Spirito Olimpico/1 Beatrice va allo Stadium, il Coni a Zemanlandia

StadiumLa copertura dello Juventus Stadium si dimostra sensibile al fascino allegorico della poesia medievale e nel pre-partita accoglie le furiose lacrime di Beatrice rinfrescando gli accaldati spettatori con gradevoli spruzzi e inquietanti cascatelle. Chi si è lasciato sorprendere da Beatrice ai tornelli si presenterà sulle gradinate in condizioni raccapriccianti, tipo passeggero Costa Crociere che approda al Giglio dopo aver mancato la scialuppa.
Il popolo della Juve non risponde all’appello della prima di campionato come l’anno scorso, quando c’era la novità: ci sono diversi spazi vuoti, ma l’incitamento è fragoroso. I cori contro Palazzi e Zeman sono un atto di stanco omaggio a questo campionato squattrinato e obsoleto come le goffe polemiche anni ‘80 estorte a ripetizione dai media romani all’icona anti-juve boema e, in questi giorni, pure a “in panchina” Carrera (bella la scelta di far annunciare allo speaker “Allenatore Antonio Conte! in panchina Massimo Carrera!”). Per il resto, tifo “a favore” e sottolineature entusiastiche per le giocate migliori; fair play? diciamo la consapevolezza che gli altri, tutti gli altri, stanno sotto. Da Parma poi non è che arrivi chissaché: il settore ospiti è semivuoto e più che del Parma sembrano quelli del Pergocrema in trasferta al Bentegodi.
C'è gente che passa il tempo a riprendere e fotografare; viviamo un'epoca in cui la semplice visione oculare di una partita dal vivo, senza (brutti) duplicati digitali, è un'esperienza incompleta. Impressionante la quantità di magliette bianconere, anche se c’è un po’ di confusione con le stelle: t-shirt con una, con due, con tre stelle; lo Juve store prima della partita era un brulichio invivibile e per la personalizzazione c’era una coda seconda solo a quella per il J-Museum. #Sapevatelo se v’illudete di abbinare la partita con una visita al Museo. Piuttosto, per gli amanti del prosecco, si consiglia una tappa al café dell'area 12 dove servono porzioni maxi di spumante, un paio di giri e sembra di essere a Capodanno. Approfittatene prima che il padrone ponga freno alle mani bucate dei baristi.
La partita? Non si è mai avuta nemmeno la vaga impressione che il Parma potesse rappresentare un pericolo. La Juve non avrà brillato nel primo tempo, ma gli ospiti non sono pressoché mai entrati nella nostra area. Solo sul 2-0 hanno creato un paio di occasioni, più che altro facilitate dalla sufficienza bianconera, Bonucci in primis, che sarà bene torni al più presto ai livelli di attenzione del finale della scorsa stagione. Per lo meno in Champions. Asamoah è già un beniamino e dà l’impressione di poter fare molto di più; Giovinco inconcludente; Vucinic una “delicia”; Marrone sicuro, ma da rivedere con avversari degni di questo nome.
Son solo impressioni iniziali, ovviamente, la stagione è lunga e tutta da vivere. Lo spirito olimpico che permea il calcio italiano ci sosterrà nei prossimi lunghi mesi: ci sono ancora molte gocce di veleno da spillare a Zeman da parte di eticissimi operatori dell’informazione, così come molte recriminazioni da sollecitare a Mazzarri e ad altri nostri avversari; molte omissioni sull’accuratezza e la serietà dei magistrati sportivi, inquirenti e giudicanti, in merito alla condanna di Conte (come ad esempio l’incredibile motivazione della Corte d’Appello sulla gestione Mastronunzio, documentata su Sportitalia e poi svanita nel nulla); e molte omissioni sulle condanne di sconosciuti giocatori minori finiti in un ingranaggio farsesco e che, a differenza del nostro Mister, non interessano a nessuno.
Ma ecco che domenica sera, nel pieno rispetto dello spirito olimpico che ispira equidistanza ai massimi dirigenti dello sport nazionale, arriva un'interessante indicazione da parte di Petrucci, numero 1 del CONI da cui dipende quel TNAS cui ora Conte si rivolgerà per far valere le sue ragioni: "Zeman dice quello che tutti pensano, ma pochi hanno il coraggio di dire".
Ora sì che possiamo sentirci tranquilli.