Alta filosofia: l'imbattibilità

cessoIl bar sport vive di tormentoni, come una radio nel mese di agosto, e il giornalismo sportivo italiano altro non è che la versione grammaticalmente corretta (a volte) del bar sport. Così, in un campionato grigio e piatto, senza un padrone assoluto da venerare ma semmai con la vecchia Juve da sopportare, lì in cima dove non era previsto che fosse, per trovare qualcosa da dire che non sia "rigore netto per il Milan" o "rigore clamoroso non dato contro la Juve", viene buona la storiella dell'imbattibilità. Poca ciccia, ne converrete, ma datela da masticare alle redazioni sportive e qualcosa in un modo o nell'altro salta fuori. Poi ci sono anche certi tifosi, eh, perché "Primi e imbattuti" è un altro refrain che in giro spopola da un bel po', tra gli avventori con la sciarpa bianconera al collo. Ma questa imbattibilità cos'è? E' davvero così importante? E' qualcosa di cui bullarsi, o un orpello di cui liberarsi? E' l'I-phone di ultima generazione o una cianfrusaglia retrò tirata fuori da un vecchio baule, residuato dei tempi di Paolo Valenti quando una vittoria valeva due punti?
Né una cosa né l'altra, probabilmente. Si balla sempre tra la prima Juve di Lippi (1995) e il Perugia di Castagner (1979), e in mezzo ci finisce di tutto. Una vinse il campionato perdendone 7 su 34, ma pareggiandone solo 4, l'altra vinse al massimo il premio simpatia pareggiandone 19 su 30, ma non perdendo mai. Quindi una cosa la possiamo dire: nel calcio, in quello da due come in quello da tre punti, per vincere bisogna, appunto, vincere, non pareggiare. E fin qui ci arrivava pure Catalano. La Juventus oggi è prima, un punto sopra il Milan. 10/8/0 lo score di Conte, 11/4/3 quello di Allegri. Fanno 38 a 37, e alla fine è quella l'unica cosa che conta. E l'imbattibilità? Contorno, succulento per cazzeggiare cinque minuti al bar o riempire una colonna in più sul quotidiano ma, appunto, contorno. Poi però trovi anche il tifoso che esagera dal lato opposto, mica solo quello compiaciuto di essere "primo e imbattuto", come se essere "imbattuto" portasse qualche punto in più. C'è quello del "perdiamone finalmente una, così la finiamo con 'sta storia dell'imbattibilità". Eh no, frena. Non è che ne perdiamo una e, oplà, vuol dire che non pareggiamo più ma iniziamo a vincerne 9 di fila, e poi un'altra sconfitta. Fosse così, la firma la metto subito. Che alla fine quelli che contano sono i punti, e 9/0/1 fa 27, mentre, per esempio, 6/4/0 fa 22. Ma dov'è scritto che questa Juve, che naviga ancora pericolosamente sul bordo di una mentalità ritrovata, se ne perde una poi non pareggia più, o pareggia di meno?

Domanda chiave: il tormentone dell'imbattibilità quanto incide sulla squadra e quanto sui tifosi? Secondo me molto più sui secondi che sulla prima. Sia su quelli che ne fanno una medaglietta da esibire sul bavero, sia su quelli che si illudono che perderne una sia la ricetta magica per non pareggiare più. Sulla squadra, invece, secondo me incide zero, a parte qualche dichiarazione fatta più per accrescere l'autostima personale che per altro. Qualcuno pensa seriamente che questa Juve giochi le partite per mantenere l'imbattibilità piuttosto che per vincere? Avendole viste tutte, a me sembra proprio il contrario. Non ho visto una partita dove la squadra abbia giocato per il pari, ma ne ho viste 18 in cui ha giocato per vincere, dal primo all'ultimo secondo. Poi arrivano i pareggi, e ne sono arrivati diversi. Ma sono il frutto dei limiti che questa Juve ancora ha, non certo di una volontà programmata: non chiude le partite, si specchia troppo nel palleggio a scapito della cattiveria, manca di un vero killer d'area come di un fuoriclasse che ti vince la partita da solo quando gli altri 10 non ce la fanno. Poi ne abbiamo portati a casa alcuni, di pareggi, che potevano essere sconfitte: a Napoli, a Roma, a Catania. E comunque sia, al netto del cazzeggio su imbattibilità si/imbattibilità no, "è la somma che fa il totale", diceva Totò: e il totale è 38 a 37, non è che chi pareggia di meno in questo campionato sia volato via. Anzi, ce n'è un'altra che ha pareggiato ancora meno: 10/2/6, totale 32. E' lo score dell'Inter, e sfido chiunque a invidiarlo.
E allora? Allora "primi è imbattuti" è come dire "primi e con gli occhi azzurri", oppure "primi e con l'alito di menta". Primi e basta, in un campionato più equilibrato di quelli precedenti, dove persino l'Inter che a novembre era in zona retrocessione a gennaio è tornata in corsa. E così sarà probabilmente fino alla fine. La prossima partita? Meglio vincerla, e se non la vinciamo meglio pareggiarla. Massimo Catalano era della Juve.