è l’organo preposto a decidere, quindi dovete accettare la sentenza...
S: Innanzitutto, quello a cui tu fai riferimento è il verdetto, non la sentenza. Il verdetto è di condanna, ma le motivazioni della sentenza sono di ben altra natura, non supportano affatto la condanna, anzi, la smentiscono, ma questo è un altro discorso: le ragioni per cui le motivazioni sono assurde fanno parte di un altro discorso che, se vuoi, possiamo vedere.

M: Verdetto... non verdetto... sentenza... motivazioni... discorso da vedere... Parli bene tu, perché te le sei lette e quindi io non posso rispondere a tono! La verità è che il giudizio è stato emesso! La realtà è quella, stop!
S: Certo, ma a parte il fatto che quando tu dici la realtà è quella, fai riferimento al fatto che esiste la condanna. Evidentemente nessuno lo nega, ma la realtà cui fa riferimento la sentenza è falsa. Comunque, dicevo, a parte questo, è curioso che tanti di voi non avessero lo stesso atteggiamento nei confronti dell’arbitro, quando emetteva il suo insindacabile giudizio, a vostro dire, a favore della Juventus. Come mai allora non nutrivate lo stesso rispetto per l’organo preposto? Ah, poi le sentenze le puoi leggere anche tu, quando vuoi.

M: Beh, dài... si è visto che avevamo ragione...
S: E dove si è visto?

M: C’è una sentenza!
S: Un verdetto non supportato dalle motivazioni della sentenza. Ti faccio un esempio: Galileo venne dapprima (poi fu costretto ad abiurare) condannato perché sosteneva che era la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa. Evidentemente i giudici della Chiesa, nelle motivazioni della sentenza, portarono delle loro ragioni labili al pari di quelle della GS. Ora, se il tuo assunto secondo il quale chi emette un verdetto è SEMPRE dalla parte del vero come vorresti far credere, dovremmo ancora oggi, in virtù di quella sentenza (peraltro mai disconosciuta dalla Chiesa), ammettere che il Sole gira intorno alla Terra, mentre sappiamo che era Galileo, il CONDANNATO, ad avere ragione.

M: Ma?!
S: Lezione n° 1: c'era una sentenza.

Nota per i puristi: qualcuno più sgamato, conoscitore della teoria della relatività, potrebbe sostenere che, in base a quella teoria, dire che la terra gira intorno al sole o viceversa ha perso di significato. Potrebbe dire che alla fin fine la Chiesa aveva ragione o quantomeno non aveva torto.
In realtà, la contrapposizione completa, in quel processo, fu tra il sistema eliocentrico e quello geocentrico. Ciò implica che, secondo la sentenza della Chiesa, tutti i pianeti e il Sole girano intorno alla Terra. il che evidentemente non è. Quindi, il principio di relatività è valido nel confronto singolo Terra - Sole, ma non per l'intero Sistema Solare, che era il vero nodo del processo a Galileo, in cui la disputa era se fosse il Sole o la Terra al centro del Sistema Solare.



LEZIONE n° 2: C'ERA QUELLO CHE AVEVA ESAGERATO.

M: C’era gente che fischiava a senso unico! Magari mica le cose eclatanti... il falletto a centrocampo... la punizioncina per spezzare il gioco al momento giusto... Prendi De Sanctis, il capo della combriccola romana... dài, quello era esagerato! Quello era juventino di brutto! E avete ancora il coraggio di parlare?
S: Stai parlando di De Santis? No perché De Sanctis è il portiere. De Santis era juventino? Mi potresti dire in base a cosa affermi ciò?

M: Ma lo sanno tutti! Prendi il campionato 1999/2000... quello in cui toccò il fondo annullando quel gol del Parma di Cannavaro... ma su! Ma non si è mai capito perché abbia annullato quel gol...
S: Il campionato 1999/2000 non è mai stato oggetto di alcuna indagine, perché gli organi preposti non hanno mai ritenuto di doverlo fare, quindi, sulla base del vostro assioma che bisogna rispettare le decisioni degli organi preposti, non bisognerebbe neanche entrare in argomento. Comunque, nessuno ricorda che quel gol venne da un angolo che non c’era. Come mai lo juventino De Santis decise di darlo sapendo che poteva costituire un pericolo? Secondo i vostri ragionamenti, De Santis “non dava gli angoli che c’erano” agli avversari, NON “dava gli angoli che non c’erano”! E allora?

M: Cosa c’entra? Lì si era sbagliato... aveva visto l’angolo e l’aveva dato... mica poteva sempre fischiare a senso unico, sto De Sanctis! Dài, sii serio...
S: Ecco, quindi De Santis decideva in fede secondo quello che vedeva, perché a sentire voi, invece, nel vedere l’angolo non avrebbe dovuto darlo (non sempre, ma nel momento clou della partita poteva ladrare come dite voi). A proposito, dimenticavo: nella partita precedente, Parma - Udinese, Cannavaro stese un attaccante udinese lanciato a rete, avrebbe dovuto essere espulso e saltare quindi la partita con la Juve, ma non fu nemmeno ammonito dall'arbitro Borriello di Mantova. Dunque? Comunque, ripeto: è inifluente, perché stiamo parlando di una stagione sulla quale non pende alcun sospetto. Ma veniamo alla vera questione: De Santis aveva esagerato? Ma quando e come?

M: Dai... è noto a tutti che ladravate quando c’era De Sanctis! Io adesso gli episodi non li ricordo, ma all’inizio dello scandalo il primo che hanno fatto fuori è stato lui... l’hanno fatto fuori dal mondiale, mica roba da poco... con lui la Juventus vinceva di brutto!
S: Okay, stagione 2004/2005: Juventus–Brescia 3-0; Lecce-Juventus 0-1; Palermo-Juventus 1-0; Parma-Juventus 1-1; Juventus-Inter 0-1. Mi potresti dire quanti punti sono?

M: Ma... non lo so... quanti sono?
S: 7 su 15. Con quella media la Juventus non arrivava manco in UEFA, invece vinse lo scudetto.

M: Ah, sì, ecco... ma mica me la racconti... è ovvio che quella stagione De Sanctis si era dato una calmata perché le aveva fatte troppo sporche prima... dài, ormai lo avevano sgamato...
S: Eh già! Peccato però che la condanna sia arrivata proprio per quella stagione, quindi è in quella stagione che si sostiene che De Santis era juventino.

M: !?
S: Lezione n°2: non c’era quello che aveva esagerato.



LEZIONE n° 3: QUESTO SI SCEGLIEVA GLI ARBITRI.

M: Certo che avete una bella faccia voialtri! Ma siete ancora qui a parlare? Ma ci sono delle telefonate... le abbiamo sentite tutti... ci sono delle telefonate dove quello… Ragazzi, ma questo si sceglieva gli arbitri.... cioè, ma manco al supermercato... vorrei un etto di questo... due etti di quello... Pronto? Mi mandi De Sanctis a Reggio? Potrei avere una fetta di Dondarini a Palermo? Mezzo chilo di Rocchi a Verona? Ma voi non vi rendete conto…
S: Ma di che cosa stai parlando? Non ti seguo.

