Chissà perchè dicono che non ci sono i soldi.... - Analisi della Trimestrale al 30/9/07

blancIl 13 novembre u.s. si è riunito il Consiglio di Amministrazione, capeggiato dal Presidente Cobolli Gigli, per discutere e deliberare in merito all’approvazione della trimestrale di fine settembre, adempimento a cui la Juventus è obbligata, essendo la società quotata alla Borsa di Milano.

Alla fine dell’incontro la Società, come sempre, ha partorito un comunicato stampa che ha subito dato in pasto ai giornalisti, i quali si sono affrettati a ribadire i pochi scarni concetti che erano stati evidenziati all’inizio dello stesso comunicato, la cui lettura, se non approfondita successivamente nella lettura del bilancio stesso, può far apparire la Juventus come un azienda in crisi, oppure nella migliore delle ipotesi in difficoltà. Nulla di più falso, ovviamente.

Ora è importante, quando si parla di bilanci delle società calcistiche, fare la doverosa premessa che per tipologia di business e per distribuzione temporale degli eventi relativi alla gestione aziendale, i bilanci in questione sono fisiologicamente influenzati dalla deformante logica della stagionalità.

Un esempio per tutti. Le società calcistiche hanno l’esercizio sociale che si conclude al 30 giugno, al contrario della maggior parte delle aziende che chiude i conti annuali al 31 dicembre.

In tale contesto è facile intuire che le varie voci della gestione caratteristica possono non essere perfettamente omogenee nei quattro trimestri oggetto del bilancio.

Ad esempio nel primo trimestre avranno grande influenza gli effetti economici, patrimoniali e finanziari del calciomercato estivo. Nel terzo trimestre invece quello di gennaio e cosi via.

Fatte queste importanti premesse, passiamo ad analizzare il comunicato stampa pubblicato dalla Juventus il 13/11/07.

L’accento inizialmente viene subito posto sui ricavi, che vengono dati in diminuzione del 12,4%.
Il dato è giusto, se confrontato con il primo trimestre 2006/2007. I non addetti ai lavori penseranno che la riduzione dei ricavi sia ormai consolidata dalle note vicende, e incominceranno a rassegnarsi che non ci sono i soldi.
In realtà per l’esercizio in corso si prevede un incremento dei ricavi di circa 35/40 milioni, dovuti all’applicazione dei nuovi contratti Mediaset sui diritti TV (ennesimo lungimirante contratto della gestione Giraudo che ci rendera’ circa 110 milioni all’anno fino al 2010), per il raddoppio dei proventi dello stadio e per il ritorno alla normalità del contratto NIKE ai livelli pre-Farsopoli.
Senza contare gli ulteriori introiti straordinari provenienti dalla rateizzazione dei corrispettivi della vendita della Campi di Vinovo e delle relative concessioni commerciali.
Tutto ciò in soldoni equivalgono a circa 35/40 milioni di ricavi in più sul 2007/2008.
Questa considerazione appare evidente se si va a leggere il raffronto dei ricavi sul conto economico:

CONTO ECONOMICO
I Trimestre...........I Trimestre
2007/2008 ......... 2006/2007

3.125.679 .......... 1.252.346 .... Ricavi da gare
21.525.013 ....... 12.593.435 .... Diritti radiotelevisivi e proventi media
9.496.085 .......... 5.957.399 .... Ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità
16.592.291........ 38.083.905 .... Proventi da gestione diritti calciatori
3.072.271 .......... 3.569.345 .... Altri ricavi
53.811.339 ....... 61.456.430 ... TOTALE RICAVI

Come si vede i ricavi della gestione ordinaria (gare, diritti e sponsor) sono praticamente raddoppiati e a fine anno andranno ampiamente a compensare i minori ricavi da proventi gestione diritti calciatori (le cosiddette plusvalenze, lecite, per carità!!!) fino a stimare un saldo positivo di + 20 milioni circa.
Analogamente si nota l’aumento dei ricavi riferito ai diritti TV e quelli relativi agli sponsor.

La considerazione da fare è che, mentre i ricavi da plusvalenze lo scorso anno erano “straordinari” e causati dalle cessioni eccellenti, la normalizzazione della dinamica dei ricavi da gestione sportiva dovrebbe essere permanente e consolidarsi nel corso degli anni.
Lo stesso grande rebus dei diritti TV post-2010 appare meno preoccupante se si considera che la nuova legge fa scomparire di fatto il meccanismo della mutualità che attualmente prevede in ogni caso il ristorno alle altre squadre minori di una parte dei diritti incassati individualmente.
Le tabelle di ipotesi fatte circolare nei giorni precedenti all’accordo fatto in Lega confermano che i minori introiti dovrebbero essere complessivamente sostenibili.
Purtroppo però è chiara la forte dipendenza della Juventus da questo tipo di ricavi per cui la grande sfida degli anni futuri sarà quella di riuscire a diversificare le fonti e soprattutto incrementare quelle rivenienti dallo stadio e dal merchandising, vero punto debole della attuale gestione.
Sappiamo bene che Giraudo avrebbe voluto avviare un piano strategico che andasse proprio in questa direzione. Vedremo cosa ci proporranno i nuovi dirigenti.

