I dieci motivi per cui quest'anno ci credo

juvediumbertoL’inizio di campionato della Juventus di Conte lascia ben sperare. Le tre vittorie e i due pareggi conseguiti in queste prime giornate collocano infatti la squadra al comando della classifica. E’ stata in particolar modo la vittoria ottenuta contro il Milan ad accendere gli entusiasmi fra i tifosi e ad accreditare la squadra, fra gli addetti ai lavori, come una seria candidata allo scudetto. Si sprecano anche i confronti con la prima Juve lippiana, che anch’essa aveva iniziato con tre vittorie e due pareggi il primo campionato che avrebbe poi portato al titolo apripista di una stagione di successi. Ma voltandosi un po’ meno indietro ci si accorge che sono state talmente tante le scottature che si è beccato il tifoso juventino negli anni post Calciopoli che, oggi più che mai, sarebbe necessario essere prudenti e assecondare la crescita della squadra senza quei voli pindarici che solitamente appartengono a ben altre tifoserie.

Era stato un ottimo inizio anche quello della Juventus appena tornata in serie A nel campionato 2007-2008, quella dei “cinque samurai” rimasti in bianconero nonostante Calciopoli. Era il primo anno con Ranieri in panchina. Cinque gol al Livorno all’esordio, poi vittoria a Cagliari sfoderando gli attributi nonostante una direzione di gara penalizzante, quindi la sconfitta casalinga con l’Udinese e il pareggio a Roma contro Totti e compagni, seguito dalla netta vittoria contro la Reggina. Tre vittorie un pareggio e una sconfitta, non male per una neopromossa anche se sui generis. Poi sarebbe arrivata la vittoria all’ultimo secondo nel derby grazie ad una prodezza di Trezeguet, in un campionato poi destinato a svoltare malamente nella trasferta di Napoli, alla nona giornata, con l’arbitro Bergonzi capace di inventarsi due rigori per il Napoli e di condannare così i bianconeri alla sconfitta. Al minimo dubbio gli arbitri ci fischiavano contro per “farci ripagare” Calciopoli, quasi l’avessimo fatta franca come qualche altro.

Promettente anche l’avvio della stagione successiva. Alla prima la Juve, in superiorità numerica, a Firenze si faceva raggiungere sul pareggio quasi allo scadere, ma poi regolava Udinese e Cagliari, prima che prendessero piede le prime polemiche per i due pareggini contro Catania e Sampdoria, e con esse l'accusa mossa a Ranieri di non saper osare abbastanza. Comunque si trattava di due vittorie e tre pareggi, per una squadra che in seguito avrebbe perso in casa con Palermo e Napoli, ma poi sarebbe stata protagonista di una buona parte centrale di campionato, prima di crollare in primavera, riuscendo comunque a conquistare il secondo posto dopo aver avvicendato Ranieri con Ferrara nelle ultime due giornate.

La Juventus di Ciro, nel campionato 2009/10, ebbe un inizio spumeggiante finché riuscì a schierare tutti i titolari del 4-2-3-1 con Sissoko e Felipe Melo in mediana, con Camoranesi, Diego e Giovinco a imperversare sulla tre quarti e Iaquinta di punta. Quattro vittorie iniziali contro il Chievo, in trasferta contro Roma e Lazio, quindi contro il Livorno. Anche alla quinta la Juve bene impressionò pareggiando a Marassi contro il Genoa, pur danneggiata per alcune errate valutazioni arbitrali. Comunque sia il ruolino non fu niente male con quattro vittorie e un pareggio. Poi la fine del sogno: il pareggio subito all’ultimo minuto nella gara casalinga contro il Bologna a causa di un errore in disimpegno di Felipe Melo e la sconfitta di Palermo raffreddarono bruscamente gli entusiasmi per la Juventus “brasiliana”.

Il peggior inizio post Calciopoli è toccato l’anno scorso alla Juventus di Delneri: sconfitta a Bari, pareggio casalingo contro la Sampdoria, vittoria in trasferta a Udine, prima di crollare all’Olimpico contro il Palermo e vincere contro il Cagliari. Bilancio mediocre con due vittorie, un pareggio e due sconfitte per una Juve che, nonostante i tanti infortuni, seppe comunque riprendersi e giocare un campionato all’altezza fino alla pausa natalizia: la resa sarebbe arrivata a gennaio, a causa di una formazione allestita con troppa leggerezza in estate e senza adeguati ricambi.