M: Di cosa sto parlando?! Ma quello... ma questo ordinava a Bergamo di mandargli l’arbitro che voleva…
S: Ah, ecco. Sì, ho capito ma, a parte che anche se avesse richiesto uno specifico arbitro ciò non costituirebbe illecito, perché mancherebbe comunque l’accordo per fare andare la partita in un certo modo; comunque, ti faccio notare che quelle che tu chiami telefonate sono una sola, e poi mica chiede né ordina l’arbitro, ma semplicemente discutono di come si poteva presentare la griglia.

M: Ecco, sì, la griglia... la griglia... c’è la telefonata della griglia... l’ho sentita io con le mie orecchie alla televisione, l’hanno detto... l’hanno detto che lì ordina l’arbitro che vuole… mica me le invento le cose, io!
S: L’hanno detto, certo l’hanno detto, solo che c’è un piccolo particolare, oltre al fatto che discutere sulla griglia non è affatto un reato, né è assolutamente difficile prevederne la composizione; il piccolo particolare è che alla griglia segue un sorteggio il quale era assolutamente regolare e, se vuoi, ne possiamo parlare.

M: Parlare, sì... parlare... ma cosa vuoi parlare? Intanto la B ve la siete schiattata... siete stati condannati e la telefonata delle griglie è la più scandalosa!
S: La più scandalosa? Pensa che per quella telefonata la Juventus si è beccata un ben innocuo articolo 1, che implicherebbe solo, a esagerare, qualche punto di penalizzazione.

M: Uh?!
S: Lezione n° 3, questo non si sceglieva gli arbitri!



LEZIONE n° 4: ADESSO LE PARTITE TRUCCATE ME LE SONO INVENTATE IO.

M: Parlate... parlate... intanto un dato di fatto inoppugnabile c’è: le partite erano truccate, o avresti il coraggio di dire il contrario? Visto che c’è una sentenza (vedi lezione n° 1) e la B ve la siete fatta... O adesso le partite truccate me le sono inventate io?
S: Inoppugnabile?! In che senso? E quali sarebbero queste partite truccate?

M: Guarda che a me non mi freghi con le domande trabocchetto! Non ci sono delle partite truccate, erano TUTTE truccate, va là che vi è andata di lusso! La radiazione! Quella vi meritavate! Dall’interregionale dovevate ripartire, altroché! Al Genoa, per una partita sola, l’hanno spedito dalla A alla C... e il Verona nel ’74 l’avevano retrocesso per una banale telefonata...
S: Il Genoa nel 2005 era in A? Non lo sapevo, mi pareva che fosse mancato dalla A dal ’95 al 2007

M: Sì... sì... fai lo spiritoso...
S: Lo spiritoso? Vai a vedere gli almanacchi. Comunque, il Genoa una partita truccata ce l’aveva, con tanto di passaggio di denaro con la famosa valigetta e di telefonata inequivocabile sulla volontà di artefarre l’andamento della gara.

M: Ma cosa dici? La valigetta non c’era, era un sacchetto della spesa.
S: Ah beh, allora...

M: Sì, ma i soldi erano per il passaggio del giocatore dal Genoa al Venezia... c’era anche il contratto...
S: Quale? Quello scritto nottetempo su carta simil igienica? Comunque, vediamo, tutte le partite erano truccate. Però, non mi torna. Scusa, ma li sai almeno i capi d’accusa che pendevano sulla Juventus?

M: I capi d’accusa? Mi fai ridere... che ladravate...
S: Ecco, ho capito, tecnicamente ladravamo. Beh, invece, secondo l’accusa, erano solo 2 le partite in cui avevamo ladrato. Come mai?

M: Ma te l’ho detto: perché avete il culo parato... vi hanno salvato... dovevate essere radiati!
S: Eh no, è un po' diverso, perché TUTTE le partite del campionato 2004/2005 sono state oggetto d’inchiesta, e per 36 di esse i vari organi preposti (prima i carabinieri, poi Borrelli, poi lo stesso Palazzi) hanno via via eliminato quelle che ritenevano non essere un illecito, perché non emergeva nulla che potesse essere riconducibile né a un illecito né ad un tentativo di illecito; alla fine, secondo Palazzi, rimanevano quindi solo due partite.

M: Eh, vedi? Quelle le avete ladrate! E poi un'altra cosa: chi lo decide se la partita è un illecito o meno? Quelli che vi hanno parato il culo? Eh, facile... ma mi prendi per tonto?
S: Io? No, ci mancherebbe. Ti faccio un esempio: Juventus - Lazio era da considerare illecito secondo l'accusa perché, tre giorni prima, c'era stata una cena Moggi-Giraudo-Bergamo-Pairetto e rispettive consorti. Un po' pochino, mi pare. Pensa tu cosa potevano avere sulle altre! Poi devi tenere presente che quelle due partite erano illeciti per l’ACCUSA, non per il giudice, che, invece, decise di sentenziare che neanche quelle erano da considerare degli illeciti; quindi, la sostanza è questa: dopo avere esaminato tutte le 38 partite del campionato 2004/2005, il giudice ha deciso che per nessuna di esse si potesse parlare di illecito sportivo nè di tentativo di illecito: zero partite truccate.

M: Ooh!!
S: Lezione n°4: , adesso le partite truccate te le sei inventate tu.



LEZIONE n° 5: CACCIAVANO FUORI I CARTELLINI COME SE PIOVESSE.

M: E la storia dei cartellini? Delle ammonizioni mirate? I cartellini che cacciavano fuori come se piovesse? Ce la siamo dimenticata quella? Ci vuole una bella organizzazione per andare a pensare di ammonire questo e quello... in modo che la partita che dovevano giocare con la Juventus la saltavano regolarmente…
S: La saltavano regolarmente chi? Gamberini, Mesto, Nastase? Questi temibilissimi fuoriclasse?

M: Fuoriclasse o non fuoriclasse, le squadre si trovavano in emergenza, perché gli venivano sconvolti gli equilibri...
S: Mah, però c’è un aspetto: se vai a vedere le statistiche, ti accorgi che la Juventus aveva gli avversari squalificati esattamente nella media di tutte le altre squadre (vedi allegato in appendice).

M: Sì, le statistiche... lo sai benissimo che le statistiche si possono manipolare...
S: Beh, non certo questo tipo di statistica, dove si tratta di mettere a confronto dei semplici numeri. No, qui non c’è proprio un bel niente da manipolare.

M: Okay, però c’è un piccolo particolare: che gli altri non chiedevano di avere le ammonizioni mirate...
S: Gli altri? Perché? Qualcuno invece lo chiedeva?

M: Avete veramente una bella faccia... ma certo che lo chiedevano! Moggi! Lo chiedeva Moggi...
S: E da dove ti risulterebbe questo?

