Una posizione di forza

MarottaIn occasione della presentazione del nuovo partenariato con l'azienda di scommesse "bwin", l'AD bianconero Beppe Marotta ha preso parte alla consueta conferenza stampa nel ritiro di Châtillon insieme a due dei campioni presenti fin da venerdì in Valle d'Aosta, Tevez e Vidal.
Già di per sé, la notizia del nuovo accordo commerciale con un'azienda che in Europa si fa rappresentare da Bayern, ManUtd e Real Madrid, è un'ulteriore conferma del ritrovato appeal internazionale della Juventus dopo la catastrofe di Calciopoli. Ci uniamo anche noi ai complimenti riportati da Marotta a tutta l'area commerciale della società per l'accordo di cui ancora non si conoscono i termini, che comunque vi riporteremo non appena verranno pubblicati.
L'occasione della conferenza stampa, naturalmente, era troppo ghiotta per la sala stampa per non porre al Direttore bianconero delle domande sull'argomento caldo dell'estate, in particolare sul rinnovo del contratto di Vidal e sulle sirene madridiste. Ma anche la trattativa per Jovetic, quella riguardante Diamanti e la cessione di Isla all'Inter.
Il contratto del centrocampista cileno scade il 30.06.2016 ma, come solito, in questi frangenti sarebbe necessario blindare la proprietà di un fuoriclasse come Vidal con un allungamento del rapporto tra le parti, in modo da non dover essere succubi di agenti e procuratori in prossimità della sua scadenza. Marotta ha ribadito la volontà di tenere il più a lungo possibile il giocatore, confermando l'avvio dei contatti con i rappresentati del campione andino in modo da portare la scadenza del suo contratto più in là negli anni (almeno 2, dicono i ben informati). Resta inteso che a Vidal verrà riconosciuto un adeguamento dell'ingaggio, si parla di arrivare ad una cifra che dovrebbe oscillare tra i 4 e i 4 milioni e mezzo, in modo da tenere lontani i dolori al pancino, tipico sintomo prodromico della malattia universalmente conosciuta come "Raiolite". Questo modus operandi permetterà alla Juventus, in caso di futura cessione, di ottenere dall'acquirente il miglior prezzo possibile per separarsi da uno dei suoi migliori elementi e generare una succosa plusvalenza, rientrando così dall'investimento attuale per l'aumento dei costi di ammortamento del contratto di Vidal.
Veniamo alla vicenda Jovetic. Marotta una prima volta durante la presentazione di Tevez, Conte giovedì e di nuovo Marotta venerdì hanno lasciato intendere che Jovetic non verrà alla Juve perché la richiesta della Fiorentina è troppo esosa per le esigenze di bilancio della società la quale ha già rinnovato l'attacco spendendo, solo per i cartellini e al netto dei bonus che tutti speriamo dovranno essere pagati, appena 9 milioni di €. Nei giorni scorsi, e mentre scriviamo giungono rumors di mercato che raccontano di un avvicinamento tra le parti, i segugi del calciomercato raccontavano del viaggio del manager di Jojo in Inghilterra per dare l'avvio alla trattativa per il passaggio del montenegrino al Manchester City, probabile sua nuova destinazione. Quello che non risulta chiaro, per rendere il quadro della situazione logico e veritiero, è il perché il signor Della Valle abbia avuto la necessità, solo pochi giorni fa, di mettere fretta alla Juventus con un altro (l'ennesimo) aut aut: "30 milioni cash o niente. Sennò lo diamo ad altri." E da quando in qua, di grazia, un venditore aspetta un determinato acquirente se ne ha già un altro, molto ben disposto verso la sua merce? Forse in un ambito ristretto, al mercato rionale o tra familiari. Non certo nel calcio moderno e, ancor meno, tra Fiorentina e Juventus, e oggi ancor di più tra un Elkann e un Della Valle.
Cosa c'è sotto? Davvero la Juventus ha già un accordo di massima con il calciatore? Esiste davvero questa trattativa con altri club per la cessione di Jovetic?
Chi lo sa. Intanto oggi Marotta sembra non cedere di un passo, dimostrando finalmente di aver imparato la lezione sulla comunicazione: "Per noi costa troppo, qui non verrà."
Intendiamoci, magari dice la verità. Ma magari no.
