Il più grande spettacolo dopo Zidane siamo noi/6

MarchisioIl romanzo :-)* della nostra vita.

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

E' big match. E come sempre in questi casi El Borchokè si presenta al bar poi non così distante da Torino in anticipo, come il Cannavaro dei tempi d'oro, per ciaccolare in libertà col Danton, che lui vede un po' come un padre spirituale. Questo sabato trova il Dante in giacca a vento, smadonnante, intento a staccare dalla porta d'ingresso del bar un manifesto abusivo. Vi si legge:

VORREI MORIRE COSI'
Il quarto uomo alza il tabellone elettronico: 2 minuti di recupero. Inspiegabilmente al 95simo ancora non fischia. Zanetti si invola sulla fascia destra, Chiellini entra disperatamente a gambe unite con entrambi i piedi a martello, prende tibia e perone e il capitano di mille battaglie si abbatte al suolo. Sembra subito evidente a tutti che bisognerebbe quantomeno fermare il gioco. La sfera finisce sui piedi di Vidal che, accortosi del possibile infortunio, parte immediatamente in contropiede. 96esimo abbondante. Vede Matri in leggera posizione di fuorigioco: circa 7 metri. Parte il lancio. Il guardalinee guarda ancora sconvolto Zanetti e non si accorge di nulla, idem l'arbitro, idem il quarto uomo. La palla rimbalza tra Castellazzi e Matri. Matri anticipa Castellazzi e l'appoggia in rete col dito medio. Esulta. 0-1 e triplice fischio di Moggi. Paolillo scende dalla tribuna, rincorre l'arbitro in campo gridando che quel fallo l'aveva visto pure Marotti. Conte gongolante ai giornalisti: "Gol regolare, bravo l'arbitro". Titolo Gazzetta dello Sport: "Ecco come truccano le partite".

"E' stato il Ragno!" commenta El Borchokè, con l'orgoglio meschino tipico del delatore. "E che non lo so? Stasera mi sente" risponde il Danton, mimando uno scappellotto. Il Ragno è un ragazzo di origini palermitane, educato e sensibile, che però, stravaganza, da quando acquistammo Martinez, si è fissato sul fatto che Marotta e Moratti siano la stessa persona (il sig. Marotti), e impiega il suo tempo libero a collezionare articoli di giornale e visure camerali per dare sostegno all'astrusa teoria. Dà di matto quando si tratta di Inter, il Ragno.
Ragno, mica che è brutto, è che è fortissimo in porta, dice lui. Dice, perché quella partita a calcetto, che finalmente svelerebbe al bar intero chi di calcio davvero non capisce un cazzo, sempre "la dobbiamo fare" ma ancora, dopo 114 anni di bar, non è stata disputata. Tutti volano basso, ci mancherebbe: il Rozzangelo si definisce un Platini "col tunnel facile", il Killer sostiene di possedere il gusto del dribbling di Maradona, El Borchokè parla di sé stesso come "un centrocampista totale che ancora non hanno inventato". A troncare tali promettentissime carriere, come al solito, un catastrofico infortunio ("Ringrazio Dio ogni giorno per essere tornato a camminare" / "Si parlava di amputazione") o una conturbante femme fatale ("Quella troia..." / "Che poi sarebbe diventata mia moglie"). Il Ragno vanta un'imbattibilità eterna. Mai preso un goal in carriera. Poi è stato costretto a smettere perché "stava sul cazzo alla Mafia".
E così, ore 20.30 circa, bar pieno, El Borchokè, mentre per l'ennesima volta mostra le stimmate - una cicatrice lunga 18 cm sulla gamba sinistra che i malevoli sostengono essersi procurato cadendo in bicicletta mentre era ubriaco -, si lascia prendere dai ricordi: "L'Inter mi aveva proposto un provino, ma io, gobbo vero, ho rifiutato."
"E si vede che non hanno mai capito un cazzo. Mai nella storia" si presenta lo Schizzato, che ha mantenuto fede alla promessa di non portarsi dietro il cugino coprolalico. Scrosciano gli applausi.