M: Ma c’era scritto su tutti i giornali! Cacciavano fuori i cartellini come se piovesse... e su richiesta...
S: Ah, sui giornali... Sì, sì, lì c’era scritto, peccato però che, invece, agli atti non risulta nulla di tutto questo. C’è solo una ridicola telefonata del giornalista Damascelli, che comunica a Moggi quali saranno gli squalificati per Bologna-Juventus, il quale Moggi se ne strafotte della circostanza; e un’altra telefonata dove Moggi farfuglia qualcosa di incomprensibile a non si sa nemmeno a chi; e per questo il giudice non ha condannato la Juventus per la circostanza delle ammonizioni “mirate”, perché non ci sono elementi a supportare tale teoria.

M: Ma?! Allora…
S: Lezione n° 5, non cacciavano fuori i cartellini come se piovesse.



LEZIONE n° 6: C'E' POCO DA FARE, LE PROVE SONO IL CAMPO

M: Voi vi attaccate a tutto pur di dimostrare l’indimostrabile! Parlate di sentenze... di motivazioni... di atti di qui, di atti di là... di cupola che non esiste... la sentenza assurda... e via discorrendo... e qui, sono d’accordo con voi, la sentenza è assurda, perché vi dovevano radiare! Non ci sono le prove, dite voi... sarà anche così... io gli atti non li ho letti, e non li ho letti perché, ragazzi, c’è poco da fare, le prove sono il campo... e quella è una prova inoppugnabile... tutti i favori arbitrali che avete avuto a favore... ecco dov’è la prova che ladravate... la cupola ladrava per far vincere la Rubentus, poche storie...
S: La Rubentus: sì, sì, capisco a cosa ti riferisci, però non so, non riesco a capire come tu possa sostenere che sia il campo a parlare, quando non credo che tu abbia visto tutte le partite della Juventus per intero, ma solo gli spezzoni proposti alla televisione, abilmente selezionati.

M: Sì, abilmente selezionati... erano le prove che ladravate! Il rigore su Ronaldo... il gol di Cannavaro... il gol fantasma non dato all’Empoli... devo farti l’elenco? Quelli se li ricordano anche i muri!
S: Certo, se li ricordano anche i muri. Ci credo, ne parlavano per ore ed ore, anche delle cose più insignificanti, invece gli errori commessi contro la Juventus passavano in cavalleria. Ad esempio il rigore su Ronaldo: beh, nella partita d'andata a San Siro, non venne dato alla Juventus un rigore solare, e venne ingiustamente annullato un gol a Inzaghi. Non te li ricordi, vero? E il gol di Cannavaro arrivato con un corner inesistente? E la cosa più scandalosa della storia del calcio prima di Calciopoli, non te la ricordi? La piscina di Perugia in cui si violò il regolamento NOIF palesemente, tenendo ferma la partita per più dei regolamentari 45 minuti permessi? Tutto ciò in pieno regime del terrore di Moggi, che strano! Quelli non ce li ricordiamo, vero?

M: Ma cos’è 'sto NOIF? Ragazzi, vi attaccate proprio a tutto! Bah, poi te ne cito a frotte di episodi... ci hanno fatto anche una canzone... e poi girano sul web filmati di mezz’ora per far vedere tutte le ladrate che avete commesso.
S: La canzone, certo! Ha lo stesso valore delle barzellette. Sul web girano anche quelli con gli errori contro la Juventus, e quelli sugli errori pro–Inter del solo 2007/2008, e il filmato di un singolo anno, te lo assicuro, dura di più di quello relativo a dodici anni di Moggi.

M: Ma cosa dici? Siete dei ladri! C’è poco da fare... potete parlare finchè volete... c’è una sentenza (vedi lezione n° 1) e la B ve la siete schiattata!
S: Sì, allora, vediamo: noi ladravamo con la cupola e la prova è costituita dal campo, è il campo che parla. Ecco, allora facciamolo parlare 'sto campo: come mai con gli arbitri della cupola facevamo in media circa il 20% dei punti in meno rispetto agli arbitri non della cupola?

M: Ngh!?
S: Lezione n° 6, c’è poco da fare, le prove non sono il campo.



LEZIONE n° 7: LA TELEFONATA BERGAMO-MAZZINI NON MI RAPPRESENTA PROPRIO NIENTE.

I ruoli si invertono, S incalza M.

S: Ma sulla telefonata Bergamo-Mazzini, cosa mi sai dire?
M: Che telefonata è? Sarà una telefonata dove si mettono d’accordo per ladrare...

S: Beh, in un certo senso... no, però, non esattamente.
M: Ma che telefonata è? Se non ne hanno parlato alla televisione, vuol dire che è ininfluente, che non è degna d’attenzione...

S: Invece, è una telefonata molto importante. Bergamo confida a Mazzini che parecchie squadre gli fanno delle pressioni, alcune di queste sono state anche gestite sia da lui che da Pairetto: Vicenza, Sampdoria, Verona, Palermo, Milan, Roma, Inter. Anzi, a proposito di quest’ultima, dice che lui l’ha gestita, ma non c’aveva squadra e non ha vinto; lui deve pensare a designare, gli arbitri mica a fare il centravanti. Come la interpreti questa cosa?
M: La interpreto che la telefonata Bergamo-Mazzini non mi rappresenta proprio niente... che sono cose dette al telefono... non è la realtà. Cioè, non è che se io dico al telefono che sono stato a cena con la Schiffer, allora vuol dire che ci sono stato veramente.

S: Non ho capito, scusa.
M: La realtà è una cosa e quello che viene detto al telefono un’altra, ma è tanto chiaro!

S: Vediamo se ho capito bene: il tuo approccio all’interpretazione delle telefonate sarebbe, dunque, quello di non dare considerazione a quello che viene detto, perché nulla mi assicura che sia ciò che avviene nella realtà. È esatto, ho capito bene?
M: Certo, ma mica sempre…

S: Ma come mica sempre?! Scusa, se nei confronti di un fenomeno della realtà ti approcci in un certo modo, lo devi fare in tutti casi allo stesso modo, sennò operi delle discriminazioni.
M: No, perché certe telefonate costituiscono reato di per sé... per il loro contenuto...

S: Vero, giusta osservazione la tua. Ad esempio, quella delle griglie. Però quella non fa testo, perché costituisce al massino semplice violazione dell’art. 1 (anche se è tutto da stabilire se il contenuto di quella telefonata costituisse reato, seppur lieve, ma reato) (lezione n°3, ndr). Poi quali altre sarebbero le telefonate che di per sé costituiscono reato?
M: Ma, basta! Ma che cos’è, un interrogatorio?! Ma sei uno sbirro? Ladravate e basta! C’è una sentenza (vedi lezione n°1)!

S: Certo... allora, vediamo, seguiamo il tuo “filo logico”: il contenuto delle telefonate è ininfluente perché abbiamo detto che ciò che in esse viene detto non può costituire una certezza, perché il detto non corrisponde al fatto; bene, ciò implica che se la Juventus è stata condannata giustamente, come tu sostieni, è la semplice telefonata di per sé a costituire reato. Ecco mi potresti dire quale articolo del CGS sancisce questo comportamento come una violazione?
M: Certo che te lo dico: è l’art.1 del Codice di Giustizia Sportiva.

