Juve-Palermo '73: l'inizio di una rincorsa impossibile

hallerTutto troppo facile per la Juventus quando, il 15 aprile 1973, al Comunale di Torino arrivò il Palermo. I bianconeri sconfissero per 4-1 i rosanero, offrendo una prestazione positiva, piacevole e a tratti divertente per i circa 35.000 spettatori accorsi allo stadio a sostenere la squadra in un pomeriggio primaverile allietato, oltre che dal sole, anche da tanti gol. La classifica delle due squadre ebbe probabilmente un ruolo determinante ai fini dello spettacolo, tanto che la gara andò presto ad assumere le sembianze più di un’esibizione amichevole che di un incontro di Serie A. Il Palermo era ormai condannato alla retrocessione e anche per la Juventus il campionato era passato in secondo piano: staccata di 5 punti dal Milan capolista a 6 giornate dalla conclusione, la squadra di Vycpalek sembrava a quel punto della stagione più propensa a destinare le energie residue verso la Coppa dei Campioni, viste le altissime probabilità di approdare alla finalissima di Belgrado dopo la vittoria nella semifinale d’andata per 3-1 ai danni del Derby County, proprio nella settimana che precedeva la sfida ai siciliani.

Pertanto il tecnico Vycpalek lasciò in panchina giocatori del calibro di Capello, Furino e Salvadore, adottando quello che ai giorni nostri chiameremmo un“turn-over”, con l’obiettivo di non affaticare eccessivamente i giocatori in vista di un finale di stagione che si preannunciava particolarmente intenso. Ad aprire le marcature al 2’ fu Bettega che, con uno stacco di testa perentorio su assist dalla sinistra di Spinosi, si liberò della marcatura del difensore Fumagalli e anticipò poi l’uscita dell’incerto portiere Girardi. Sullo slancio del gol in avvio, la manovra della Juve acquistò vivacità e brio tanto che il raddoppio giunse già al 12’, in virtù di un'autorete del palermitano Landini che, nel tentativo di rinviare un cross dal fondo di Causio, scaraventò il pallone nella propria rete. A restituire interesse ad una partita che sembrava già finita ci pensò Ballabio che, con un sinistro dai 20 metri, indirizzò il pallone nel sette, alle spalle di un incolpevole Zoff. A quel punto dell’incontro salì in cattedra Haller: il biondo tedesco, vero pallino dell’Avvocato Agnelli, iniziò a deliziare il pubblico con una serie di rapidi tocchi di prima e di geniali aperture, giocando e facendo giocare i compagni, e producendosi in un colpo di testa e in un tiro al volo che però non trovarono lo specchio della porta. Fu invece un tiro angolato di Causio, su una punizione toccata da Savoldi, a permettere ai bianconeri di concretizzare la loro superiorità prima dell’intervallo. Come nel primo tempo, dopo due minuti dall’avvio la Juve andò in goal, questa volta con Haller, il cui pallonetto all’incrocio dei pali suggellò una partita praticamente perfetta. Il caldo e il rilassamento generale frenarono poi gli uomini di Vycpalek che non infierirono oltre sul Palermo anche se, di tanto in tanto, misero in mostra scampoli di bel gioco: ma l’incontro era di fatto terminato, tanto che anche i tifosi prestavano maggiore attenzione alle notizie provenienti da San Siro dove il Milan, in un primo momento sotto di un gol contro il Cagliari, accendeva una fiammella per le speranze di rimonta bianconere, poi affievolitesi al pareggio di Rivera.

Fu il grande protagonista di giornata, Haller, a stilare un bilancio della stagione: “Era più facile vincere nuovamente lo scudetto che arrivare alla finale di Coppa dei Campioni, abbiamo a disposizione dieci punti, dovremmo vincere tutte e cinque le partite in programma”. Le parole del tedesco risultarono quasi profetiche, visto che la squadra avrebbe poi pareggiato a reti inviolate in casa del Derby County nella semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni, approdando così in finale, e sarebbe stata davvero in grado di vincere tutte e cinque le restanti partite in calendario, conquistando così uno scudetto che aveva dell’incredibile: all’ultima giornata il Milan avrebbe infatti perso per 5-3 a Verona ed anche la Lazio, seconda in classifica, sarebbe stata sconfitta di misura (1-0) a Napoli, mentre la Juve, pur sotto all’Olimpico contro la Roma al termine del primo tempo, avrebbe poi ribaltato le sorti del match con un 'colpo di fronte' di Altafini prima e con il goal scudetto di Cuccureddu poi, con una botta di destro dal limite dell’area, a tre minuti dalla fine. Per la Juve sarebbe stato il quindicesimo titolo, mentre il Milan avrebbe dovuto rimandare l’appuntamento con la prima stella.