Ormai è tardi

Collina

Oggi rimane difficile scegliere da dove cominciare, se dal terzo minuto di recupero del secondo tempo della gara di campionato numero ventiquattro tra Reggina-Juventus, dove Nick Amoruso (ex attaccante bianconero) entra in maniera scomposta, commettendo gioco pericoloso su Sissoko, impedendogli di rinviare il pallone in rovesciata e l’arbitro Dondarini fischia invece un calcio di rigore in favore della squadra di casa, oppure dalle farneticanti parole scritte stamane da Marco Ansaldo sulla Stampa, dove ricorda quello che accadde (sempre secondo lui) in quello spogliatoio del Granillo qualche anno fa.
Su quello che una volta fu il rettangolo di gioco più bello del mondo, più avanti spiegherò il perché, ieri sera (23/02 ndr) è scaturito, per l’ennesima volta, un risultato bugiardo, falso, indecente, che questo campionato consegnerà agli archivi come il più, come tante, troppe volte ripetuto, falsato della storia.
Tre calci di rigore clamorosi non fischiati alla squadra bianconera; fallo di mano di Aronica su colpo di testa di Camoranesi, Nedved atterrato in area da Valdez, e ancora il difensore della Reggina che falcia in area di rigore Sissoko. Risultato: tutto regolare, nessuna massima punizione, si puo continuare a giocare, come accenna con le mani l’arbitro Dondarini, sull’ultimo episodio sopraccitato, facendo chiaramente capire che è stato colpito il pallone invece che, come tutti, stadio e televisione hanno visto, il ginocchio della gamba destra del centrocampista juventino.
Il tempo di recupero giudicato secondo gli eventi; Dondarini inizialmente concede solamente tre minuti di recupero (4 sostituzioni più le innumerevoli sceneggiate, documentate dalle televisioni, dei giocatori reggini per perdere tempo, mi sono sembrati eccessivamente pochi), alle proteste susseguenti dei bianconeri per l’assegnazione dell’inesistente rigore sopraccitato, ne accorda ancora 2, quindi la somma totale sarebbe stata di 5 minuti, ma ne concede solamente uno, infatti la fine della partita viene decretata al 49’ e non al 50’.
Citare la parola “vergogna” è il minimo che a questo punto si può fare. Come sopra accennavo, stamane girando sulle pagine del web, sono incappato nell’articolo scritto da Marco Ansaldo per La Stampa, dove è ricordato l’episodio da leggenda di Luciano Moggi che chiudeva l’arbitro Paparesta nello spogliatoio.
Evidentemente questo Signore conosce poco la deposizione dello stesso Paparesta rilasciata in Via Po in data 7 giugno 2006 alle ore 9:00 a.m., ai Vice Capi dell’Ufficio Indagini della FIGC dott. De Feo e dott. D’Andrea, in cui deponeva testualmente che lui e i suoi collaboratori mai furono chiusi all’interno del suddetto stanzino.
E allora perché continuare a fomentare l’opinione pubblica con frasi che non hanno una miseria di verità, forse per condire meglio qualche pezzo giornalistico? Ma l’informazione non dovrebbe attenersi solo ed esclusivamente ai fatti e non alle farneticanti parole di qualche addetto ai lavori?
E come se non bastasse anche la televisione odierna non si è voluta fare mancare nulla.
Il servizio sul match tra Reggina-Juventus andato in onda sulle reti Mediaset e precisamente alla trasmissione “del caffè”, GUIDA AL CAMPIONATO, ha fatto “sentire“ all’opinione pubblica che l’arbitro Dondarini, quello che doveva tenere 50 occhi ben aperti, ora invece non vede più nulla, anzi, per essere più preciso, non vede più quello che interessa alla Juventus, perché è un arbitro cambiato.
E qui l’informazione tocca il punto più basso di quello che deontologicamente invece avrebbe il dovere di fare.
Evidentemente anche in questa circostanza, gli operatori di Mediaset non sono a conoscenza della sentenza emessa in data 19 luglio 2005 dal Procuratore della Repubblica Marcello Maddalena presso il tribunale di Torino, dove, con una sentenza definitiva, archiviava il caso Dondarini con queste parole: “…da tale conversazione, che riguarda come ovvio i commenti dei due su tutto l'andamento della partita dal punto di vista delle difficoltà arbitrali (possibili espulsioni, comportamenti dei calciatori, un altro possibile rigore sul 3-0 ecc..), si parla esplicitamente del rigore fischiato a favore della Juventus, e se ne parla – si ripete - tra due persone che non hanno alcun motivo per pensare di essere telefonicamente intercettati, e che quindi si esprimono liberamente.
E, dal dialogo, emerge in modo nitido che DONDARINI ha concesso il rigore alla Juventus in buona fede, convinto cioè che il rigore c'era, e non per volutamente alterare il risultato a favore della Juventus: dato, questo, del tutto distonico rispetto alla logica sequenza probatoria che dovrebbe sussistere per ritenere essere avvenuta una frode sportiva, sulla base di quanto si era osservato trattando della interpretazione da dare alla norma. E allora, ferme restando tutte le perplessità che suscita l'eccessiva contiguità tra il designatore arbitrale PAIRETTO ed i dirigenti della Juventus, rimane la considerazione -obbiettiva- che di quattro partite di campionato giocate ad intercettazioni in corso, e quindi possibili oggetti di frode sportiva, su tre non si sono registrati commenti di alcun genere idonei a supportare l'ipotesi di reato, e su una - appunto Sampdoria-Juventus - sono state invece registrate significative conversazioni tra tutti i protagonisti della ipotizzata possibile frode, ma da esse non solo non si traggono riscontri alla ipotesi investigativa, bensì piuttosto elementi di prova di segno contrario…”