S: Bene, vedo che sei molto ben preparato. Allora ti faccio una piccola osservazione: come mai Facchetti non venne punito per le telefonate con Pairetto?
M: C’è contenuto e contenuto…

S: Abbiamo detto, però, che il contenuto non conta.
M: Rubentini! Siete dei ladri! Vi dovevano radiare!

S: Ah, solo per tua informazione: l’articolo al quale fai riferimento è entrato in vigore il 1° luglio 2007.
M: !!!??? Ma no… ngh! 



LEZIONE n° 8: ERA TUTTO MARCIO, TRUCCAVANO PERSINO I SORTEGGI.

M
: Ma come fate a continuare a negare? Era tutto marcio! Truccavano tutto, quelli là... non avete ritegno...
S: Truccavano tutto? A che cosa ti riferisci, in questo caso? Perché a noi, o meglio agli atti ufficiali, non risulta che vi fosse alcunché di truccato.

M: Era tutto marcio... truccavano persino i sorteggi!
S: Ah, i sorteggi, e dove risulta che sarebbero stati truccati?

M: Mi sembrate come quei ladri che, presi con le mani nella marmellata, continuano a negaré... perché, si sa... la prima cosa che insegnano ai mariuoli è “negare, negare sempre e comunque”...
S: È vero ai mariuoli insegnano questo, è vero, però mi devi ancora dire dove risulterebbero questi sorteggi truccati.

M: Ma lo dicevano tutti... lo sanno tutti... è notorio... ma ve li siete dimenticati i titoli dei telegiornali? E i titoli del maggiore quotidiano sportivo italiano, il giornale più letto in Italia? Cioè, ragazzi, qui mica stiamo parlando del “Giornaletto dei Piccoli” della Parrocchia di Santa Genoveffa... qui stiamo parlando della GAZZETTA DELLO SPORT!
S: La Gazzetta dello... sì, sì, poi un giorno ne parliamo, però adesso vorremmo spiegarti una volta per tutte una circostanza degna di nota. Voi avete un piccolo problema, voi avete cristallizzato la realtà al momento in cui i media bombardavano con i titoloni a caratteri cubitali, i titoli strillati dagli speaker (non sono certo giornalisti) che leggono il telegiornale...

M: Ma cosa stai dicendo?! Vi attaccate a tutto, rubentini!
S: Cosa sto dicendo? Ecco, sto dicendo che voi avete cristallizzato la realtà a quel momento, quando cioè i titoli dei tiggì e dei giornali urlavano le ACCUSE che venivano mosse alla Juventus, ma poi la storia è andata avanti, si è fatto un processo e c’è una sentenza con relative motivazioni.

M: Certo che c’è una sentenza... è quello che dico io...
S: Sì, però c’è un piccolo particolare, e qui sta il giochetto che vi rende vittime delle prese per i fondelli dei media, ed è il fatto che la sentenza di condanna non è arrivata per quelle accuse che venivano gridate ai quattro venti. Il giochetto da parte dei media consiste nel non avere specificato questa circostanza, facendo credere alla gente come te che, ad esempio, era tutto marcio, truccavano anche i sorteggi.

M
: Cioè, quindi... voi mi stareste dicendo che quello che dicevano i media erano delle falsità?! Scusate, con tutto il rispetto... ma voi chi ca**o vi credete di essere? Cioè, arrivate voi e dite che quello che dicono autorevoli giornali come la GAZZETTA DELLO SPORT è falso?! Ma và, và...
S: Noi non crediamo di essere nessuno, semplicemente abbiamo approfondito e, ad esempio, i sorteggi non erano affatto truccati, questo lo dice il giudice sportivo, non noi, è scritto così sulla sentenza.

M: Ma...
S: Se poi non ti bastasse, c’è anche una sentenza del Tribunale di Roma che attesta che affermare che i sorteggi erano truccati è passibile di condanna per diffamazione.

M: Che?!.....hm!!
S: Lezione n° 8: Non era tutto marcio, non truccavano persino i sorteggi.



LEZIONE N° 9: OCCHIO, CHE DE SANTIS SAPEVA DI ESSERE STATO SGAMATO.

M: Parli bene tu... continui a soffermarti su certe cose tralasciandone altre, o quanto meno a non metterle abbastanza in evidenza... ad esempio, occhio, che De Santis sapeva di essere stato sgamato...
S: Sgamato? E in merito a che cosa?

M: Che ladrava a favore della Juventus, è ovvio...
S: E da dove risulterebbe questo? Cioè, quale elemento ufficiale e, quindi, valido per tutti e non solo per te, supporterebbe questa tua affermazione?

M: C’è una sentenza.
S: Sì, ma in quella sentenza, tutto risulta tranne che De Santis ladrava per la Juventus.

M: Ma allora sei de coccio! ti sto dicendo che nel 2004/2005 De Santis si era messo in riga e non ladrava più a favore della Juventus perché sapeva di essere stato sgamato...
S: E allora perché mi tiri in ballo quella sentenza, scusami?

M: Perché in quella sentenza risulta che ladrava... non a favore della Juventus, ma ladrava...
S: Ah, ecco, non a favore della Juventus. E perché allora dici che ladrava a favore della Juventus?

M: Perché è notorio! De Santis ladrava a favore della Juventus! Ladri! Rubentini!
S: Sì, però, non risulta da nessuna parte, se non nelle vostre fantasie. Portami un documento in cui qualcuno preposto a farlo, attesti che De Santis fischiava per favorire la Juventus.

M: Certo che te lo porto! L’informativa dei carabinieri... lo definiscono il capo della combriccola romana... Ladroni!
S: Ladroni? Quelli sono altri. Comunque, ti faccio notare che quella è la versione dell’accusa, il giudice chiamato a giudicare ha detto esattamente il contrario. E lo ha fatto sull'unica stagione che ha ritenuto opportuno andare ad indagare.

M: Ehm... ma... ecco... ecco, vi attaccate al fatto che non c’è niente di scritto, niente di ufficiale sul fatto che De Santis ladrava... ma questi sono metodi da ladri di polli! Lo sanno tutti che De Santis favoriva la Juventus... guarda il gol annullato a Cannavaro nel 2000!
S: Quali metodi? Quelli di chi pretende di avere ragione senza avere alcun supporto documentato? Il 2000? Quello della piscina di Perugia con l'intervallo prolungatosi ben oltre i 45 minuti REGOLAMENTARI, sotto gli occhi del potente capocupola Moggi?

M: Nggg!
S: Lezione n°9: Occhio, che De Santis sapeva di essere stato sgamato, ma questo non cambia la sostanza, perché non si può affermare neanche se e in merito a che cosa sia stato sgamato.



Lezione STRAORDINARIA: E della GEA cosa mi sai, dire? Cioè, questo controllava il mercato e quindi falsava i campionati.

M: Ok, va bene, facciamo finta, ma solo finta, che su tutto il resto avete ragione voi, però alla fine vi dovete sbattere contro la GEA, e sì, perché con quell’associazione mafiosa Moggi si dava parecchio da fare, eh, e della GEA cosa mi sai dire? Cioè, questo controllava il mercato e quindi falsava i campionati. C’è poco da fare, da qui non scappate.

