Il rigore su Taider

Non ci può essere un Inter-Juventus senza la sua polemica arbitrale. E' la tradizione, come il tacchino il giorno del Ringraziamento e un rigore il giorno della partita del Milan. A soli 15 anni dal mai troppo enfatizzato rigore di Iuliano su Ronaldo, un altro episodio clamoroso in area bianconera ha macchiato il derby d'Italia. Che si giochi a metà settembre o a fine aprile, cambia poco: la Juventus rimane una grande squadra, per carità, magari avrebbe pareggiato lo stesso, e dispiace perché non ha bisogno dei soliti regali da parte della categoria arbitrale che pare non volersi affrancare dall'atavica soggezione (quando non è altro) nei confronti dei colori bianconeri.

La spinta di Vidal in piena area di rigore nei confronti di Taider che si apprestava a battere Buffon in diagonale l'hanno vista tutti. Ottantamila interisti giustamente inferociti sugli spalti, undici sul campo ad accerchiare l'ineffabile Orsato e lo stesso imperturbabile Mazzarri che perde per una volta il suo aplomb british: dalla sua posizione privilegiata il fallo è sembrato evidentissimo, un po' come a tutti quelli che erano a San Siro e davanti ai teleschermi. Nemmeno Caressa e Bergomi, che certo non possono essere tacciati di simpatie nerazzurre, hanno visto questo presunto fallo di mano di Taider segnalato dall'assistente di porta Damato (e non vogliamo qui rivangare vecchie interviste che circolano sul web, dove il fischietto pugliese ancora agli albori della sua carriera ammetteva candidamente la sua fede bianconera).

Al massimo, si fa notare, se qualcosa c'è stato è un contatto impercettibile che sembrerebbe essere sicuramente involontario: si vede come Taider provi in tutti i modi a non toccare il pallone e comunque il suo movimento sia inficiato dalla situazione di precario equilibrio nella quale viene a trovarsi a causa dell'evidente trattenuta di Vidal. Insomma, sembrerebbe rigore proprio per tutti e bisogna comprendere la reazione indemoniata di Taider che, vittima di un'evidente ingiustizia, si scaglia contro Orsato che (al danno la beffa) gli sventola davanti un inopportuno cartellino giallo che poi ne condizionerà la prestazione.

"Pari e veleni" titola stamattina la Gazzetta dello Sport, al solito provando a derubricare l'accaduto da scandalo a normale polemica arbitrale; "La solita Inter-Juve" per il Corriere dello Sport che rigira il coltello nella piaga affiancando la foto del rigore di Iuliano a quella del fallo di Vidal. Fortuna che domani ricomincia, dopo anni di letargo, il Processo del Lunedì affidato non più al filo juventino Biscardi come 15 anni fa, ma a un suo discepolo non certo imputabile di simpatie per questa o quella squadra, il buon Enrico Varriale. Il moviolone farà certamente luce sull'episodio, e un intervento telefonico di Mazzarri contribuirà a stemperare gli animi e chiudere la questione. Alla fine bisogna rassegnarsi e andare avanti, come impone lo stile del presidente Moratti che ci auguriamo venga portato in dote al futuro padrone indonesiano. Non è stato il primo caso e non sarà l'ultimo, l'Inter girerà come sempre pagina e non ci penserà più, anche perché alla vigilia del prossimo Inter-Juve tutti se ne saranno già dimenticati.

Quando un giorno saremo conquistati dai marziani e uno di loro mi chiederà cosa è la Juve e cosa l'Inter, potrò farla molto breve: la Juve è Vidal che ammette un impercettibile e forse involontario tocco di mano, e non accenna alla minima protesta. L'Inter è tutto il resto.