In quell’applauso di Nedved, dopo la concessione del calcio di rigore in favore della Reggina, ci siamo tutti noi.
Noi tifosi bianconeri, oramai stanchi, esausti da tutto questo, non solo ci è sistematicamente fischiato da inizio stagione tutto contro (siamo al settimo calcio di rigore contro, di cui ben cinque inesistenti, uno dubbio e l’altro che si può dare come no), ma ci troviamo quotidianamente servizi giornalistici che raccontano leggende, menzogne, con frasi farneticanti e che continuano a fomentare l’opinione pubblica a credere a cose che sono andate in tutt’altra direzione.
E per concludere riprendo la spiegazione sul rettangolo di gioco cui accennai di spiegare più avanti; i dati sulla diminuzione del tifo bianconero nel periodo post-calciopoli sono oramai evidenti e più volte ne abbiamo parlato, con molta probabilità al termine di questa stagione il numero sarà destinato a calare, se non già a stagione in corso d’opera. Stamattina i forum bianconeri si sono svegliati con sarcasmo, ironia, quasi rassegnazione, abituati da diciotto mesi a essere perseguita dalle ingiustizie, sportive e giudiziarie, e poco conta se proprio in queste ore la società Juventus ha emesso un comunicato ufficiale ai presidenti della FIGC e dell’AIA:

“Nel corso di questo e del precedente campionato la Juventus ha sempre cercato di attenuare le tensioni nei confronti del mondo arbitrale, evitando di trascendere in polemiche animose e accettando con fair play decisioni anche controverse. Un atteggiamento che, purtroppo, alla luce dei fatti di Reggio Calabria deve essere riconsiderato.

Ancora una volta, nel corso di questa stagione, la Juventus è stata danneggiata in modo irreversibile dalle decisioni del direttore di gara. Il ripetersi di episodi così gravi impone di richiedere un intervento dei massimi organismi federali a garanzia della regolarità del campionato e a tutela dell'impegno e della professionalità dei giocatori, dei tecnici, dei dirigenti della Juventus.

La Federcalcio ha il dovere di vigilare sul rispetto delle regole e di garantire la lealtà della competizione sportiva, messa in discussione dall'inadeguatezza di parte della classe arbitrale. Alcune decisioni dei direttori di gara stanno confermando un dubbio sollevato da più parti: e cioè, che nei confronti della Juventus non vi sia un atteggiamento sereno e adeguato alla serietà con la quale la Società e la squadra affrontano i propri impegni.

Quel che è certo è che la Juventus non può continuare a pagare colpe per le quali ha già scontato una pena estremamente severa e dalla quale si sta risollevando anche grazie alla passione dei propri tifosi, che legittimamente chiedono rispetto.

Oggi, in una fase decisiva del campionato e in prossimità di decisioni strategiche per il futuro finanziario della Società, la Juventus richiede che la Federcalcio prenda provvedimenti immediati ed efficaci per sanare una situazione gravemente compromessa.

Bisogna ritrovare fiducia nella classe arbitrale e ridare slancio al calcio italiano. Un mondo che si basa sulla passione, sull'impegno ma anche su competenze e professionalità che non possono essere frustrate da una componente che si ostina a chiudersi alle novità e a reagire con irritazione alle critiche”.

Giovanni Cobolli Gigli
Jean-Claude Blanc

Queste parole, questa voce grossa, dovevano essere messi in pratica quando i tempi erano congrui, quando si sarebbe dovuti andare al TAR per quell’aborto giuridico perpetrato ai danni della squadra, della dirigenza e della proprietà, quando furono emesse sentenze senza uno straccio di prova, quando veniva condannata alla serie B la Juventus per un illecito definito ambientale, manco avessero portato loro la spazzatura a Napoli. Ora non ha più senso, ora i tifosi hanno perso la voglia di combattere, hanno inseguito la verità, la giustizia, trovando solamente dissenso da parte di tutti, trovando in un paese democratico e civile una giustizia che non li ha tutelati, sia come azionisti di una Spa quotata in “borsa” sia come semplici appassionati di quello che era il gioco più bello del mondo.
Il calcio italiano sta perdendo, se non ha già perso, uno dei patrimoni e dei bacini d’utenza più grandi che uno sport poteva offrire, calpestando anche i diritti di semplici cittadini che settimanalmente seguivano le imprese della squadra più famosa del mondo.
Quel rettangolo di gioco, per il tifoso bianconero, rimarrà solamente un ricordo, con tanta nostalgia e qualche rancore, perchè oggi, ormai è tardi.