S: Innanzitutto, c’è poco da fare finta, noi abbiamo ragione, noi riportiamo semplicemente gli atti e non le nostre opinioni, dopodiché la GEA con la Juventus non ha nulla a che vedere.

M: Non ha a che vedere? Ma tu hai voglia di scherzare, cioè, io Moggi dirigente della Juventus e con le mani in pasta attraverso mio figlio alla GEA, non ho a che vedere con la Juventus? Ma roba da matti.
S: Va bene, seguiamo il tuo ragionamento, la Juventus ha a che fare con la GEA. Bene. E che cosa avrebbe fatto Moggi per favorire la Juventus, attraverso la GEA?

M: Ma come cosa avrebbe fatto… cioè, andava dai giocatori e gli diceva “se non vieni da noi ti stronco la carriera”, questo, semplice, semplice.
S: Ma veramente, alla Juventus c’erano un sacco di giocatori con procuratori loro, così come alla GEA c’erano tanti giocatori forti e non forti che non erano alla Juventus. Come la mettiamo?

M: La mettiamo che Moggi era un bravissimo dirigente, però non è detto che ci azzeccasse sempre, poteva anche capitare che il tale giocatore lo reputava scarso e poi era forte, oppure il contrario. Cioè, vogliamo parlare di Henry o di Kovacevic?
S: Parliamone, certo, però sta di fatto che stando a sentire il tuo ragionamento, una volta che i giocatori che erano stati bollati come scarsi e quindi lasciati andare ad altre squadre, quando rivelavano la loro classe avrebbero dovuto essere accaparrati da Moggi. Non mi risulta che sia così.

M: Non è così, non è così perché, perché…. ma, sì, non è così perché non ha fatto in tempo, perché nel frattempo l’hanno ingabbiato… certo, certo, deve essere così per forza.
S: Veramente la GEA andava avanti da molti anni, ben prima che Moggi venisse “ingabbiato” come dici tu.

M: Questo, attraverso la GEA, controllava il mercato e quindi falsava i campionati a favore della Juventus.
S: Va bene, rimani pure della tua convinzione.
.......
.......
Dopo la sentenza:

M: Hai visto? Hai visto?
S: Cosa devo avere visto?

M: Sì, fai finta niente, l’hanno condannato, l’hanno condannato per la storia della GEA. Toh, adesso ve ne state zitti e cuccia.
S: Ma di chi stai parlando?

M: Del ladrone, di Moggi… Con dan na to per i fat ti del la GEA.
S: Ah, Moggi condannato per i fatti della GEA? Sì, lo so, lo so. Ma non ho capito, come mai tutta questa euforia? Che cosa proverebbe quella condanna?

M: Che Moggi ladrava, che falsava il campionato, allestendo le squadre a ca**o suo, ecco cosa prova. Che la Juventus ru ba va!!!
S: Mah, sarà come dici tu, solo che Moggi NON è stato condannato per quello che ti immagini tu, ma è stato condannato per banalissima violenza privata e minacce a 2 (DUE) giocatori, Amoruso e Blasi, il primo al quale per levarselo dalle balle, aveva detto che se restava alla Juve lo mandava in tribuna (chissà che bua, il povero Amoruso con qualche miliardo a stagione), il secondo (che, peraltro, aveva detto in aula, di essersi inventato tutto) al quale aveva chiesto di abbassare la cresta in merito alle richieste di aumento e di meritarsele sul campo (e infatti se le meritò e le ottenne, chissà che bua anche il povero Blasi).

M: Ma?
S: E sì, quindi, a tuo avviso Moggi, cazziando come meritavano due, dico due giocatori falsava i campionati? Un vero mago, ancora meglio della classifica che si altera da sola, veramente!

M: Ma, veramente, ma io, ma aspetta, aspetta un attimo………ma tu mi vuoi prendere per il naso, mi vuoi buttare fumo negli occhi. Ma stammi bene a sentire, ma che cosa c’entra la GEA con la Juventus? Non c’entra proprio un bel niente. Adesso non mi verrai a dire che perché Moggi è stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere a Roma, allora la Juventus non ladrava? La GEA con la Juventus non c’entra niente, mettetevelo in testa!
S: A me pare che prima di questa sentenza la pensassi diversamente, a me pareva che tutti quelli come te, che, messi alle spalle al muro con le carte del processo sportivo, poi si andavano a rifugiare nella GEA. E adesso?

M: Ladri! Lo dico alla maestra!
S: e della GEA possiamo dire tutto quello che volete! Cioè, questo NON controllava il mercato e quindi NON falsava i campionati.



LEZIONE n° 10: NON SONO UN PIRLA

M: Okay... qui stiamo a parlare di quello che è stato... di quello che non è stato... però tu usi dei toni... usi dei toni che alla fine mi fai passare come un pirla... ma io non sono un pirla!
S: Ma...

M: No... no... adesso mi fai parlare... e oggi voglio parlare! Tu sfrutti il fatto di conoscere gli atti, di averli letti, per farti passare come se fossi il Messia... ma qui non si ha a che fare con gli avvocati... qui si parla di calcio... a me non mi freghi, io non sono un pirla come mi vuoi fare passare... io sono informato... io ragiono con la mia testa...
S: Ma...

M: Sì, con la mia testa... tu mi vuoi fare passare per un pirla... ma io le cose che dico non è che le ripeto come un pappagallo... sono anni che vedo la realtà... io vedo tutto! Poi un giorno arriva una sentenza e mi dà ragione e non sarai certo tu con i tuoi atteggiamenti strafottenti a farmi cadere le mie giustissime convinzioni: la Juventus rubava! Ha sempre rubato! Ladroni! Rubentini!
S: Ma non r...

M: Tu hai letto gli atti... li ho letti anch’io!
S: Li hai letti? Non è che hai letto alcuni estratti sulla Gazzetta?

M: Ehm... li ho letti... li ho letti tutti!
S: Sì? Di quante pagine sono composte le informative dei Carabinieri?

M: Di quante pagine? Ma... non me lo ricordo... ma che razza di domande fai?!
S: Non te lo ricordi? Va be’, così a spanne...

M: Ladri! Rubentini!
S: Quante telefonate ci sono negli atti tra Moggi e Bergamo? E tra Pairetto e Moggi?

M: Adesso mi metto a contare quante telefonate ci sono?! Ma c’è pieno! C’è pieno, ti dico...
S: Pieno? Veramente ce ne sono meno di dieci; vedo che li hai letti molto bene gli atti, sono questi i tuoi argomenti?

M: I miei argomenti sono che Moggi interferiva nel lavoro degli arbitri e dei designatori... questo è alla luce del sole... è agli atti... guarda che io non sono un pirla... io gli atti li ho letti... c’è scritto che la Juventus ha alterato l’andamento del campionato, il che è molto più grave di alterare le singole partite! Molto più grave! La Juventus ha commesso il reato di illecito ambientale... eravate marci... siete marci! Siete il peggio del peggio! Non sono un pirla, io!
S: Illecito ambientale? E in che cosa consiste?

