Qualcuno deve pur dirlo...

tifosiEro allo stadio. Non so che partita si sia vista in tivù, però dal 25' del primo tempo abbiamo cominciato a declinare.
Siamo arretrati di 20 metri e si vedeva che la paura di vincere era grossa come una casa, in primis in Conte.
Con il Lecce in dieci avrebbe dovuto togliere subito Caceres per inserire Giaccherini, mentre Quagliarella sarebbe dovuto uscire già nell'intervallo.
Dopo il vantaggio Quagliarella e Vucinic hanno cominciato a farsi i passaggini che sembravano due veterani alla fine di una carriera in cui hanno vinto tutto. Caceres è stato sotto tono, le punte pure. La mancanza di De Ceglie è stata una mazzata micidiale.

L'atmosfera sugli spalti era pessima e continuavo a sentire che prima o poi ci avrebbero fatto pagare la nostra cronica sterilità offensiva. Dopo il rocambolesco pareggio del Lecce i cervelli dei nostri si sono spenti completamente. Nonostante i passaggi sbagliati e la frenesia, l'unico che cercava di fare qualcosa era Pirlo, che animava i compagni e sbraitava con tutti.
Lichtsteiner aveva la stessa faccia di Baggio coniglio bagnato, Del Piero è entrato ma è come se non ci fosse stato, Vidal si è perso, Marchisio anche. Matri è stato uno dei pochi a battersi e a fare profondità.

Detto questo, non mi sono piaciute le parole di Conte in conferenza stampa, non tanto quelle sul Verona, ma quelle sulle "chicche" che dovrebbe tirare fuori a fine campionato. Questo è un atteggiamento perdente. Se ne hai da tirare fuori le tiri fuori al momento giusto, e prima te ne stai zitto. Se sei furbo vai in sala stampa a sparare quattro banalità di circostanza e non a dire cose che fomentano altro nervosismo.

L'impasse caratteriale è stata devastante, non dico che sia colpa di Conte, anche perché certi giocatori non sono abituati a queste pressioni e lo hanno pagato.

Cosa che mi è piaciuta ancora meno è la spocchia dei tifosi juventini. Su Facebook, ad esempio, è da settimane che è pieno di "salutate la capolista", "terza stella", "30° scudetto", "Bonucci pallone d'oro", ed altre amenità del genere. Senza contare vignette satiriche di zebre che sodomizzano diavoli e quant'altro. Poi arriva Tuttosport con l'apocalittica gufata da toccarsi le parti basse per mesi: quella della maglia dell'anno prossimo e i titoloni con le tre stellette.

I giocatori non sono macchinette, leggono i giornali, leggono i social network. Il clima si era fatto troppo trionfale, e questo è un limite congenito della juventinità, un limite che abbiamo pagato in molte, troppe occasioni. Anche allo stadio prima della partita, e pure durante, si respirava questo clima: gente continuamente in piedi a fare le foto coi telefonini, bambinotti che correvano di qua e di là a chiedere 'quando entra Del Piero', tutti che ridono quando le curve gridano "merda" ad ogni rinvio del portiere avversario. E' un'atmosfera di rilassatezza vomitevole, ma percepibilissima.

La migliore notizia di ieri sera è la salvezza del Cagliari. I giocatori del Cagliari col cavolo che oggi pensano alla Juve, semmai ci pensano giusto sabato sera. Erano terrorizzati e la salvezza raggiunta li mette in una posizione di tranquillità. Se avessero avuto bisogno di un punto domenica, sarebbe stato un disastro, viste le nostre condizioni psicologiche. Se ritroviamo la nostra convinzione e li aggrediamo, dopo mezz'ora mollano.

Qualche speranza la riservo anche per l'Inter, soprattutto se la Roma batterà il Catania, come credo, lasciandoli con il rischio concretissimo di restare fuori da tutto. Una speranzella la metto anche su Bologna e Genoa che affrontano Napoli e Udinese, anche se credo che il Napoli vincerà facile. Risultati diversi renderebbero invece il derby infuocato.