Alba Chiara
Lo Schizzato appartiene alla fazione diametralmente opposta a quella del Ragno: a morire pazzi devono essere sempre e solo loro. Sempre e comunque, quindi, ostentare superiorità, indifferenza e poca considerazione per i poveretti: "Stasera partita interlocutoria in vista del big match con il Napoli. Dante, ma dove è finito il flipper? Mi andava proprio una partitina..." dice, mentre la tv mostra un ciclopico striscione dei tifosi interisti: "Io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato", che gli altri accolgono con la stessa serenità di un'offesa alla sorella. L'inquadratura passa su Ranieri. Pernacchie e risa di scherno. Lo Schizzato biasima: "Gente senza memoria storica. Ricordatevi cosa ha fatto a Parma. Per una salvezza insperata, è il migliore." Obiettivo su Moratti e consorte. Il Rozzangelo si alza e affronta a brutto muso il Mivar, sussurrandogli minacce e puntandogli il dito in faccia ("i cristalli liquidi, perdinci!").
L'Inter parte forte, proiettata all'attacco, e trova un paio di occasioni goal: un tiro al volo di Cambiasso e un prezioso tacco di Pazzini. "Se va avanti così, questo Pazzini, finisce che lo compra una 'grande'" sospira lo Schizzato, mentre il Rozzangelo si sbottona tutta la camicia. La Juve, sorniona, con tre passaggi va in porta. Matri allarga per Lichtsteiner, cross basso dello svizzero, ancora Matri in anticipo spara su Castellazzi che respinge corto, arriva Vucinic e la schiaffa dentro. Uno a zero. Manicomio. Dalle file laterali si alza il coro dei fan di Vucinic, sulle note di Alba Chiara: "La passi svogliatamente / non ti frega niente / se devi insaccare il pallone** / ti piace fumare / ma devi anche farla girare!" E' croce e delizia il montenegrino. Il Killer ne sottolinea la peculiarità: "La mette solo in queste partite qua!" Categorico lo Schizzato: "Questa è una cazzata, Killa. E' un grande anche nelle partite importanti, vedi Milan".
La Juve insiste e crea occasioni, ma viene su l'Inter e pareggia con Maicon. Il Ragno e il Rozzangelo rimangono catatonici, con l'espressione assente di una bambola gonfiabile. Il Giulietto si alza su inviperito e rinfaccia a tutti che su Buffon lui ci ha visto giusto. Si litiga, furiosi, neanche fossimo in televisione. E ancora Inter: traversa di Pazzini. Il Rozzangelo si cappotta con uno sfortunato Fosbury che spezza lo schienale della sedia. "Oh, questa saranno stati sei metri e mezzo! Bubka suca!" esulta lo Schizzato, impegnato in una personale di salto in alto dell'arachide con pappata finale.
Un minutino, Marchisio-Matri-Marchisio e supergoal. Due a uno. Manicomio criminale. High-five che spezzano falangi. Abbracci che incrinano costole. Baci che incrinano solide identità sessuali. Il Rozzangelo si tuffa sul pavimento a m' di capodoglio spiaggiato, e gli altri tutti sopra a fare la pila. Rialzarsi e poi guardarsi con sospetto. Lo Schizzato, divertito, scuote il capo: "Neanche giocassimo contro il Barça".
E' delirio. Pirlo disegna un Picasso di lancio per Marchisio, che viene abbattuto da Castellazzi in area di rigore. Rigore e espulsione. Rizzoli è di parere contrario. Niente di niente. Si potrebbe affrontare il tutto con amara ironia, ma prevale la bile. Occhi fuori dalle orbite, bava alla bocca, pugni sui muri. "Dammi il quadratone, cazzo!" sbotta lo Schizzato, che sta simulando una partita a Tetris sul telefonino. Il Ragno sogghigna, pensando a quanto è bizzarra la vita.