M: Consiste che ladravate attraverso l’alterazione del campionato... Moggi si teneva in contatto con i designatori e loro si ritenevano in debito con lui e favorivano la Juventus...
S: Ho capito. Quindi due persone che non vanno in campo si sentono al telefono e una terza persona che scende in campo, ma che non è in alcun modo in contatto con i due che si sentono al telefono, va, appunto, in campo e sulla base di telefonate di cui non conosce l’esistenza si prende la briga di alterare le partite...

M: Non sono un pirla!
S: Lezione n°10: Continua a ripetere di non essere un pirla.



LEZIONE N° 11: SENZA MOGGI NON VINCETE PIU'.

M: Tutto bello... tutto vero... il complotto... le intercettazioni usate ad arte... la campagna mediatica… sì, sì... però c’è un piccolo particolare: senza Moggi non vincete più…
S: E' vero, sono d’accordo, senza Moggi non vinciamo più.

M: Ecco... e allora, perché avete ancora il coraggio di parlare? La prova provata è tutta lì, in questo piccolo particolare che distrugge tutte le vostre panzane... tutti i vostri discorsi... le vostre difese con le unghie aggrappate agli specchi: qui c’è una sentenza che vi condanna... ci sono anni di ladrate davanti agli occhi di tutti... il fatto che non vincete più! È tutto così lineare! E poi, come se non bastasse per dare la quadratura del cerchio, ecco che la squadra vittima delle vostre ladrate comincia a vincere a raffica... Basta, tacete! E' tutto lapalissiano, senza possibilità di essere contraddetto!
S: Sì, in effetti è tutto lapalissiano, troppo, forse.

M: Ma che cosa intendi dire? Certo che pur di avere ragione non ti fermi davanti a niente! Siete proprio senza vergogna!
S: No, intendo dire che è davvero curioso che una squadra che non vince nulla di serio da anni ed anni, che non affronta una finale di Coppa Campioni (o Champions’) da 36 (TRENTASEI) anni, che non vince una Coppa Campioni (o Champions) da 44 (QUARANTAQUATTRO) anni, che in 40 (QUARANTA) anni (dal ’66 al 2006) vince la miseria di tre scudetti (’71, 80, ’89), ecco, che questa squadra improvvisamente si mette a vincere a raffica (ma solo in Italia, ovviamente) dopo un evento del tutto imprevedibile ed epocale come calciopoli. Ecco, ad un osservatore neutrale, che venisse da Marte, per esempio, tutto ciò apparirebbe, quantomeno, statisticamente improbabile, non trovi?

M: Ma neanche per idea! Ma cosa stai dicendo? Ma tu rovesci la realtà come un calzino! L’evento improbabile, quello che disturba l’analisi del tuo ipotetico marziano è il fatto che con Moggi rubavate... è quello che tarocca l’osservazione!
S: Beh, in un certo senso potresti anche avere ragione, però c’è il fatto che quella squadra (la feccia del calcio italiano, tanto per intenderci, la fogna del calcio) non è che arrivava seconda tutte le volte che la Juventus di Moggi vinceva, o arrivava prima quando la Juventus non vinceva. C’è stato un anno, per esempio, in cui questa squadra si è presentata alla vigilia dell’ultima di campionato prima e poi si è ritrovata terza. Colpa di Moggi anche lì?

M: Certo, se non ladravate nelle giornate precedenti l’Inter vinceva lo scudetto!
S: Però è arrivata dietro la Roma. Come mai? Moggi si era organizzato per fare vincere la Roma, casomai non vincesse la Juventus? Quindi, in praticaaa... Moggi non si adoperava per fare vincere la Juventus, ma, piuttosto, per fare perdere la feccia del calcio? Eccola, l’improbabile quadratura del cerchio.

M: Senza Moggi non vincete più...
S: Sì, è vero, però c’è un piccolo particolare: che la Juventus attuale è l’ombra sbiadita di quella Juventus. Ci sono giocatori che con Capello sarebbero andati in panchina (Del Piero, Chiellini), giocatori che sarebbero andati in tribuna (Legrottaglie, Marchionni, Zanetti, Grygera), giocatori che sarebbero stati mandati ai bordi del campo a fare i raccattapalle (Marchisio, Molinaro, De Ceglie, non perché scarsi, ma perché giovani) e un allenatore che ovunque sia andato ha vinto. Senza considerare la preparazione di Moggi, Giraudo e Bettega, senza nulla togliere a Secco, Cobolli e Blanc, ci mancherebbe, eh!

M: Senza Moggi non vincete più!
S: Ecco, quella squadra, ombra sbiadita di quella di Moggi, Bettega e Giraudo, oggi se la gioca alla pari per vincere lo scudetto contro la più forte Inter degli ultimi 40 anni. Ti basta o ti devo spiegare che cosa implica questo fatto?

M: Senza Moggi non vincete piùùùù!
S: Senza Moggi, Giraudo e Bettega non vinciamo più!



LEZIONE N° 12: COLLINA, LUI SI', CHE E' UN SIGNORE.


M: Ecco! Collina! Lui sì che è un signore... è l’unico che aveva il coraggio di arbitrarvi correttamente... l’unico che non scendeva in campo con la psicosi di dovervi favorire a tutti i costi... e giustamente, per il suo coraggio, lo hanno fatto designatore... e adesso se si sbaglia, si sbaglia in buonafede... si sbaglia in tutte le direzioni... e finalmente vince chi se lo merita!
S: Vince chi se lo me… sì, senz’altro. Ma dimmi un po’, come me la collochi l’uscita di Collina del 14 maggio 2000?

M: 14 maggio che?!
S: 14 maggio 2000, sì: la piscina di Perugia. Come mai Collina fece giocare in quelle condizioni?

M: Eh, certo... eh, certo! Avreste voluto l’arbitro che sdraiato per terra a tappetino seguisse le indicazioni di Moggi... che quella partita non la voleva più giocare.... ma non vi basta mai! Ma siete senza fondo!
S: No, avremmo voluto un arbitro che applicasse il regolamento. Che, anche in quella circostanza, era quello che chiedeva Moggi, il quale, ferocissimo caporione, non riusciva manco ad ottenere che si applicasse il regolamento...

M: Ma che regolamento e regolamento! Se l’arbitro decide che si va avanti, si va avanti. Proprio non sapete perdere... quando perdete vi attaccate a tutto...
S: Noi? Noi ci attacchiamo a tutto? Eh, già, noi che perdiamo sempre ci attacchiamo a tutto... No, io parlo di regolamento NOIF, il quale è molto chiaro: dice che se tra il primo ed il secondo tempo l’interruzione dura più di 45 minuti, la partita va interrotta. E’ molto chiaro e l’interruzione durò ben più di un’ora, lì non c’è da vedere o non vedere un rigore in una frazione di secondo. Eppure Collina sbagliò. Come mai?

