Un match point sprecato per Allegri

La Juventus fallisce un match point clamoroso all'Olimpico, facendosi rimontare in superiorità numerica contro una Roma che fino a 20 minuti dalla fine non era stata capace di produrre un singolo tiro in porta.
Un vero peccato per come si era messa la partita. Certo, alla vigilia ogni juventino avrebbe forse firmato per un pareggio, che avrebbe lasciato invariato il distacco e avrebbe dato alla Juve il vantaggio dello scontro diretto. M,a per come si era messa la partita, è stato un vero peccato non dare la mazzata al campionato e gestire le energie dirottandole verso altri obbiettivi, come la Champions e la Coppa Italia (trofeo che snobbiamo da ben 15 anni, fatta eccezione per la finale persa nel primo anno di Conte).
Ma analizziamo la partita. Allegri per questa sfida aveva già fatto capire le sue intenzioni dal modulo schierato in campo: il 3-5-2 è un modulo decisamente solido, nato per controllare le partite e ridurre al minimo gli sforzi della squadra, ad eccezione degli esterni, costretti al turno doppio (anche se c'è da dire che Lichtsteiner sembra non averne risentito, forse riacceso dalla vecchia rivalità con la Roma maturata negli anni laziali). Sebbene quindi il possesso palla sia stato per lunghi tratti a tinte giallorosse, i reali pericoli alla porta di Buffon non sono arrivati per ben 70 minuti. Atteggiamento quindi più che giusto, dato che in questo modo si è tolta alla Roma l'arma del contropiede.
Anzi, in questo modo sono stati i bianconeri quelli più pericolosi nelle ripartenze, sfiorando anche il gol in qualche occasione nei primi 45 minuti. La ripresa è poi iniziata sempre nello stesso modo, con la Juventus a gestire il pareggio e a tentare qualche affondo di tanto in tanto. Affondo che c'è stato a metà del secondo tempo, quando Vidal si è inserito magistralmente (confermando di essere decisamente più portato nel ruolo di interno di centrocampo che di trequartista) e Torosidis è  stato costretto ad atterrarlo, rimediando il secondo cartellino giallo e lasciando in 10 i suoi. Il successivo gol di Tevez sembrava aver regalato alla Juve un distacco incolmabile.
Purtroppo non è stato così.
La capacità di questa Juve di "resuscitare" i morti a fine partita, temporaneamente persa nella sfida col Dortmund, è riaffiorata prepotentemente in questa. La Roma si è spinta in avanti a testa bassa e gli uomini di Allegri, invece di colpire in contropiede, sono andati un po' nel panico, Chiellini soprattutto, che dopo Dortmund sembra aver perso un po' la via di casa. È necessario più che mai che torni in sé, soprattutto a due settimane dallo scontro al Signal Iduna Park. Certo, potremmo dire che Keita probabilmente abbia commesso fallo su Caceres in occasione del gol, o che Orsato nell'ultimo quarto d'ora non abbia mai fischiato un fallo contro la Roma.
Ma noi siamo la Juve, e non ci piace trovare scuse fuori dal campo. Prova ne sono le facce e le interviste a fine gara: per un Garcia che torna a macchiarsi di hybris, affermando che la Juve ha effettuato un solo tiro in porta, e per un Liguori che addirittura si ritiene soddisfatto per aver pareggiato (quando la Roma aveva l'obbligo di vincere) fa da contraltare un Tevez "incasado" e un Marchisio funereo, che respinge ogni complimento fattogli dallo studio di Sky. Anche Allegri, la cui colpa più importante è quella di aver tardato coi cambi e non essere riuscito a ridare compattezza mentale alla squadra, ha fatto capire che questo mezzo passo falso obbligherà la Juventus a rimanere ancora concentrata sul campionato.
Poco importa ora comunque: guardando il bicchiere mezzo pieno, la Juventus mantiene il suo distacco di 9 punti dalla Roma, ha lo scontro diretto a favore, e nelle prossime 6 partite 4 saranno in casa, mentre la Roma dovrà ricevere il Napoli di Benitez, intento a rincorrere il secondo posto che darebbe l'accesso diretto alla Champions League. Inoltre le energie spese dalla Juventus sono state poche, mentre a fine partita erano diversi i giocatori della Roma a terra esausti.
Adesso tocca alla Fiorentina e non ci sono discussioni: bisognerà onorare anche questo impegno.
 
P.s.: a proposito della curiosa statistica che ritrae Orsato a non fischiare nulla a sfavore dei giallorossi negli ultimi quindici minuti, vale la pena citare la giustificazione che ne dà Bergomi:
"Quando le partite sono così belle Fabio, io capisco l'arbitro che decide di farle giocare, anche se qualcuno commette dei falli... non che lo giustichi, però lo capisco". Il tutto mentre il replay mostrava l'intervento killer di Iturbe ai danni di Coman.
Non c'è che dire, ora abbiamo capito chi sponsorizza Beppe presso Sky: la crisi in Italia è forte, ma l'azienda produttrice del Maalox ha trovato un modo per non andare in perdita.