Fosse stata una partita importante...
Il secondo tempo è roba che neanche una discoteca di schizofrenici. Un casino impossibile, e nessuno che rivolga la parola all'altro. Ognuno avvia propri personali dialoghi con persone lontane: Dio, Pirlo, Rizzoli. E poi Conte, Estigarribia, Del Piero. Parole dolci, esortazioni, consigli paterni. Insulti, sgridate, cacciate da casa. Lo Schizzato, intanto, continua la sua performance da tranquillone: prima inscena una telefonata con uno zio di Viterbo che compie gli anni, poi brandendo il Tuttosport asserisce convinto che tra Bennet e Scavolini sarà decisivo chi prende più rimbalzi e infine studia minuziosamente la "locandina" dei gelati: "Ah, il Croccante all'Amarena lo fanno ancora?"
Si soffre che si soffre, ma il risultato non cambia. Due a uno. Come sempre, quando conta. Grande Juve. Grazie Juve. Forza Juve. Giuveeeeeentus.
Per la prima volta, il paragone con la Juve pre-Calciopoli si può fare. Tanto più che lo fa il Killer che, se lo avessi fatto tu, sarebbe stato il primo a mazzolarti: "Pepe è un Di Livio che crossa peggio ma corre il doppio adattandosi a fare di tutto. Uno così un posto in squadra lo troverà sempre. Bonucci con qualche amnesia e la deviazione sul gol, ma in grande crescita soprattutto in fiducia. Ricordiamoci che Lippi riuscì nell'impresa di rivitalizzare un Porrini che, costato moltissimo, era ai margini. Potenza del gruppo. Barzagli bene bene, una specie di Massimo Carrera 94-95 trasportato ai giorni nostri: da emarginato a leader difensivo." Il Dottore acconsente e ricarica: "Capolavoro di Conte. Possesso palla al 53% in casa loro. L'Inter, a parte il gol, ha avuto una sola occasione con la traversa di Pazzini, che francamente è parso l'unico giocatore pericoloso. In parte lo è stato anche Zarate che, ovviamente, Ranieri ha visto bene di togliere subito per inserire un 19enne. Un grande allenatore, per noi. Noi, grandissimi in tutto, anche Del Piero, che alla fine è stato utilissimo, gol sbagliato a parte. In ombra Pirlo che ha esagerato con sti cazzo di palloni tenuti a bordo area. Comunque un 6 glielo do ugualmente perché lo amo troppo. E amo, fisicamente, mentalmente, platonicamente, passionalmente, in tutti i sensi il signor Vidal. Grande giocatore, personalità ipertrofica e quella gambetta che sembra il gancio di un pescatore. Lui la infila e qualcosa tira sempre su. Se acquista un poco di lucidità in più è un top assoluto. Infine grande Inter! Preparatevi al fallimento del signor Moratti: fuori dalla Champions, si spera con uno scudetto in meno e altri 100 e fischia milioni da ricapitalizzare. Benvenuto nel mondo reale."
Lo Schizzato continua con il suo one-man show: "I soliti sguaiati buzzurri. Non vedo cosa ci sia da fare tutto questo baccano, abbiamo vinto contro degli sfigati, mica c'è da bullarsi. Una cosa, piuttosto: finalmente vinciamo anche contro le provinciali, è così che si portano a casa i campionati." Poi l'uovo si fa pelosissimo. Pirlo: "Se ad un inizio di grande livello, certamente un po' sopravvalutato per colpa di anni di drammatica astinenza in quel di Torino di talenti veri, ma comunque di grande livello, deve seguire la spocchia indisponente delle ultime apparizioni - che solo per buona sorte non ha generato danni irreparabili -, il nostro mister farà bene a toccargli il tempo." Vucinic: "Benino, direi, anche se a coprire vale poco più di Krasic e, come al solito, ha ciccato un match-point tirando la solita scoreggia in mano al portiere." Del Piero: "Gol sbagliato à la Darko Pancev." Matri: "Se avesse la qualità sarebbe Gianluca Vialli, ma, fosse stata una partita importante, quando ha sbagliato la giocata contro Lucio nel primo tempo finendo in bocca a Castellazzi, e quando ha litigato con il pallone nella ripresa senza riuscire a dare a Marchisio un pallone facile facile per presentarsi a tu per tu con il portiere, anche il Billa si sarebbe vergognato di avere un cugino capace di dire certe cose in pubblico."
Infine un auspicio: Paolo Montero come Team Manager.

Andiamo a trote!
Stasera, però, non finisce qui. Il Rozzangelo vuole andare a festeggiare a Milano e organizza una carovana di clacsonatori compulsivi. Il Killer gli scompagina i piani, mettendo insieme in quattro e quattr'otto una squadraccia di suonatori di pentole che deve impedire il sonno al fratello interista. El Borchokè, che è un comodone, spinge per una ciucca collettiva al bar poi non così distante da Torino: "Serrande abbassate e open bar!" Il Danton gli leva dalle mani il Negroni agli sgoccioli e presenta il conto: 44 euro. Con fare untuoso, allora, El Borchokè recupera lo strappo col Rozzangelo e si dirige in sua compagnia verso Milano ("magari facciamo una puntatina al Basso, eh Anghel?"). Rozzangelo, Ragno, Dottore e Borchokè. Disastri.
Lo Schizzato no: "Io domani sveglia all'alba! Pesca in montagna, cari i miei alcolizzati!" Lascia che sciamino via tutti, ognuno a rincorrere i suoi guai e, finalmente solo, prende la porta e esce anche lui. Si guarda intorno, e la strada è deserta. Si incammina verso la sua macchina e sente di avercene troppa nelle gambe. Allora corre, corre forte, come saranno anni che non corre così forte, arriva al traguardo in ginocchio a pugni serrati verso l'alto e scuotendo le braccia grida: "Sìììììììììììììììììì!!!"
Il Danton ha appena depositato la spazzatura solo dieci metri più avanti. Ha visto tutto, e vorrebbe quasi quasi abbracciarlo. Lo Schizzato, però, poi, è uno che si imbarazza. Il bar custodirà un altro segreto.

9^Giornata - Sabato 29 ottobre 2011 - Ore 20.45
INTER-JUVENTUS 1-2
INTER (4-3-1-2): Castellazzi; Maicon, Lucio, Chivu, Nagatomo; Zanetti, Cambiasso, Obi (64' Stankovic); Sneijder (78' Alvarez); Pazzini, Zarate (46' Castaignos) (Orlandoni, Cordoba, Jonathan, Milito). All Ranieri.
JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Marchisio, Pirlo; Pepe, Vidal (89' Pazienza), Vucinic (84' Del Piero); Matri (70' Estigarribia) (Storari, De Ceglie, Elia, Quagliarella). All. Conte.
Arbitro: Rizzoli
Reti: 12' Vucinic, 28' Maicon, 33' Marchisio
Ammoniti: Bonucci (J), Vidal (J), Chiellini (J), Pepe (J), Pirlo (J), Chivu (I), Sneijder (I)

* Emoticon
** Esiste anche una versione, assai più poetica, à la De Gregori, che recita "se devi tirare un rigore". Tale versione ha il titolo ufficiale di "Manleva calcistica dell'83"