M: Ma quali 45 minuti... ma lascia perdere... 45 minuti! E poi cosa vuol dire che il campo era un acquitrino? Lo era anche per il Perugia.
S: Vedo che sei un abile trasformista, quando non sai più cosa rispondere cambi strada. Ve bene. Il campo era un acquitrino per entrambi, certo. Ma a parte che un’interruzione di oltre un’ora nuoce psicologicamente di più a chi deve giocarsi uno scudetto, con l’avversaria che ha già finito e ha vinto, i campi acquitrinosi favoriscono sempre le squadre con minor tasso tecnico, questo è risaputo. Ma l’aspetto più importante è che quella partita non si doveva giocare per i motivi detti sopra.

M: Collina fu un signore in quella circostanza... Ancora vi brucia, ma fu un signore!.
S: Fu un signore? Allo stesso modo di quando accordava incontri segreti con un dirigente di una società di serie A, che poi si ritrovava ad arbitrare?

M: Ma cosa ne sai se quell’incontro c’è poi veramente stato?
S: Direi che è del tutto ininfluente.

M: Ah, interessante! Per voi servono le prove, per gli altri sono ininfluenti...
S: No, guarda, il punto è un altro. Quando venne fuori la storia delle schede svizzere, tutti quelli come te gridarono allo scandalo.

M: E giustamente! E vorrei vedere... un dirigente che distribuisce delle schede svizzere I NIN TER CET TA BI LI... e poi parla con gli arbitri... Vorrei proprio vedere!
S: Non è esattamente così, ciò che dicono le informative dei carabinieri è che FORSE Moggi parlava con dei FORSE arbitri. È un po’ diverso. Ora, veniamo al punto, alcuni FORSE arbitri che parlavano con il FORSE Moggi sono stati sospesi per quella circostanza.

M: Sospesi?! Dovevano essere radiati! Altro che sospesi...
S: Radiati? Bene! Ecco, allora ti chiedo: come mai chi FORSE telefonava ad un dirigente è stato sospeso, mentre chi con CERTEZZA parlava ad un dirigente è stato nominato designatore?

M: C’è contenuto e contenuto delle telefonate...
S: Certo, e quale sarebbe il contenuto delle telefonate degli arbitri con Moggi? Come potrebbe essere più grave del concordare incontri segreti, con un dirigente?

M: Ma... veramente... io... ehm... non so... LADRI!
S: Collina, lui no, che non è un signore.



LEZIONE N°13: C’ERA LA CUPOLA... ERA PEGGIO DELLA P2 E DELLA MAFIA!

M: Ma siete ancora qui? Arieccheli... hanno ancora il coraggio di seguire il calcio... non solo: di tifare! Non solo: di tifare la Juventus! La Rubentus... incredibile!
S: Ma con chi ce l’hai?

M: Con chi ce l’ho? Ma con voi! Siete l’anticalcio... avete la coscienza più sporca del carbone... avete la faccia come il c... avete la faccia di bronzo... ti presenti ancora con la maglia della Juventus!
S: Ma perché? Che cosa è successo?

M: Calciopoli, questo è successo! Calciopoli... ma sono deficiente io che ancora ti ci rispondo...
S: Calciopoli? E che cos’è, scusami? No, perché sono stato in una missione in Togo per alcuni anni e non ho più seguito il calcio. L’unica cosa che so, perché lì dove sono andato ne hanno parlato per un paio di giorni, è che siamo diventati campioni del Mondo a Berlino con in campo 9 giocatori della Juventus, più l’allenatore storico della Juventus sulla panchina dei vincitori. Ma spiegami, dimmi un po’, che cos’è ‘sta Calciopoli? Sono curioso! Deve essere qualcosa di grosso...

M: C’era la Cupola... era peggio della P2 e della mafia...
S: Peggio della P2? Spiegati meglio, Licio Gelli tirava le fila del calcio insieme a Totò Riina? ‘Azzo, è una roba grossa veramente! Ci saranno stati anche tutti i papaveri dei servizi segreti, colonnelli, generali, parlamentari, finti giornalisti infiltrati, connivenze con la CIA. Dài che mi metto comodo. Spiegami, spiegami.

M: Macchè! Robetta... quelli sono dei dilettanti... Moggi, era Moggi, il Capo della Cupola... e poi tutti i servetti arbitri che fischiavano come delle marionette a favore della Juventus... ma io lo sapevo, si vedeva lontano un miglio che era tutto marcio... E i designatori... Moggi che ordinava loro quelli che dovevano arbitrare... la Figc schiava supina di Moggi... e i capi della finanza, i politici... i politici, ti dico... adesso... adesso invece finalmente tutto è cambiato... tutto è pulito...
S: Cioè, mi stai dicendo che la Juventus vinceva senza merito, anzi, che c’era proprio un’organizzazione, una cupola preposta a farla vincere. Eppure a Berlino...

M: Ma che c’entra Berlino?! Ma cosa c’entra se c’era in campo tutta la Juventus nella finale dei Mondiali... non c’entra un bel niente...
S: Non c’entra niente? Va be’, ma quindi, scusami, ci sarà stata una carneficina di radiazioni, di arbitri radiati, per non parlare dei vertici della Figc.

M: Beh... in parte... in parte sì...
S: Come in parte sì? Ma scusa, ma chi è il presidente della Figc adesso? Tutto è cambiato adesso, giusto?

M: Certo che tutto è cambiato.. adesso c'è Abete! Uno nuovo...
S: Abete? Uno nuovo? Ma era il vice di Carraro!

M: Il vice?!
S: Eh, sì, eh. E Carraro? Quella vecchia cornacchia, l’avranno massacrato! Era ora, erano 40 anni che aveva le mani in pasta!

M: Ma veramente... veramente lì per lì gli avevano dato una multa... poi gli hanno levato pure quella...
S: La multa?! E poi gliel'hanno levata? Ma la cupola? Ma da chi era composta questa cupola? No, perché quando si parla di cupola, ci si riferisce ad una struttura piramidale, ben strutturata e che agisce in un’unica direzione. Come e da chi era strutturata?

M: Guarda, ti rispondo educatamente perché sei stato via dall’Italia... sennò meriteresti di essere mandato a quel paese... La cupola era composta dagli arbitri, dal designatore, da Moggi e da Giraudo!
S: Gli arbitri, certo, gli arbitri. Chissà che mazzate s’è preso Collina...

M: Collina? No, Collina era pulito, adesso fa il designatore.
S: Il designatore? Ma... ma come è possibile se era tutto marcio e c’era la cupola?

M: Non tutti erano marci...
S: Ah, non tutti erano marci. Ho capito. La Figc non era marcia, tra gli arbitri solo alcuni erano marci. E dimmi un po’, alla Lega, chi c’è alla Lega, chissà che ventata di freschezza lì, adesso che il calcio è stato ripulito...

M: Alla Lega? C’è Matarrese.
S: Il figlio di Matarrese? Va be’, sempre in famiglia, però almeno c’è gente un po’ più giovane. Meglio che niente.

M: No, no... è sempre lo stesso Matarrese...
S: Lo st…?! Ma mi sa che te ti stai inventando tutto, che ‘sta Calciopoli è un’invenzione della vostra mente distrutta da anni di frustrazioni a vedere vincere la Juventus. Ma aspetta un po’, in questo bar, guarda là, c’è un internet point. Andiamo un po’ a vedere. Fammi un po’ vedere. Dài, intanto che tu ti fai una partita a biliardo, mi informo un po’ su ‘sta Calciopoli.

