Spirito Olimpico /5 Tanta voglia di 1998

MorattiSono convinto che quando sabato sera, attorno alle 22.30, Rodrigo Palacio ha chiuso la pratica sancendo la fine della straordinaria striscia di imbattibilità che conosciamo (grandi, grandi, grandi ad aeternum, sia chiaro, e in ciò sto con la curva che ha applaudito giustamente la squadra), la delusione non sia stata esclusiva di noi tifosi bianconeri. Per come era iniziata la partita, molti commentatori stavano già allestendo una settimana di fuoco, tipo quella post-Catania, ma molto più rovente, diciamo un bel revival "novantottino". Prendete Stefano Agresti del Corriere dello Sport, che mette nero su bianco la sua rosicata: "le scelleratezze arbitrali di ieri non possono e non devono passare sotto silenzio. E allora, per quanto sia scomodo soprattutto dopo la rimonta interista, forse è il caso di dirlo in modo chiaro. Arbitri e guardalinee non solo sono scarsi (e lo sono), non solo soffrono di sudditanza psicologica, ma questo sentimento emerge in modo imbarazzante quando si trovano davanti i bianconeri." C'è una gran voglia di 1998, in TV, sui social network, nei bar, e benché la vittoria dell'Inter, come Agresti invoca, non annullerà del tutto le polemiche, sicuramente le ha provvisoriamente attenuate rispetto a quel che potevano essere.
Il problema ora è un altro: ci sono ancora 27 partite da giocare e, dopo Catania e Inter, gli arbitri hanno ricevuto forte e chiaro il messaggio, che possiamo condensare nella massima Farsopolesca di Carraro: "Che faccia la partita onesta, ma per carità di Dio, che non faccia errori a favore della Juve". Tagliavento l'ha fatta sua subito, dopo l'intervallo di sabato sera, riempiendo nel dubbio i bianconeri di cartellini molti dei quali per falli veniali, e nel dubbio graziando ripetutamente i nerazzurri (Cambiasso su tutti, due volte) per falli da ammonizione indiscutibile. Ci ha pensato Moratti a sancire l'inizio della nuova fase, allorché ha parlato di errore voluto a proposito del mancato cartellino a Lichtsteiner (peccato che il primo giallo era stato forse un pochino avventato...) e ha richiamato ripetutamente le solite recriminazioni storiche. Il che significa che al prossimo errore a favore della Juve, statisticamente inevitabile prima o poi, ci metterà ancora becco, vogliamo scommettere? Così avvenne nel 1997-98 fino a fomentare le "reazioni allucinanti" (cit. Chiesa, lucido commentatore degli eventi in diretta per Telepiù, prima che scoppiasse la bufera mediatica) di quel famoso Juve-Inter, non vedo perché non possa ripetere il giochino oggi. Se alla Juve stanno ancora cercando la risposta giusta, questo è il mio modesto consiglio: "Sig. Moratti, sempre a proposito di ricorsi storici, è già stato dato mandato per spiare arbitri e dirigenti della Juve?". D'altra parte ha in seguito rincarato la dose, allusivo: "C'entrasse la Juventus sarebbe grave..."
Non fa nulla che tutto ciò dimostri l'assioma che ripetiamo dall'estate di Farsopoli, e cioè che Moggi era solo un pretesto, che alla base c'era un sentimento generalizzato anti-juventino fomentato dall'invidia e dall'antisportività, e che tutte le storie riguardo alla pulizia, destinate a rasserenare il mondo del calcio, si sarebbero dimostrate pretestuose non appena la Juve fosse tornata a vincere. Non fa nulla, perché la canea che sta dietro tutto ciò ripudia la logica. E' un cortocircuito tra approccio fanatico allo sport ed esigenze editoriali, gestito da numerosi professionisti dell'informazione nel migliori dei casi con insipienza e beceraggine, nel peggiore con lucido ripudio di ogni canone deontologico.
Gli arbitri sono avvertiti: "Con la Juve, nel dubbio fischiare contro", un po' come accadde nei primi anni post Farsopoli. Nel caso dell'Inter, continuino pure così. Da una statistica di Panorama pare che fino ad oggi abbiano ricevuto più "favori" di noi, col dettaglio che nessuno di questi ha causato scandalo. Né ne causeranno quelli che verranno. E' profondamente inutile, d'altronde, spostare la questione su questo piano, non si può discutere laicamente con i Talebani.
Meglio pensare a come Conte cercherà di supplire alle lacune in attacco e soprattutto a quando finalmente lo rivedremo in panchina e in sala stampa, magari a rispondere per le rime a chi attribuisce i risultati della sua squadra alla sudditanza psicologica.
Ci sarà da divertirsi. Altro che la canea in sala stampa a Catania...

N.B.:
Per chi non l'avesse ancora fatto, consiglio la lettura del nostro dossier: "Il campionato dei piagnoni". Tanto per farsi un'idea di cosa ci può attendere quest'anno.

Twitter: @Ju29roMario