Juve-Napoli ’84: il primo duello Platini-Maradona

La sfida di domenica prossima allo Juventus Stadium non solo vedrà di fronte le due più dirette inseguitrici della Roma capolista, ma metterà in campo anche un duello a distanza tutto argentino tra i rispettivi cannonieri, arrivati come vero fiore all’occhiello dell’ultimo mercato estivo: Carlos Tevez e Gonzalo Higuain, già di fronte nella scorsa Champions League con le rispettive maglie di Manchester City e Real Madrid.

Il match tra Juventus e Napoli del 23 dicembre del 1984 valevole per la 13ma giornata proponeva un duello non da meno; quello tra Michel Platini e Diego Armando Maradona. Insomma una sfida nella sfida tra due fuoriclasse assoluti che  per la prima volta si trovavano di fonte non solo in Serie A, ma in una gara ufficiale: l’unico precedente tra i due infatti risaliva ad un’amichevole del 1978 tra l’Argentina campione ed una selezione di campioni (tra cui proprio Platini ) convocati da tutto il mondo.

Se il posticipo serale di domenica vedrà comunque di fronte due tra le principali pretendenti al titolo, lo stesso non si può dire per la gara svoltasi al Comunale nell’antivigilia di Natale del 1984.  La Juventus infatti,  desiderosa come non mai di raggiungere quell’agognata Coppa Campioni che solo due anni prima le era sfuggita nell’atto conclusivo di Atene, sembrava essere distratta oltremodo dagli impegni europei che comunque erano stati superati senza problemi sia nei sedicesimi di finale contro l’Ilves, sia negli ottavi contro il Grasshoppers. In campionato i bianconeri erano reduci da una sola vittoria nei cinque precedenti incontri e ciò aveva fatto precipitare la squadra al settimo posto in classifica insieme ad Atalanta e Fiorentina, a ben otto punti dal sorprendente Verona capolista.

Il Napoli invece, annunciato ad inizio stagione come possibile sorpresa proprio in virtù dell’arrivo di Maradona a fronte di 15 miliardi di lire, si ritrovava addirittura al terzultimo posto insieme alla Lazio. Anche per lo scarso interesse di classifica, la vigilia del match era stata enfatizzata proprio sullo scontro tra Platini e Maradona, anche se gente del calibro di Boniek non digeriva certo la parte dell’attore non protagonista: “Non mi sento inferiore a nessuno dei due, anche se possono avere qualcosa in più. Tipi come loro o Brady, o Souness, giocando sulla schiena della squadra hanno maggiori possibilità di brillare. Basta poi guardare la classifica del Napoli per capire che un solo giocatore non cambia una squadra normale.” Totalmente differenti invece le dichiarazioni rilasciate dai diretti interessanti: più ironico e sereno il francese: “Adesso che si è parlato così tanto di noi, speriamo solo di non fare una figuraccia in campo”. Più serio e pronto a raccogliere il guanto di sfida l’argentino: “ Nessuna invidia da parte mia nei confronti di Michel, solo tanta ammirazione, ma voglio batterlo in campo sperando di realizzare un gol.”

Le parole di Boniek furono quasi profetiche, visto che in campo la differenza tra le due squadre apparve davvero netta, con il Trap che riuscì a schierare una squadra in grado di fare affidamento su una grande organizzazione di gioco in grado di esaltare le caratteristiche dei suoi campionissimi: Rossi e Briaschi con i loro incroci disorientarono la difesa del Napoli, Cabrini e Tardelli allargarono il gioco sulle fasce, Boniek si concesse più d'una delle sue famose progressioni palla al piede, il tutto sotto la regia di un ispiratissimo Platini. Anche la difesa, grazie al filtro di Bonini a metà campo e alla grande giornata di Scirea e Brio, non andò praticamente mai in affanno e il portiere Bodini risultò inoperoso.  La Juventus partì subito  con decisione e solo una grandissima prova del portiere napoletano Castellini impedì che il punteggio potesse assumere proporzioni ben maggiori del 2-0 finale. Dopo una serie di tentativi andati a vuoto i nostri passarono in vantaggio poco prima della fine del primo tempo: Rossi servì Boniek in area, il polacco a sua volta scaricò all’indietro per Briaschi che con una volée di sinistro mandò il pallone alla sinistra del portiere. Maradona fu addirittura costretto  più di una volta a centrocampo a dare una mano ai compagni in grossa difficoltà, ma questo non frenò di certo i bianconeri che raddoppiarono nel secondo tempo: un lancio di Rossi poco oltre la metà campo fu stoppato malamente da Bruscolotti e sulla respinta Cabrini anticipò Ferrario passando a Platini che, solo davanti al portiere, non fece fatica a batterlo. Dopo il 2-0 la Juve continuò a spingere così come il Napoli continuò ad annaspare sia a centrocampo che in difesa; ma ancora Castellini unito e l'imprecisione dei nostri sotto porta non permisero di modificare il risultato.

Alla partita non poteva di certo mancare l’Avvocato Agnelli che in passato, pur manifestando grande stima nei confronti di Maradona, non aveva di certo nascosto la sua preferenza per Platini, cosa che rimarcò anche a fine incontro: “Continuo a ribadire che non scambierei Platini con Maradona neppure adesso.”  E’ comunque arcinoto quanto l’Avvocato avesse un debole calcistico per Platini: non solo fu colui che volle portarlo a Torino anche più di Boniperti, ma altrettanto note sono le chiamate che gli faceva all’alba per cercare di carpire quante più informazioni possibili sul suo stato di forma. Un giudizio a dir poco di parte.