............

M: Allora? Hai visto? Hai ancora il coraggio di indossarla quella maglia?!
S: Ma... ma guarda che qua dice che non c’era nessuna cupola...

M: Ma dove?! Ma dove stai guardando, su Juvefans?
S: Ma che Juvefans! Ho fatto la prima cosa che si fa quando si vuole sapere come stanno le cose: sono andato su google e ho digitato “sentenza, calciopoli”.

M: Ma come “sentenza, calciopoli”? Ma come...
S: Perché tu le informazioni che mi stavi dando dove le avevi prese, scusa?

M: Ma sulla Gazzetta dello Sport... su tutte le televisioni... dài, non scherziamo...
S: Eppure sulla sentenza parla molto chiaro: guarda qui, pagina 74 della sentenza di primo grado, dice: “...poiché nell’atto di deferimento non v’è cenno o sintomo alcuno di essi, così come non v’è traccia delle espressioni e spesso ricorrenti nel contesto delle difese medesime”. Cioè nessuno parla di cupola, ma di rete di rapporti dove ognuno tirava l’acqua al proprio mulino, se leggi il seguito. E poi, oltretutto, dice che nessun arbitro ha mai arbitrato a favore della Juventus. Ma da chi sarebbe stata composta 'sta cupola anche se ci fosse stata? Da Moggi e Bergamo?

M: Ma non capisco... ma sulla Gazzetta... le televisioni... Liguori... Zazzaroni... Elio Corno... anche Elio Corno l’ha detto! Anche Scarpini... persino Scarpini! Galeazzi... capisci?
S: Non c’era la cupola, non era peggio della P2 e della mafia.



LEZIONE N° 14: C'ERA GENTE CHE SPARIVA NEGLI SGABUZZINI

M: E di quelli che sparivano? Che cosa mi sai dire?! Vediamo che razza di spiegazione riesci a darmi...
S: Quelli che sparivano? Cioè, dopo la mafia e la P2 parliamo di regime argentino? I desaparecidos?

M: Hai poco da fare lo spiritoso... Sai benissimo a che cosa mi riferisco... c’erano arbitri... c’era gente che spariva negli sgabuzzini...
S: No, veramente ancora continuo a non capire. Chi era questa gente che spariva? E poi come faceva a sparire negli sgabuzzini?

M: Ah, non capisci... eccerto... eccome no! Pa pa re sta! Pa pa re sta... ti dice niente?
S: Paparesta, sì, certo era un arbitro... ma no! Ah, ho capito, a cosa ti riferisci, ti riferisci all’episodio di Reggio Calabria!

M: Bravo! L’episodino di Reggio Calabria... quello dove, siccome Paparesta non vi aveva favorito, allora Moggi è andato fuori di testa! Proprio quello...
S: Veramente, Moggi era andato fuori di testa perché eravamo stati sfavoriti in modo eclatante. A proposito, strano che non sia mai emersa nessuna sfuriata di Moggi quando gli arbitri hanno fatto tranquillamente il loro dovere in cento e cento partite.

M: Le avete ladrate tutte! Per quello che se n’è sempre stato buonino...
S: Questa è una tua opinione. Comunque, chi sarebbe sparito e di quale sgabuzzino si starebbe trattando?

M: Vabbe’... gioca... gioca con le parole che è quello che ti è rimasto di fare... sgabuzzino... spogliatoio... chiamalo come ti pare... sparire... essere rinchiusi... fai te!
S: No, guarda che io non gioco le parole, io parlo di sostanza. Paparesta sarebbe stato rinchiuso nello spogliatoio di Reggio Calabria?

M: Come se fosse una novità...
S: Un po’ lo è, perché è vero che si era detto che Paparesta venne rinchiuso nello spogliatoio, ma poi si appurò che le cose andarono ben diversamente.

M: Ma se lo disse anche Moggi in ben due telefonate che lo aveva rinchiuso! E non solo: aveva gettato via la chiave! Pure la chiave aveva gettato via... ma voi non vi rendete conto! Aveva buttato via perfino la chiave... ma manco Al Capone! E poi le minacce... col dito puntato... cioè, questo chiude un arbitro nello spogliatoio... poi lo intimidisce dicendogli che gli stronca la carriera... che lo sbatte fra i dilettanti... e come se non gli bastasse, dice che fa fare la stessa fine all’assistente Copelli! E voi siete ancora qui dopo due anni a parlare! Ma ringraziate che non vi hanno radiato e vergognatevi!
S: Quello che disse Moggi non ha alcuna valenza, innanzitutto perché ciò che viene detto al telefono non ha alcuna valenza, non è riproduzione della realtà e poi perc...

M: Ah, non ha alcuna valenza?! E allora perché lo avrebbe detto?!
S: Allora, innanzitutto vedo che come le bandiere cambi direzione a seconda di come tira il vento, perché se le telefonate riguardano altre squadre allora lì, sì, lì servono le prove (vedi lezione n°7), comunque, dicevo che a parte quello, c’è un’altra telefonata di Moggi dove afferma esattamente il contrario.

M: Quindi a quella ci credi! Ecco... allora con che faccia vai dicendo agli altri che cambiano versione a seconda della loro convenienza?!
S: Infatti io non lo faccio, io dico che, contraddicendosi le due telefonate, non si può dare credito a nessuna delle due. Cosa che nel caso delle telefonate che contesti te non entra in gioco (vedi lezione n°7); non solo, tieni presente che una di quelle due telefonate, quella in cui si vanta di avere fatto il diavolo a quarant'otto lo fa con la sua amica.

M: Sta di fatto che Moggi è stato condannato, per quell’episodio...
S: Certo, è stato condannato, ma non per avere rinchiuso nello spogliatoio l’arbitro Paparesta, ma “per avere tenuto, al termine della gara, una condotta aggressiva e intimidatoria nei confronti della terna arbitrale. La stessa cosa che avvenne a Facchetti quando entrò nello spogliatoio dell’arbitro a Verona contro il Chievo (solo che lui entrava tra il primo e il secondo tempo), se non ricordo male. Ma a quanto pare Facchetti rimane un santo.

M: Ma lascia stare quel santo di Facchetti...
S: Sì, e d’altra parte non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che lo stesso Paparesta nella deposizione afferma di non essere mai stato chiuso in quello “sgabuzzino”.

M: Eh?!
S: Poi, a proposito delle intimidazioni e di come ciò che viene detto al telefono corrisponda alla realtà, ti è mai venuto in mente di verificare cosa sia successo a Paparesta e Copelli?

M: Ma che bisogno c’è?! C’è una sentenza di condanna! (vedi lezione n°1)
S: Sì, allora te lo dico io: Paparesta non venne neanche punito come da regolamento per i gravissimi errori di Reggio Calabria e Copelli, quello che doveva avere la carriera stroncata, venne chiamato a rappresentare l’Italia ai MONDIALI!

M: Ngh?!
S: NON c’era gente che spariva negli sgabuzzini