Diamo ora uno sguardo ai costi operativi.
I Costi Operativi del primo trimestre dell'esercizio 2007/2008 sono complessivamente pari a € 45,5 milioni, in aumento del 15,6% rispetto a € 39,4 milioni del corrispondente periodo dell'esercizio precedente, e sono costituiti da:

I Trimestre ..... I Trimestre
2007/2008 ..... 2006/2007
valori in E/migliaia
Variazioni

743 ................ 700 .. Acquisti materiali, fornitura e altri approvv.ti
43
6.860 ............ 6.742 ... Servizi esterni
119
31.368 ....... 24.697 ... Personale tesserato
6.671
1.640 .......... 1.619 ... Altro personale
21
1.166 .......... 1.731 ... Oneri da gestione diritti calciatori
(565)
3.731 .......... 3.864 ... Altri oneri
(133)
45.509 ....... 39.353 ... TOTALE
(6.156)

In questo caso notiamo che gli unici costi che sono lievitati sono quelli per il personale tesserato.
Anche in questo caso bisogna considerare gli effetti della stagionalità e verificare su base almeno semestrale l’incremento degli ingaggi che, a mio parere, sul trimestre risente ancora di alcune poste relative ad emolumenti riferibili a calciatori ormai ceduti. Nella semestrale che verrà esposta ai primi di febbraio 2008 avremo il dettaglio di questa voce e potremo ipotizzare quindi la proiezione a fine esercizio.
La voce del risultato netto a mio parere non va neanche commentata proprio per i motivi di stagionalità e degli effetti fiscali contabilizzati nel trimestre. In considerazione di questi fattori ritengo il numero esposto poco significativo e assolutamente non indicativo di un ipotetico risultato di fine esercizio.
Dall’esame dell’ATTIVO di bilancio si notano alcune poste importanti.
In particolare notiamo la voce “Crediti verso società settore specifico per campagna trasferimenti” che complessivamente ammontano a circa 59 mln.
Questa cifra è l’ammontare delle rate che dobbiamo ancora incassare per le cessioni dei nostri calciatori effettuate l’anno scorso e quest’anno.
Analogamente tra i debiti ci saranno quelli che ancora dobbiamo pagare per gli acquisti fatti e che ammontano a circa 40 mln.
Come si vede, è facile capire che le vecchie cessioni finanziano ampiamente i nuovi acquisti anche in considerazione dei pagamenti dilazionati pluriennali; e questo ha come conseguenza diretta che nemmeno un euro dell’aumento di capitale è stato speso per il calciomercato.

L’analisi complessiva delle voci dei debiti e dei crediti delinea una situazione di sostanziale equilibrio. Ciò determina una circostanza molto importante. La Juventus praticamente non fa ricorso ai finanziamenti bancari seppure in possesso di linee di credito per complessivi 170 mln.
Non solo. Attualmente dispone di circa 22 mln liquidi sui c/c.
Tale situazione, che può sembrare virtuosa da un punto di vista assoluto, è la spia di una scarsa propensione per gli investimenti. In pratica pur in presenza di ricavi in aumento, di disponibilità liquide e di linee di credito, la strategia del management appare rinunciataria e minimalista, senza peraltro spiegarne fino in fondo i motivi.
Si nota quindi una sorta di “navigare a vista” che a parere dello scrivente potrebbe essere il segnale di possibili novità sul fronte societario.
D’altronde la pulizia di bilancio che ha compreso alcune operazioni di carattere straordinario (cessione definitiva Campi di Vinovo e Mondo Juve-Parco Commerciale) lascia ipotizzare l’intenzione di avere una azienda focalizzata sul core-business e senza risorse impiegate nella gestione non prettamente sportiva.
Tale scelta, lontana anni luce dalla politica di diversificazione che aveva avviato Giraudo e che avrebbe voluto ampliare proprio a partire dall’estate del 2006, contrasta con la priorità, citata in precedenza, di ridurre, in termini percentuali, la quota di ricavi provenienti dai diritti televisivi.
E’ ovvio che una società come la Juventus, con un brand dalle potenzialità ancora parzialmente inespresse, ha bisogno di fare scelte strategiche in merito alle questioni non propriamente calcistiche come stadio, marketing e merchandising.
In particolare la realizzazione del nuovo stadio e delle attività commerciali connesse, compreso anche la nuova Sede Sociale, assume un carattere di particolare urgenza proprio per sostenere la dinamica di incremento e diversificazione dei ricavi.
Anche il comportamento del titolo sul mercato è sintomatico di una mancanza di fiducia nell’operato del management.
Il titolo, dopo l’aumento di capitale, ha imboccato la strada del ribasso fino a portarsi sotto la soglia di 1 euro che equivale ad un valore di mercato della societa’di circa 200 mln che appare una cifra davvero modesta rispetto al valore reale del marchio, dell’avviamento e di tutto quello che gira intorno al nome Juventus.
Anche volendo fare ipotesi molto conservative il valore di una società come Juventus dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 mln che equivale ad un prezzo di mercato di circa 2,5 euro.
Perchè dunque il titolo non esprime tale valore? I motivi sono vari, alcuni chiari e palesi, altri un pò meno; di certo l’attuale management non gode della fiducia degli investitori.
Non solo. Anche l’atteggiamento tenuto dalla proprietà nel corso dei processi farsa del 2006 ha messo in guardia gli investitori dal fatto che INSPIEGABILMENTE si sia rinunciato a tutelare patrimonialmente l’azienda e gli azionisti.
E infine, come detto in precedenza, l’immobilismo di fronte all’urgenza assoluta di scelte strategiche sul futuro e sugli investimenti.
Un immobilismo talmente strano da far pensare che la responsabilità di tali decisioni possa essere affidata a qualcun altro .....

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