Considerato questo excursus delle ultime stagioni la Juventus di Conte si colloca giusto in mezzo fra l’inizio di campionato più speranzoso della Juventus di Ferrara e quello più problematico della squadra allenata da Delneri.

Qual è quindi la motivazione dell’ottimismo che si respira intorno alla Juventus quest’anno ? Scopriamolo in dieci punti.

1) La scelta dell'allenatore. Antonio Conte ha riportato un grande entusiasmo in tutto l’ambiente bianconero per i suoi trascorsi da giocatore uniti alla forte personalità dell’uomo.
2) La duttilità di Conte. Arrivato con la nomea di essere troppo rigido sul modulo tattico applicato alle sue squadre, Conte ha subito dimostrato invece di essere molto duttile, ruotando gli effettivi secondo le circostanze tattiche che si possono presentare nel corso dell’incontro.
3) Squadra in crescita. Molte frecce nell’arco di Conte attendono ancora di essere scagliate proprio in quella zona del campo dove il 4-2-4 dovrebbe fornire un valore aggiunto a livello di qualità, ovvero gli esterni alti (Elia, Estigarribia).
4) A gennaio ci si rafforza. Certamente a gennaio il sacrificio di qualche attaccante di troppo (Iaquinta? Amauri?) e di qualche elemento poco ricettivo rispetto ai dettami tattici richiesti dall’allenatore (Krasic?) consentiranno di colmare le lacune di tecniche palesate fino a questo momento (mancano soprattutto un centrale difensivo e un esterno basso a sinistra), potendo cogliere eventuali opportunità offerte dalla finestra di mercato invernale;
5) L’asse Pirlo-Marchisio. L’inserimento di Pirlo nell’undici titolare è stato ottimo. Il campione bresciano ha saputo da subito prendere in mano la squadra imponendosi dall'inizio come fulcro del gioco. Accanto a lui anche il rendimento di Marchisio è migliorato. C’è grande affinità fra i due che costituiscono, insieme a Vidal e a Pazienza, un reparto centrale che è forse il più forte e il meglio assortito della serie A, specie se rapportato all’unico impegno del campionato;
6) Il nuovo stadio. Lo Juventus Stadium si è presentato come l’arma in più della squadra bianconera. Lo stadio all’inglese, con gli spettatori vicinissimi e senza barriere, permette al pubblico di sostenere e spingere la squadra come se si trattasse veramente di schierare l’uomo in più. Difficile stabilire a priori quanti punti in più in classifica possa dare un impianto del genere, ma è chiaro che si tratta di un valore aggiunto importante.
7) C'è solo il campionato. Il risvolto positivo di non giocare le coppe sta nel poter preparare ogni incontro di campionato nel modo migliore, a differenza delle principali antagoniste impegnate spesso nel turno infrasettimanale di coppe.
8) Le debolezze altrui. Rispetto al recente passato le squadre milanesi, principali antagoniste, appaiono indebolite per non aver provveduto a rinnovare rose vecchie e usurate e, nel caso dell’Inter, per aver perso un giocatore decisivo come Eto’o senza averlo adeguatamente sostituito. Il solo Napoli, fra le squadre di vertice, appare rafforzato rispetto al recente passato.
9) Andrea Agnelli. Dopo le sofferenze seguite a Calciopoli, Andrea Agnelli ha riconsegnato al popolo bianconero l’orgoglio di sentirsi juventini. Partito per sistemare una Juventus “scassata”, come successe a suo padre Umberto oltre cinquant’anni fa, ha tribolato il primo anno mettendo in cantiere anche l’esposto su Calciopoli che, seppure a scoppio ritardato, sta doverosamente compiendo quel percorso necessario per riuscire prima o poi a riavere indietro gli scudetti 28 e 29 conquistati sul campo.
10) Corsi e ricorsi storici. Sarò forse un inguaribile romantico o un semplice illuso, ma i due settimi posti consecutivi delle precedenti stagioni assomigliano terribilmente ai due noni posti consecutivi delle annate 1955/56 e 1956/57. L’anno successivo, al secondo anno di presidenza, arrivò lo scudetto della prima stella per la Juventus di Umberto Agnelli. Uno scenario straordinariamente simile a quello in cui si sta muovendo suo figlio Andrea. Se è vero che la storia è fatta di corsi e ricorsi, pensare che quello in corso possa essere il campionato della terza stella viene da sé. Questa sì che sarebbe la chiusura del cerchio.