La Juventus, in attacco, è più che coperta grazie alle operazioni portate a termine con inedita tempestività in questa sessione di mercato. Questa serenità mette, eventualmente, la Juve in una posizione di forza, checché se ne dica in certi ambienti, dimostrando, semmai ce ne fosse bisogno, che i parametri per le discussioni sul calciomercato variano in base alla testata per cui si scrive.
Lo stesso genere di affermazione Marotta l'ha rilasciata alla domanda sul possibile arrivo di Diamanti dal Bologna. Non sappiamo se davvero Antonio Conte abbia richiesto l'acquisto del mancino in forza ai felsinei, così fosse appare chiaro dalle parole dell'AD bianconero che le richieste della società emiliana sono troppo azzardate per un calciatore già trentenne e che non ha mai mostrato di meritare una grande piazza come quella della Juve. E, fosse per me, potrebbe tranquillamente rimanere sotto l'ombra di S. Petronio.
Il ritornello non è cambiato nemmeno per l'argomento Isla, anche se in questo caso trattasi di cessione: "Abbiamo recepito educatamente la proposta dell'Inter, ma non c'era congruità in essa". Mi compiaccio con il Direttore anche per la scelta dei termini. Un "educatamente" che lascia intendere una fermezza insolita in Marotta, come a dire: "Noi vi abbiamo lasciato parlare, ma se non alzate l'offerta..." Anche qui la posizione della Juve sembra essere quella di chi tiene il coltello dalla parte del manico, soprattutto dopo la cessione di Giaccherini al Sunderland. Nella notte, infatti, pare che l'Inter abbia alzato leggermente la sua offerta, mentre la Juve rimane ancora ferma sulla sua posizione. A centrocampo la rosa è stata smaltita, quindi non c'è una particolare urgenza di cedere un calciatore come Isla che potrebbe anche rimanere a Torino.
Ciò che colpisce, in questo primo scampolo di estate, è la nuova veste indossata da Beppe Marotta in sede di conferenze stampa. Sembra finalmente essere terminato il periodo in cui anche le pietre conoscevano obiettivi e budget disponibile della Juve per il suo rafforzamento. Quest'anno, finora, Marotta ha operato con tempestività e oculatezza soprattutto nel reparto che più abbisognava di un upgrade e i benefici di questa buona tempistica si vedranno sia per quanto concerne l'amalgama della squadra in fase di preparazione sia per le eufemisticamente dette "occasioni" di mercato.
Un solo appunto avrei da muovere all'AD juventino. Continuo ad avere la sensazione che, di fronte ad una società italiana, la Juventus sia "ricattata" e costretta a trattative estenuanti per ottenere le prestazioni di un calciatore che desidera accorpare in rosa. Mi riferisco ovviamente all'arrivo in bianconero di Angelo Ogbonna, acquistato dal Torino per 13 milioni di € più altri 2 da corrispondere a Cairo in base al raggiungimento di non precisati risultati sportivi. La parte finale della trattativa, quella decisiva per la cessione del difensore, è andata avanti per alcuni giorni ed è stata più volte sul punto di saltare, vuoi per il disaccordo sul corrispettivo economico vuoi sull'inserimento di Immobile come contropartita tecnica. Quello che più infastidisce, in un mercato in cui solo Juventus e Fiorentina hanno mosso capitali di un certo rilievo, è l'arroganza di quei dirigenti che, trovandosi a trattare con la Juventus, si sentono come in diritto di aumentare a dismisura il valore del cartellino del proprio giocatore. E' giusto ricordare che questa strategia, negli anni di Secco, Cobolli & Blanc e nei primi due di Marotta & Agnelli, ha funzionato che era un piacere. Ora che l'aria sembra essere mutata, mi piacerebbe che una volta la dirigenza juventina facesse il sacrificio di rinunciare a un proprio obiettivo e far capire coi fatti e non solo a parole che il tempo dei ricatti è finito. Il riferimento al Bologna per Diamanti, alla Fiorentina per Jovetic e all'Inter per Isla è fin troppo chiaro e le parole di Marotta, finalmente, viaggiano nella direzione che ogni tifoso bianconero vorrebbe si andasse da qui in avanti. Non è possibile che l'affare Tevez, al netto degli incontri preliminari, sia stato portato a termine con un paio di viaggi in Inghilterra mentre per avere Ogbonna in bianconero Marotta e Paratici siano arrivati a conoscere a memoria i corridoi della "Cairo Communication".